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Recensioni
Pubblicato il 12/03/2007 alle 11:04:25
Vanna Lovato – Franco Battiato 1965 – 2007 L’interminabile cammino del Musikante (Editori Riuniti)
di Antonio Ranalli
La ricerca spirituale e’ la linea che unisce tutta la sua produzione. Ed e’ uno degli aspetti messi in evidenza da Vanna Lovato nel libro Franco Battiato 1965 – 2007 L’interminabile cammino del Musikante, pubblicato da Editori Riuniti.

La ricerca spirituale e’ la linea che unisce tutta la sua produzione. Ed e’ uno degli aspetti messi in evidenza da Vanna Lovato nel libro Franco Battiato 1965 – 2007 L’interminabile cammino del Musikante, pubblicato da Editori Riuniti.

La ricerca spirituale e’ la linea che unisce tutta la sua produzione. Ed e’ uno degli aspetti messi in evidenza da Vanna Lovato nel libro “Franco Battiato 1965 – 2007 L’interminabile cammino del Musikante”, pubblicato da Editori Riuniti nella collana “Momenti Rock”, proprio poco prima dell’uscita del recente album “Il vuoto”, balzato subito ai primi posti della classifica dei dischi piu’ venduti in Italia. Il libro ripercorre la carriera di Battiato attraverso l'analisi e il commento della sua discografia: dagli esordi con le canzonette tardo beat (ma anche con i rifacimenti dei successi del Festival di Sanremo da allegare al settimanale “La nuova enigmistica”) ai dischi sperimentali degli anni ‘70, dalle opere liriche al successo commerciale dei primi anni ’80 con “La voce del padrone”, cui sono seguiti dischi spirituali fino alla svolta in direzione rock. La prospettiva piu' volte usata in altri libri per avvicinarsi all'arte di Battiato e' stata quella dell'analisi dei testi delle sue canzoni. Qui invece l'indagine si concentra sugli aspetti piu' squisitamente musicali delle sue composizioni, nel tentativo di catturare sia i tratti stilistici peculiari che la camaleontica evoluzione nel tempo. La musica viene comunque analizzata nel suo rapporto inscindibile con la parola. Le opere colte e gli album piu' pop sono stati trattati senza distinzione perché, spiega l'autrice citando il filosofo Manlio Sgalambro (autore dei testi degli ultimi album di Battiato) “le distinzioni tra musica leggera e no sono cicatrici inferte alla musica stessa”. Del resto quello di Battiato e’ un percorso decisamente unico nella storia della musica italiana. “Se perdessi tutto, non piangerei”, ha detto l’artista in occasione della conferenza stampa al recente Festival di Sanremo, “tra una serata a casa e una sul palco, ne preferisco una a casa. Ho avuto molto piu' di quanto mi aspettassi e oggi se non avessi piu' la possibilità di fare dischi, sarei felicissimo”. Non che il cantautore catanese abbia perso la voglia di suonare, anzi: “faccio musica con grande divertimento e non ho mai provato saturazione, ma se perdessi tutto non piangerei”. Meglio una serata nel “buen retiro” di Milo, sull'Etna, a una in concerto, “ma poi, se vado e mi diverto, quello e' un secondo step”. Il successo, prosegue Battiato, e' un concetto che, fine a se stesso, non l'ha mai sfiorato, nemmeno in sogno: “in tutta la vita avrò fatto una ventina di sogni sullo spettacolo ed erano tutti di fallimento totale”. Sarà che, negli anni '70, ha fatto l'abitudine ai fischi: “una volta, al Palasport di Torino mi fischiarono all'unisono in 10mila”. Nonostante senta di non aver piu' nulla da dimostrare nella musica, quando si parla del suo nuovo film, “Niente e' come sembra” (nel libro viene dato ampio spazio alla produzione cinematografica dell’arista), che dovrebbe essere pronto in questi giorni, Battiato diventa molto premuroso: per proporre la sua terza opera ai festival cinematografici “ci vuole cautela, perché e' un film estremo, che non va incontro allo spettatore, perciò ha bisogno di essere protetto”. Il titolo “Niente e' come sembra”, ispirato a una frase del Buddha, infatti “e' un dialogo teologico che non concede nulla alla meccanica cinematografica tradizionale e, quindi, provoca allo spettatore un piccolo trauma, ma per fortuna qualcuno ha già salito la scalinata di Odessa prima di me”. Girato nella sua villa siciliana, interpretato da Giulio Brogi e Pamela Villoresi, il film vede anche la partecipazione di Sonia Bergamasco e Alejandro Jodorowsky, che legge i tarocchi ai diversi personaggi, riuniti a discutere del senso della vita. Nella sua Catania e' stato girato anche il video del singolo “Il vuoto”, dove l'artista fa la parte del manager delle Mab, la band hard rock italiana tutta al femminile che, insieme ai Fsc di Davide Ferrario, agli archi della Royal Philarmonic Orchestra, alle ritmiche computerizzate di Pino “Pinaxa” Pischetola e al pianista Carlo Guaitoli, da' vita allo strano impasto sonoro di questo nuovo disco, dove la lirica incontra il noise, e Tchaikovski convive con l'Oriente. Un album dove Battiato torna ad affrontare le patologie del quotidiano, stretto tra “il vuoto di senso” dell'esperienza sociale e “il senso di vuoto” di quella personale, che spesso si trasforma in cieco iperattivismo. Il senso di vuoto, però - avverte l'artista - si può applicare a diversi contesti, a partire dal “guardare una cosa come se fosse la prima volta: perché devo stare incolonnato in auto per un'ora? Per la famiglia - si domanda - per me o per il lavoro?”. La risposta, come sempre, e' lasciata all'ascoltatore: “ognuno deve trovare il suo specifico, il vero miracolo - sentenzia - e' che siamo tutti diversi: io considero solo l'individuo, il resto non conta”. Lui, al culmine di tortuose salite in crescendo verso il vulcano, la sua risposta se l'e' data: “la mia droga e' un cielo terso con una nuvola che lo attraversa. Per qualcuno sarà noioso, per me e' come farmi d'eroina”.

Da segnalare che nel libro di Vanna Lovato c’e’ un’accurata discografia, con tutte le partecipazioni, la videografia e la bibgliografia.

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