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Recensioni
Pubblicato il 28/01/2008 alle 19:56:00
Negramaro a Sulmona: solo per te, solo con Giuliano (e gli Avion Travel)
di Massimo Giuliano
“La finestra a teatro”, il tour dei Negramaro che si avvia alla conclusione, ha fatto tappa sabato 26 presso il Palasport di Sulmona. Due ore e mezza di musica, pubblico caldo e un Sangiorgi sempre più lanciato come solista. Ospiti gli Avion Travel.

“La finestra a teatro”, il tour dei Negramaro che si avvia alla conclusione, ha fatto tappa sabato 26 presso il Palasport di Sulmona (AQ). In due ore e mezza di musica, la band salentina ha offerto uno spettacolo diverso da quello al quale ci aveva abituati in questi ultimi tre anni di live: bandite le sonorità distorte, Giuliano Sangiorgi e soci hanno passato in rassegna il proprio repertorio riproponendo canzoni note e meno note in una chiave tendenzialmente unplugged. In realtà, sarebbe più corretto parlare di uno show semi-acustico, in quanto qua e là la ruvidezza tornava a fare capolino, forse per non rendere eccessivamente “pesante” l’atmosfera. Sì, perché nei Negramaro il rovescio della medaglia è questo: vista l’aria talvolta melodrammatica di alcuni loro pezzi, pregni di un’alternanza tra serenità e tragedia, il rock rappresenta un po’ la salvezza alla noia. Tolto tale elemento, tutto crolla: si rischia di cadere nella monotonia, non di certo aiutata dalle cover straniere appena accennate (compresa “With or without you” degli U2) o dai brevi assoli dei singoli componenti del gruppo, che, oltre a risultare disgiunti dalla performance, sembrano un “contentino” dato da Giuliano al resto della band. È proprio questo, infatti, un altro fattore non troppo esaltante de “La finestra a teatro”: ormai assistiamo all’esibizione di un cantante sempre più lanciato verso un futuro da solista, e tutto lascia immaginare che tra qualche anno, magari esauriti gli ultimi obblighi contrattuali, il gruppo si separerà. Sono molti, anche troppi, i momenti in cui Sangiorgi resta solo sul palco ad incantare il pubblico, mentre i suoi compagni se ne stanno in disparte. Se a questo aggiungiamo che il vocalist ha un camerino tutto per sé e gli altri stanno ammassati in un’altra stanza, i sospetti diventano ancora più insistenti: ma una band non dovrebbe stare insieme e condividere ogni momento, anche nel pre-concerto? Ciò fa supporre che in questa fase si stia preparando il terreno per un passaggio il meno possibile doloroso dai Negramaro al solo Sangiorgi: non è un caso se dal pubblico nessuno incita il nome della band. Al contrario, le grida sono tutte per “Giuliano, Giuliano!”. Vero è anche che Sangiorgi ha un carisma praticamente schiacciante: tiene la scena in maniera strepitosa, coinvolge la gente, mostra una tecnica molto buona sia vocalmente che musicalmente. I suoi falsetti sono sempre funzionali e calzanti, e sia la chitarra che il pianoforte li suona decisamente bene. Va però riconosciuto che anche i suoi comprimari sono bravi: il problema è che gli assoli di cui sopra paiono piccoli momenti di gloria che il protagonista della situazione ha voluto regalare loro come atto di generosità. Cosa dire, a questo punto, della scaletta? “Mentre tutto scorre” ci mostra che il discorso alla base di questo tour – riproporre i brani dei Negramaro così come sono nati – è assolutamente riuscito: Giuliano da solo (neanche a dirlo) non fa perdere al pezzo neanche un grammo della sua carica. Scorrono piacevolmente alcune tracce dell’ultimo cd come “Un passo indietro”, “Neanche il mare”, “La finestra” e “Giuliano poi sta male”, ma anche una “Nuvole e lenzuola” abbastanza fedele alla versione di studio. “Solo per te”, che già in originale era dotata appena di un pianoforte, è ora un po’ più virtuosa, accompagnata da viola e violino. Qua e là si inseriscono nel contesto strumenti inconsueti come didjeridoo, theremin, percussioni orientali, liuto e organetto. Ma la sostanza non cambia: tutti aspettano sempre ed esclusivamente Giuliano. E lui ricambia, senza mai risparmiarsi: balla, scende in mezzo alla platea intonando “Estate”, si arrampica su un lato del palco, scherza con chi sta tornando a prendere posto e gli transita ad un metro di distanza. Ad un certo punto, il top della serata: entrano Peppe Servillo e Fausto Mesolella degli Avion Travel, per cantare (ovviamente solo con Giuliano: ma faceva così schifo la presenza anche degli altri Negramaro?) la loro “Dormi e sogna”, omaggiando subito dopo l’amico con “E’ così”. Il gradimento dei presenti è tangibile, e Giuliano prega dunque i due di fare un altro pezzo, non provato nel soundcheck pomeridiano: arriva “Ma che freddo fa” di Nada, ed è il tripudio generale. A quel punto si va verso il gran finale: “L’immenso”, “Parlami d’amore” e “Cade la pioggia” vengono riproposte più o meno così come le conosciamo. All’appello manca “Solo tre minuti”: Sangiorgi si limita ad accennarla per pochi secondi a cappella mentre saluta tutti e si rifugia dietro le quinte.

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