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Notizie
Pubblicato il 15/07/2004 alle 08:55:37
Jan Garbarek, musica non convenzionale a Luglio suona bene
di Antonio Ranalli
Venerdì 16 luglio, alle ore 21, all'Auditorium Parco della Musica, per "Luglio suona bene", ci sarà il sassofonista Jan Garbarek, che si esibirà con Marilyn Mazur, Rainer Brüninghaus e Eberhard Weber. Spettacolo organizzato da Marilla Simonini.

Venerdì 16 luglio, nell’ambito della rassegna “Luglio suona bene”, alle ore 21 nella Cavea dell’Auditorium si esibirà Jan Garbarek, accompagnato da Marilyn Mazur, Rainer Brüninghaus e Eberhard Weber.
Quando Jan Garbarek, all’età di 14 anni, ascoltò alla radio John Coltrane, ebbe una sorta di illuminazione. Si comprò subito un libro per imparare la posizione delle dita sul sassofono. Coltrane era stata una scelta di modello fortuita, ma il seguire le sue orme aprì a Garbarek nuovi orizzonti. L’interesse di Coltrane per Ravi Shankar, avvicinarono Garbarek alla musica indiana nel 1963. Dal Coltrane Quartet, il giovane musicista norvegese imparò la dinamica della band e le relazioni tra gli strumenti.
L’apertura di Coltrane verso gli spiriti più liberi della New Thing, focalizzarono l’attenzione di Garbarek su Pharoah Sanders, Archie Shepp e, specialmente, Albert Ayler.
La Scandinavia, in quel periodo, era un vero paradiso per i musicisti americani. Garbarek ebbe molte opportunità di ascoltare (e di imparare) Dexter Gordon, Ben Webster e Johnny Griffin.
Nel 1964 ha la possibilità di suonare con Don Cherry, il quale univa le tradizioni folk di tutto il mondo in un’unica varietà di Free Jazz. Molto importante, in questo periodo di formazione, fu il pianista e compositore americano Gorge Russell, che si esibì con il gruppo di Garbarek al Molde Festival del 1965, invitando anche il giovane sassofonista diciottenne a suonare con la propria band. Nel 1969 Manfred Eicher fonda la EMC Records e invita Garbarek a registrare per il nuovo marchio.
Afric Pepperbird viene registrato ad Oslo nel 1970 e proietta il giovane sassofonista nel panorama internazionale assieme ai membri della sua band. Nel 1970 Garbarek trascende l’influenza di Coltrane e trasferisce nella sua musica nuove idee. Dei primi dischi usciti sotto l’etichetta ECM Garbarek ricorda Triptikon (1972) come punto di svolta. Inoltre, il disco contiene una prima prova di adattamento della musica folk norvegese, adattamento che si dimostrerà fondamentale negli anni successivi. Nel 1974 inizia la fruttuosa collaborazione con Keith Jarrett. Belonging and Luminessence viene registrato in una sola settimana. L’anno successivo, Jarrett presenta un brano realizzato insieme a Garbarek, Charlie Haden e a un’orchestra di archi. Il pezzo viene presentato per la prima volta al Carnegie Hall di New York.
Contemporaneamente ai progetti di Jarrett, il sassofonista ha co-diretto lo Jan Garbarek-Bobo Stenson Quartet, che ha registrato due album: Witchi-Tai-To e Dansere con i quali il gruppo si è affermato come una delle band più popolari d’Europa. Successivamente, Garbarek si ritira per un breve periodo dai concerti dal vivo per lavorare a un progetto più intimistico, l’album Dis che esce nel 1976 come primo volume di una trilogia che comprende Eventyr (1980) e Legend Of The Seven Dreams (1988). Molti di questi brani sono riflessioni sulla Norvegia, le sue luci e i suoi paesaggi, la sua tradizione folk. Nel 1979 escono Magico e Folk Songs, del trio Jan Garbarek, Egberto Gismonti e Charlie Haden. Nel 1986 registra l’album solista All those born with wings. Le musiche per film e teatro includono influenze non solo jazz, ma anche della musica classica e contemporanea. In un’intervista Garbarek ha parlato della sua passione per i compositori come Haydn, Chopin, Mahler, Sibelius, Lutoslawsky e Takemitsu; molte di queste influenze possono riscontrarsi nelle sue opere.
Il progetto Officium, ideato dal produttore Manfred Eicher pone provocatoriamente le improvvisazioni di Garbarek nel contesto dell’Officium defunctorum di Cristobal de Morales e di altri brani di musica antica.
Officium si afferma in numerose classifiche come miglior album dell’anno per la musica classica , jazz, “indipendente” e pop, dimostrando di avere al tempo stesso un fascino, inclassificabile e universale, che non mostra, tutt’ora, segni di voler diminuire.
Rites (1999) è il primo doppio album uscito con il nome di Garbarek. Contiene un tributo a Don Cherry, il musicista che per primo lo ha spinto ad esplorare la musica folk. C’è infatti la folkloristica del nord, ma ci sono anche influenze da altre parti del mondo. L’album inizia con una musica registrata da Garbarek in un villaggio indiano. Attualmente, il piano di lavoro di Jan Garbarek si divide tra le esibizioni nelle più importanti chiese del mondo insieme all’Hilliard Ensamble e in un’intensa attività di concerti con il Jan Garbarek Group.

Biglietti da 30 a 40 euro (senza diritto di prevendita). Tel 199.109.783

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