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Recensioni
Pubblicato il 11/12/2006 alle 12:21:18
Lo schietto realismo di Angelo Elle, tra coinvolgimento e disincanto
di Andrea Del Castello
Canzoni piacevoli, ben strumentate e grande comunicativa: queste le caratteristiche di Ecostress, l’album della band di Latina trionfatrice al Premio Daolio e al Pigro Giovani.

“Io fra gli dei sono il più audace. Con il cappio al collo mi sembra tutto chiaro: è l’ignoranza il peccato originario”. Galileo esprime così le proprie considerazioni in una visione del mondo atemporale e metaforica in un impasto sonoro che tenta il ricongiungimento tra l’attualità, simboleggiata dal reggae, e l’epoca dello scienziato toscano, che emerge grazie alle sovrastrutture create sulla falsariga di danze rinascimentali e barocche.
Ma c’è anche un Francesco d’Assisi del Duemila (“Se madre Terra non bacerei, poco digiuno da quel profumo, sorella Luna ti toccherei [...] fratello Sole ti toccherei”) che esprime i propri desideri in un’atmosfera allegorica che favorisce l’incontro musicale tra i Caraibi e il Mediterraneo.
Dunque, il filo conduttore del disco è espresso da un’attraente mescolanza in cui svariati e originalissimi riferimenti (testuali e musicali) a luoghi remoti nel tempo e nello spazio si amalgamano secondo una precisa logica al solco di fondo marcato dal reggae-rock che, in alcuni momenti del disco, sposta il baricentro verso lo ska. Ma – come l’aritmetica insegna – invertendo l’ordine dei fattori, il risultato non cambia: che prevalga lo ska, il reggae, il rock o quant’altro, il livello qualitativo dei brani resta sempre vertiginoso. Tra essi, i migliori sono, oltre ai summenzionati “Galileo Galilei” e “Cantico”, “Tanta gente”, registrata dal vivo al Nomadincontro 2006 (possibilità offerta ogni anno al vincitore del Premio Daolio) e “Teorema di Natale”, una canzone che offre una lettura molto particolare di questa festività e che qui non sveliamo per non rovinare la sorpresa all’ascoltatore.
Nel disco è infine rintracciabile un’altra costante che imprime una forte caratterizzazione a tutto il lavoro e che consiste in una visione del mondo e della quotidianità improntata su una descrizione schietta e realistica, ma pur sempre in bilico tra il coinvolgimento emotivo e una disincantata ironia.
Anche il booklet è molto carino graficamente e pure piuttosto dettagliato; peccato che i testi che ivi appaiono siano pieni di refusi e il titolo di una canzone appaia come “Blablablabimbumbam” nella quarta di copertina e nel retro del CD, ma come “Tanta gente” all’interno del booklet. Comunque, considerando il prodotto complessivo, questo difetto va inteso davvero come un pelo nell’uovo.

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