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Interviste
Pubblicato il 15/07/2005 alle 21:11:10
Shel Shapiro torna con Siamo Stanchi
di Antonio Ranalli
Dopo tre anni dal suo ultimo album, Shel Shapiro ritorna sulla scene discografiche con “Siamo stanchi”. Il singolo anticipa il nuovo disco di inediti in uscita nel 2006. Lo abbiamo incontrato e ci ha raccontato cosa gli dà fastidio...

Le parole “siamo stanchi dei saltimbanchi, dei pugni ai fianchi”, rivelano ancora una volta la volontà di Shep Sharpiro, storico leader dei leggendari Rokes di contestare la decadenza culturale di oggi. Shel Shapiro è anche il direttore artistico del festival “Recanati Forever” in programma a Recanati. La terza edizione prevede un cast di tutto rispetto: nei giorni scorsi si sono esibiti Giovanni Allevi e i Tiromancino, mentre il 21 luglio ci saranno Meg, Paola Turci e Marina Rei, il 28 luglio gli Stadio e L’Aura. Ma la storia musicale di Shel Shapiro inizia nel 1963 con il gruppo The Rokes. Nel ’65, infatti, inaugurano il “Piper Club” a Roma e, con una serie di canzoni storiche come “Che colpa abbiamo noi”, “E la pioggia che va”, “C’è una strana espressione nei tuoi occhi”, “Piangi con me”, “Bisogna saper perdere”, vendono milioni di dischi e diventano gli idoli di un’intera generazione. Nel 1970 i Rokes si sciolgono e Shel inizia la sua carriera come produttore, arrangiatore ed autore di successo. Infatti tra il 1970 e il 1990 Shel vende circa trenta milioni di dischi lavorando con Mina, Ornella Vanoni, Quincy Jones, Riccardo Cocciante, Bill Conti, Patty Pravo, Gianni Morandi, Raffaella Carrà, Luca Barbarossa, Enrico Ruggeri, Mia Martini e molti altri, confermandosi negli anni come autore di grande successo. Negli anni ‘80 vive e lavora tra Miami, Mexico City, New York e Milano, producendo alcuni degli artisti latini più famosi del momento. Nel 1987, dopo diciasette anni di silenzio con il pubblico, produce un album da solista dal titolo “Per amore della musica” che entra nella “top 20” italiana. Nel 1990 torna definitivamente in Italia e mette in scena a Milano una commedia musical rock “Backstage: il grande sogno”, un progetto innovativo ed ambizioso che ottiene un successo strepitoso di pubblico ma critiche tiepide. Dal ’93 al ’98 vive tra l’Italia e la Provenza trascorrendo anni di riflessione fino al ’99 quando, “per amore della musica”, ricomincia a scrivere ed inizia così un nuovo capitolo della sua vita. Nel 2002 è uscito Il suo ultimo Album “Shel”. La vena artistica di Shel Shapiro non si limita solo all’attività musicale, infatti, il cinema e la televisione lo vedono più volte in primo piano.

Con “Siamo stanchi” torni a proporre, nello stile a te più congeniale, una canzone di protesta. Puoi raccontarci com’è nato questo pezzo?

Questa canzone è un invito ad usare le orecchie per sentire quello che non ci viene raccontato e gli occhi per vedere quello che ci viene nascosto. Non ho certo la pretesa di fotografare la società in modo leggero. Ma in qualche modo questa canzone rappresenta un pensiero preventivo, cercando di mettere le mani davanti alle cose che oggi non vanno. Non sono d’accordo, per esempio, con i telegionali e la televisione. Per come vengono proposte le notizie e per le cose mediocri che passano. Ecco, io non sono d’accordo con questi modelli mediocri. Ti faccio una domanda, su quaranta comici che vedi in televisione, quanti ti fanno ridere veramente?

A dire il vero quasi nessuno. In questo senso mi ritrovo con quello che dice Francesco De Gregori quanto canta “I simpatici mi stanno antipatici, i comici mi rendono ristre”….

… e ancora, pensa alle notizie che senti in Tv. Quante ti sembrano obiettive?

Forse appena il 20%, guardando anche canali al di fuori dei duo poli, penso al modello La7, a Giuliano Ferrara e al suo “8 e ½” che non mi dispiace….

…Giusto. L’informazione si trova in uno stato drammatico. Alla fine anche io mi ritrovo a guardare Giuliano Ferrara in “8 e ½”, perché anche se non sono d’accordo con le sue idee, ritrovo una trasmissione sobria, che dice le cose come stanno, senza giri di parole.

Tornando a “Siamo stanchi”, questo singolo fa dunque presagire al prossimo album. Come sarà?

Stiamo lavorando sul nuovo lavoro in studio. Andiamo un po’ a momento, anche per via degli impegni di ognuno. Sarà un album in linea con questo singolo. Trovo che siamo in un momento in cui c’è davvero da preoccuparsi. Ci sono tanti fatti su cui ci sarebbe da ridire, eppure in pochi rompono le scatole. Ecco mi preoccupo quando non ci sono persone che rompone le scatole. Per questo “siamo stanchi” di questa situazione.

Anche quest’anno sei impegnato nella direzione artistica di “Recanati Forever”, la rassegna dedicata alla musica italiana. Quest’anno c’è stato anche il concerto di Giovanni Allevi sul Colle dell’Infinito, in omaggio a Giacomo Leopardi, e presto ci saranno anche gli Stadio e Lucio Dalla. Com’è stato scelto il cast di quest’anno?

Questo è un premio vero, dove appunto vengono premiati gli artisti veri. Giovanni Allevi è uno di questi. Lo conosco da diversi anni, e mi ha sempre colpito la sua onestà, moralità e coerenza poetica. E’ un ragazzo che ha saputo rischiare, andando anche all’estero per essere ciò che ama fare. Ora sta raccogliendo il consenso che merita. Fino a poco tempo fa era un’artista conosciuto da pochi, pur avendo avuto esperienze importanti con Jovanotti.

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