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Interviste |
Pubblicato il 11/02/2009 alle 00:22:02 | |
Sal Da Vinci : il viaggio di una grande voce da Napoli a Sanremo, con Mia Martini nel cuore
Conosco Sal Da Vinci da parecchio tempo e di lui colpisce subito la sua immediatezza e la sua semplicità. In questo nostro incontro si ripercorre la sua carriera e si parla naturalmente di Sanremo e del Festival della Canzone Italiana.
Conosco Sal Da Vinci da parecchio tempo e di lui colpisce subito la sua immediatezza e la sua semplicità. In questo nostro incontro si ripercorre la sua carriera e si parla naturalmente di Sanremo e del Festival della Canzone Italiana.
Paolo Bonolis ti ha definito un nome insolito tralasciando che hai anni di onorata carriera alle spalle..
Si, ho iniziato con il teatro, grazie a mio padre, successivamente ho fatto anche del cinema, ma a vent’anni ho scoperto la passione per il canto. Il mio debutto discografico è stato promettente: con il brano “Vera” vinco inaspettatamente il Festival italiano nel 1994, vendendo 5 milioni in Sudamerica, l’anno dopo mi esibisco davanti al Papa cantando il “Salve Regina” in latino. Poi ho avuto un momento di appannamento, ho attraversato un periodo particolare e mi sono preso una pausa dalla musica e mi sono dedicato al teatro.
Sei tornato al tuo primo amore…
Ho ricevuto una proposta interessante da parte del maestro Roberto De Simone e ho recitato nel ‘99 come protagonista ne “L'Opera buffa del Giovedì Santo" ottenendo successo di critica e di pubblico. Poi sono rientrato in tv, per rimettermi in gioco e farmi rivedere dal grande pubblico e, durante una partecipazione a “Viva Napoli”, ho ricevuto la proposta di Claudio Mattone di portare sulle scene “C’era una volta…Scugnizzi”, mi sono buttato a capofitto in questo progetto che ancora continua a divertirmi, dopo vari anni.
Come è nato questo musical di grande successo?
Da un film di Nanni Loy "Scugnizzi" con la colonna sonora scritta proprio da Claudio Mattone. Queste canzoni non avevano avuto il meritato successo, per cui l’autore ha deciso di farle vivere inserendole in una storia diversa da quella raccontata nel film. Questo musical parte dagli anni ’80 per arrivare ai giorni nostri, racconta la storia di un ragazzo che vive questa esperienza in un riformatorio a Nisida, e che decide di percorrere una strada di volontariato per il recupero dei ragazzi del suo quartiere, cerca di sottrarli dalla malavita, facendo il prete di strada, tenta di aiutare anche un suo compagno che prosegue, invece, nella strada dell’illegalità. E’ una storia attuale, dei giorni nostri che ha il pregio di portare sulla scena attori non professionisti, ma scelti dalla strada, quindi una specie di laboratorio per fare esperienza ed entrare nel mondo dello spettacolo. Ad un grande lavoro artigianale è stata affiancata una produzione importante con i testi di Enrico Vaime e la regia di Gino Landi. Ecco perché questo progetto è piaciuto, in quanto vero, racconta la realtà, è immediato, per la scioltezza, per la capacità di emozionare, senza barriere, è un modo di fare teatro nuovo. Questa carica sul palco viene trasmessa alla gente, infatti ha ottenuto, anche per il record di presenze, il Premio Eti nel 2003 vincendo su grandi colossi e produzioni importanti come “Notre dame de Paris”.
Nonostante varie stagioni di repliche, hai avuto comunque il tempo di dedicarti alla musica…
Certamente, ho realizzato nell’ottobre del 2005 un disco dal titolo “Anime napoletane” che è diventato un recital teatrale molto apprezzato. Le cinque date previste a Napoli sono diventate ventitre ma ho dovuto tralasciare per via degli impegni già presi con “Scugnizzi”. Il disco contiene canzoni della tradizione partenopea che mi appartengono, essendo cresciuto in una famiglia in cui si è respirata e ascoltata musica e, pur non essendo andato nelle grandi distribuzioni, ha venduto in teatro migliaia di copie. Ho avuto la soddisfazione di potermi esibire con una orchestra e persino con un narratore dietro le quinte, ho potuto scoprire tante belle citazioni e aneddoti che io da napoletano non conoscevo come quella legata alla voce struggente di Renato Carosone che nel ’60 decide di abbandonare le scene, perché pensa di essere già vecchio, musicalmente e anagraficamente parlando. Ho proposto, infatti, l’ultimo inedito scritto da Mattone e presentato da Carosone a Sanremo ’89, gli dedico pure “Maruzzella” che ha fatto il giro del mondo. Ricordo che in quella edizione Carosone è stato ignorato e lui ne ha sofferto pur cercando di non darlo a vedere. Ma lui è un personaggio che ha lasciato un segno, ancora oggi le sue canzoni si cantano e vengono ricordate con piacere, rappresentano una parte del nostro paese.
Hai un modo di interpretare in cui dai tutto te stesso, mettendoci l’anima…
Io credo che in tutto quello che faccio ci metto una grande passione, sono salito per la prima volta sul palco all’età di sei anni e ancora oggi ho la possibilità di ‘calpestarlo’, ormai per me è una seconda casa, il camerino per me è un’altare. I miei ricordi e il mio presente, il mio linguaggio musicale spesso lo porto a teatro, laddove sono nato e oggi ho la possibilità di raccontarmi attraverso la musica. Per me le anime sono tutte quelle persone che si emozionano tutte le sere in teatro. Spero di essere me stesso sempre , prima di tutto esalto l’uomo, la persona che ha il modo di raccontarsi la sera quando si accendono i riflettori.
Quali sono le tue preferenze musicali?
Ho una passione particolare per Mia Martini, e non lo dico perché sei davanti, spesso in viaggio ascolto per radio molte sue canzoni e puntualmente questa donna mi cattura, mi ‘fa fesso’, lei ha una capacità di coinvolgere chi l’ascolta. Mi ricordo la nostra partecipazione al Festival italiano del ’94, c’è un episodio che non dimenticherò mai più. Quella sera io ero senza voce, ho avuto questo schock per l’emozione e avevo spinto un po’ troppo la mia interpretazione, in più era stato anche tortuoso arrivarci a quella manifestazione, un’attesa troppo lunga, avendo già il disco pronto nel cassetto da qualche anno. Qualche maligno mi ha avvicinato chiedendomi se ero intenzionato a dare forfait e Mimì si è arrabbiata tantissimo, mi ha stretto le mani e sulle scale, prima di uscire per l’esibizione mi ha detto ’stai tranquillo, vedrai che ce la farai’. Ho avuto una sensazione di benessere, sono uscito sul palco, ho cantato la canzone, non credevo di farcela. Quel Festival l’ho vinto, Mimì mi ha portato tanta fortuna, e nel dirlo mi viene la pelle d’oca, successivamente ha anche detto ai giornalisti che le faceva piacere che avesse vinto un giovane e di talento, cosa che mi ha inorgoglito molto. Dopo qualche mese sono andato ad un suo concerto e ho visto che non stava bene con se stessa, forse aveva paura di affrontare la solitudine, non era in grado di combatterla. Credo che il panorama musicale abbia perso una grande artista e che sia stato fatto poco per ricordarla. Io nel mio piccolo ho provato ad omaggiarla proponendo di recente in Tv “Cu’mme” e “Almeno tu nell’universo” nella trasmissione “Volami nel cuore” in coppia con Rosalia Misseri, facendo registrare il più alto picco dell’auditel legato a quella puntata.
A Sanremo ci vai con un brano scritto insieme a Gigi D’Alessio..
Si intitola “Non riesco a farti innamorare” e c’è anche lo zampino di Vincenzo D’Agostino. Già con Gigi avevo scritto anni fa una composizione che è rimasta ancora inedita e ho duettato con lui in “Napule” insieme a Lucio Dalla e Gigi Finizio. Il 20 febbraio uscirà un mini cd, su etichetta GGD distribuita da Sony BMG, con lo stesso titolo al prezzo popolare di €9,90, è un disco pop che parla d’amore e fotografa situazioni che fanno parte del nostro quotidiano realizzato con la collaborazione di altri autori come Enzo Rossi, Alessandro Mancuso e gli arrangiamenti di Adriano Pennino.
Cosa ti aspetti da Sanremo?
A Sanremo vado per fare bella figura, ci sono arrivato dopo ben 13 anni di tentativi. Per me è già un successo e se mi fanno fuori con le eliminazioni, va bene lo stesso. Forse in questo momento sono pronto, dopo avere maturato diverse esperienze professionali. A Gianmarco Mazzi, il direttore artistico, è piaciuto molto il pezzo, probabilmente perché ho un linguaggio musicale che attinge dalla mia persona, dalle mie radici, non voglio scimmiottare nessuno.
I tuoi progetti futuri?
Riprenderò dal 5 marzo al 15 marzo le repliche del mio recital “Canto per amore”, al teatro Delle Palme di Napoli, dove proporrò questo brano composto con Maurizio Morante nel 2000 e rimasto per lungo tempo nel cassetto, sarò accompagnato da una grande orchestra e da otto ballerini, i testi sono di Depsa e la regia di Gino Landi. Lo spettacolo alle date del debutto ha registrato oltre 36mila presenze. In estate sarò in tournèe con il mio gruppo e un repertorio che spazierà dai classici partenopei, pezzi miei e alcuni tratti da “Scugnizzi”.
Sul sito ufficiale e sul my space dell'artista napoletano sono già numerosi gli ‘in bocca al lupo’ dei fan e aggiungo anche quello mio, di vero cuore!
Track list del suo nuovo disco
1. Non riesco a farti innamorare
2. Aria di dolore
3. Da lontano
4. In due
5. Spillo
6. Tu non sei normale
7. Bella da dimenticare
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