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Notizie
Pubblicato il 13/09/2004 alle 16:27:13
I Rush il 21 Settembre a Milano per il vero prog rock moderno
di Alessandro Passarella
Il 21 Settembre e’ in programma l’unica data italiana dei Rush, paladini da 30 anni di una originale sintesi tra il jazz sinfonico, il metal puro ed un prog rock brillante. Chi di voi verra’ al concerto gratis?

Il 21 Settembre e’ in programma l’unica data italiana dei Rush, paladini da 30 anni di una originale sintesi tra il jazz sinfonico, il metal puro ed un prog rock brillante. Chi di voi verra’ al concerto gratis?

Ci siamo lasciati l’altra volta con in sospeso “il concetto del solo”.
Bene, Tanto per non essere unici e singolari, i Rush (sono parole di Peart!) quando all’interno di un brano arriva il momento del “solo” , gli altri due elementi non si limitano ad “accompagnare” il solista, ma attuano il cosiddetto “band solo” (solo di tutta la band).
Cioè i due elementi per esaltare ancora di più il solista suonano una parte ritmico-armonica studiata in maniera maniacale tale da esprimere il “band solo”. Geniale!


Senza entrare troppo nel tecnico, si può affermare che, per certi versi vi è una similitudine con il jazz per questo aspetto, infatti caratteristica peculiare del jazz è che durante il solo gli altri elementi del gruppo non si limitino ad accompagnare il solista ma accentuino le frasi con il “comping” .
La differenza tra i jazzisti ed il trio è che mentre nel jazz ogni concerto è diverso, per il gruppo una volta trovata la formula vincente questa viene memorizzata e riproposta per sempre in questo modo!
Volete qualche esempio: (cito a memoria senza pensare troppo!) ascoltate il solo di Tom Sawyer, Spirit of the Radio. Ci ho pensato troppo: qualsiasi brano appartenente alla produzione fine ’70 inizi ’80 ha questa caratteristica!
Volete un’esempio del contrario? Provate ad ascoltare qualsiasi disco di Vai, Satriani, ect..
Io li chiamo “show case”, sembra di essere ad una fiera musicale dove in ogni stand c’è un chitarrista che “dimostra” una marca. Per circa dieci anni sono andato alla Musik Messe di Francoforte. Bastava entrare nel piano dedicato alle 6 corde per rendersi conto di quello che ho appena detto!
Torniamo ai nostri!
Durante la metà degli anni ’80 c’è stata la svolta cosiddetta “tastieristica” (da Signals fino a Hold your fire). Infatti nei brani vi è una dose massiccia sia di sequenze che di tastiere in generale.
Il problema si è posto dal vivo, visto che i Rush non volevano aggiungere altri musicisti nei concerti.
Cosa hanno inventato tanto per non essere diversi? In studio durante le registrazioni hanno solo registrato le sequenze e tastiere che avrebbero potuto eseguire dal vivo.
Lo so che state già pensando a tutti quelli che fanno in contrario, e poi li si sente dal vivo ed è una delusione. Oppure dal vivo il gruppo originale lievita di numero di musicisti (anche nascosti dietro il palco!) per poter eseguire le mitiche “parti” che si sentono sui dischi. Oppure ancora il gruppo è supportato da una serie di computer sul quale sono incise esattamente le parti registrate in studio, ed il batterista sul palco ha le cuffie per poter suonare col click!
I rush cosa hanno fatto. Innanzi tutto per eseguire brani dove ci sono delle sequenze, queste vengono attivate da loro nel momento giusto, SI’ AVETE CAPITO BENE!
Questo significa che senza l’ausilio del click devono suonare alla velocità giusta per far sì che nel momento in cui fanno partire la sequenza il tutto sia perfettamente sincronizzato!
Semplice no?
Mi rendo conto che questo non è il classico articolo su un gruppo, ma è l’unico modo che conosco per poter parlare senza riempirsi la bocca delle solite frasi che i giornalisti usano.
Per poter parlare di musica bisogna conoscerla sotto ogni aspetto, anche quello tecnico.
Altrimenti è come far guadare un quadro di Picasso a uno che pensa che Van Gogh sia un giocatore della nazionale di calcio olandese.

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