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Recensioni |
Pubblicato il 05/11/2005 alle 12:35:16 | |
Salvatore Accardo - Pescara (Teatro Massimo), 4/11/2005
Due bis e applausi a scena aperta, ieri sera, per Salvatore Accardo al teatro Massimo di Pescara. Il celebre violinista si è esibito in concerto, accompagnato dalla pianista Laura Manzini, incantando i presenti con due prodigiose ore di musica.
Due bis e applausi a scena aperta, ieri sera, per Salvatore Accardo al teatro Massimo di Pescara. Il celebre violinista si è esibito in concerto, accompagnato dalla pianista Laura Manzini (in gran forma nonostante l’avanzato stato di gravidanza), incantando i presenti con due prodigiose ore di musica. D’altronde, quando c’è uno come Accardo sul palcoscenico è difficile non emozionarsi: il Maestro fa letteralmente parlare il proprio Stradivari, rendendo all’apparenza semplicissima anche la cosa più complicata.
Ed è proprio qui la sua grandiosità: nel suonare con una naturalezza strabiliante. Durante i quattro atti che hanno contraddistinto il concerto, suddiviso in due parti, Accardo ha seguito un autentico percorso sonoro in divenire, passando progressivamente dalla rilassatezza alla tensione: prima la “Sonata in sol min. op. 137 D 408” di Franz Schubert, elegantemente classica, delicata e distensiva, poi la “Sonata in sol magg. n. 1 op. 78” di Johannes Brahms, già più moderna e ricca di una sensibilità inquieta che trasudava da una costruzione armonica non scontata e a tratti quasi dissonante, in cui l’attimo di maggior emozione è stato rappresentato dal primo movimento, Vivace ma non troppo, con alcuni passaggi da brivido. Quindi la “Sonata in fa min. op. 80” di Serghej Prokofiev, russa fino al midollo, grazie a quella sua connotazione drammatica e oscura, di indubbia magia: straordinario l’Allegrissimo, che ha portato il Maestro a far “volare” la sua mano lungo il violino.
Tuttavia il clou lo si è toccato, inevitabilmente, con i “Tre capricci di Paganini”, opera del musicista polacco Karol Szymanowski, attraverso la quale scorrevano un nervosismo e una furia eccezionali. Per Accardo si è trattato di un ritorno alle origini, visto che fu proprio con questa composizione che, a 13 anni, esordì in pubblico. E a proposito di pubblico, le persone che hanno assistito alla performance del Maestro erano tutte estasiate (in platea si è visto anche un soddisfatto Adelchi De Collibus, Assessore alla Cultura del Comune di Pescara) e non hanno lesinato elogi e consensi a quello che, con Uto Ughi, si può attualmente considerare il più grande violinista italiano vivente. Un personaggio che è stato insignito dei premi e delle onorificenze più importanti sia in Italia che all’estero, e che nel 1987 ha anche debuttato come direttore d’orchestra, arrivando a guidare i più prestigiosi ensemble europei e americani.
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