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Recensioni |
Pubblicato il 12/10/2002 alle 11:41:31 | |
301 guerre fa: l'album dell'addio di Pierangelo Bertoli
L’atteso ritorno di Pierangelo Bertoli con un album (quasi postumo) tra storia e emozione: un vero e proprio saluto al suo pubblico, realizzato pochi giorni prima di morire
L’atteso ritorno di Pierangelo Bertoli con un album (quasi postumo) tra storia e emozione: un vero e proprio saluto al suo pubblico, realizzato pochi giorni prima di morire
Con il suo stile inconfondibile, in equilibrio tra poesia e protesta, Pierangelo Bertoli ha pubblicato pochi giorni prima dell’improvvisa scomparsa un nuovo album che raccoglie 10 intramontabili cavalli di battaglia e 4 nuove canzoni.
Fra i vecchi successi, da segnalare la famosa “Pescatore”, qui interpretata con Fiordaliso, ed il brano sanremese “Spunta la luna dal monte” in cui Bertoli ha duettato con Alberto Parodi, cantante solista dei Tazenda.
L’album si apre con la title track “301 guerre fa”, scritta ed interpretata insieme a Danilo Amerio, e prosegue altalenando tra gli episodi salienti della carriera di questo straordinario cantautore e nuove canzoni che purtroppo suonano come un triste testamento.
La composizione mantiene i tratti freschi ed incisivi di sempre così come la voce di Bertoli conserva quella vibrazione profonda ed intensa tipica di un artista, o forse sarebbe meglio dire di un poeta, che ha vissuto intimamente le storie e le emozioni di cui è stato divulgatore.
Non è un album di greatest hits e non lo vuole essere.
Meglio sarebbe definire questo lavoro come una carrellata di “immagini musicali” che testimoniano la storia di ieri e di oggi attraverso grandi e piccole guerre.
Molte talmente private da restare sconosciute poiché nascoste nell’anima degli uomini
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A mio parere la sua piu' bella canzone, rimane Eppure Soffia del 1977....
Eppure soffia
E l'acqua si riempie di schiuma il cielo di fumi
la chimica lebbra distrugge la vita nei fiumi
uccelli che volano a stento malati di morte
il freddo interesse alla vita ha sbarrato le porte
un'isola intera ha trovato nel mare una tomba
il falso progresso ha voluto provare una bomba
poi pioggia che toglie la sete alla terra che è vita
invece le porta la morte perché è radioattiva
Eppure il vento soffia ancora
spruzza l'acqua alle navi sulla prora
e sussurra canzoni tra le foglie
bacia i fiori li bacia e non li coglie
Un giorno il denaro ha scoperto la guerra mondiale
ha dato il suo putrido segno all'istinto bestiale
ha ucciso, bruciato, distrutto in un triste rosario
e tutta la terra si è avvolta di un nero sudario
e presto la chiave nascosta di nuovi segreti
così copriranno di fango persino i pianeti
vorranno inquinare le stelle la guerra tra i soli
i crimini contro la vita li chiamano errori
Eppure il vento soffia ancora
spruzza l'acqua alle navi sulla prora
e sussurra canzoni tra le foglie
bacia i fiori li bacia e non li coglie
eppure sfiora le campagne
accarezza sui fianchi le montagne
e scompiglia le donne fra i capelli
corre a gara in volo con gli uccelli
Eppure il vento soffia ancora!!!
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Pierangelo Bertoli nasce a Sassuolo (MO), il 5 Novembre del 1942, e, ingiustamente, non viene quasi mai nominato quando si tratta di ricordare la fertile scuola musicale emiliana in generale (Dalla, Ligabue, Carboni, Morandi) e modenese in particolare (Guccini, Vasco Rossi fino ai Modena City Ramblers).
Eppure Bertoli è un autore molto prolifico ed è innegabile che abbia agito da battistrada per molti suoi colleghi. Già il disco d'esordio, "Eppure soffia" del 1976, rappresenta bene quelli che saranno i temi trattati da Bertoli nella sua produzione: impegno sociale, riscoperta delle radici (ci sono due canzoni in dialetto, e l'anno successivo uscirà "S'at ven in meint" interamente in modenese) e canzone d'amore nel senso più classico del termine.
Il primo vero successo di pubblico è rappresentato però da "Certi momenti", album del 1981 in cui oltre alla famosa "Pescatore", impreziosita dalla voce di Fiorella Mannoia, trova posto il pezzo che da il nome al disco "Certi momenti", canzone stupenda a sostegno dell'aborto che si scaglia senza mezzi termini contro chiesa e benpensanti. E' naturale che trattando tematiche così scottanti, Bertoli non si faccia certo amare da quel pubblico lobotomizzato dal mercato buonista delle canzoni su mamme e fiori.
Dopo aver prodotto album con cadenza annuale, nel 1986, per festeggiare i dieci anni di carriera, Pierangelo Bertoli produce un doppio album antologico, "Studio & Live", un gioiello imperdibile, e nel 1987, con "Canzone d'autore" rende omaggio ad alcuni colleghi (tra cui Conte e De Andrè) interpretandone dei brani. L'anno successivo, nel disco "Tra me e me", Bertoli canterà anche una canzone dell'allora sconosciuto Luciano Ligabue, "Sogni di rock'n'roll".
Bertoli, come è noto, è poliomelitico ed è costretto a vivere su di una sedia a rotelle, e nel 1989, dopo l'album "Sedia elettrica", il cantautore modenese vince un telegatto per lo spot televisivo della "Lega per l'emancipazione dell'handicappato"; l'anno dopo esce "Oracoli", in cui è presente anche Fabio Concato, con cui Bertoli interpreta il singolo "Chiama piano".
Nel 1991, a sorpresa, Bertoli decide di presentarsi a San Remo, manifestazione lontanissima dalla concezione musicale dell'artista, ma che è pur sempre un palcoscenico dove presentare un saggio di musica d'autore italiana: e difatti "Spunta la luna dal monte", cantata col gruppo sardo dei Tazenda, raccoglie consensi di critica, pubblico e vendite. Uscirà anche l'album omonimo, un "greatest hits" impreziosito dal brano portato all'Ariston.
Nel 1992 Bertoli sarà di nuovo al festival nazionale con "Italia d'oro", un'accusa pesante alle truffe politiche e sociali italiane che anticipa la tangentopoli che sarebbe scoppiata poco tempo dopo ("mangiati quel che vuoi fin quando lo vorrai, tanto non paghi mai").
La produzione di Bertoli è poi continuata con dischi inediti e diverse raccolte, alcune anche acustiche.
Bertoli ci lascia il 7 ottobre 2002
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