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Pubblicato il 04/04/2012 alle 23:27:25
Marco Carta: vi racconto la mia Necessità Lunatica
di Antonio Ranalli
A due anni di distanza da “Il cuore muove” incontriamo Marco Carta negli uffici della Warner di Milano. Il vincitore della settima edizione di “Amici” (2008) e del 59° Festival di Sanremo (2009), sembra aver trovato il giusto equilibrio.

“Rimanere ad ascoltare il silenzio fa bene, ascolti te stesso. Il successo è arrivato in fretta. Io sono un po' diesel, non amo i cambiamenti veloci. I grandi cambiamenti stravolgono un po'. Bisogna metabolizzare. Due anni fa mi sentivo irrisolto, dopo questa lunga introspezione, ora sono contentissimo, rilassato, ho imparato ad apprezzare il bello che la vita può darti e toglierti in un secondo”. A due anni di distanza da “Il cuore muove” incontriamo Marco Carta negli uffici della Warner di Milano. Il vincitore della settima edizione di “Amici” (2008) e del 59° Festival di Sanremo (2009), sembra aver trovato il giusto equilibrio dopo due anni in cui ha vissuto alti e bassi.
E oggi, dopo aver vinto i “Kids Choice Awards 2012” come miglior artista italiano, sta partecipando alla nuova edizione del talent “Amici!”, nella sezione speciale riservata ai vincitori delle precedenti edizioni. In tutto questo c’è un nuovo album “Necessità lunatica”, che sembra descrivere questo suo particolare momento.

Antonio Ranalli: Partiamo proprio dal titolo di questo nuovo album. E’ un titolo che rispecchia il Marco Carta di oggi?

Marco Carta: Sono vorace delle emozioni che la vita mi regala quotidianamente. Con “Necessità lunatica” esprimo la mia esigenza di avere sempre nuovi stimoli e traguardi da raggiungere, come cantante e come uomo. Fortunatamente ho una vita ricca di amicizie e viaggi che allargano continuamente il mio orizzonte.

Antonio Ranalli: Album dopo album ti metti sempre più a nudo. Mi riferisco in particolare a “Ti voglio bene”, brano scritto da Federica Camba che è dedicato alla tua mamma, che hai perso quando ero piccoli e cui avevi già dedicato “Ti rincontrerò”. Quando hai sentito questa necessità di aprirti di più al tuo pubblico?

Marco Carta: La musica per me è stata sempre terapeutica, sin da bambino. “Ti voglio bene” è la canzone più bella, quella alla quale tengo di più. Ho tirato fuori tutto quello che avevo dentro. Per farlo ci voleva un percorso di riflessione e di maturità. All'inizio nascondevo molto i miei sentimenti. Custodivo molto gelosamente l'amore per mia madre, che si è ammalata quando aveva 26 anni, la mia stessa età di oggi, ed è scomparsa due anni dopo. A 26 anni mi sento pronto per parlare di questa storia molto breve vissuta con lei. Questa pausa mi ha aiutato tantissimo a farlo. Nel caso di “Ti rincontrerò” non c'era nessun rifermento esplicito. Quella canzone era una dedica. Un ti voglio bene è qualcosa di molto più forte.

Antonio Ranalli: Nel disco si il tema prevalente è l’amore: penso a “Chiudi gli occhi” e “Ti sorriderò” (a quanto pare la preferita di Marco, tanto che la intona durante l’intervista, ndc).…

Marco Carta: E' una canzone molto felice (il riferimento è a “Ti sorriderà”), racconta di una
relazione con una bellissima donna: “Ti tratterò come una regina, vivremo felici tutta la vita”. Io vorrei un amore così, mi emoziono quando vedo che due anziani ancora si tengono per mano.

Antonio Ranalli: Sei innamorato attualmente?

Marco Carta: Sono felicemente libero ma non per scelta. L'amore quando arriva arriva, ma sono felice.

Antonio Ranalli. La maggior parte dei brani sono firmati da Federica Camba e Daniele Coro e prodotte da Dario Parisini. Sul tuo repertorio ho due curiosità da chiederti: innanzitutto le canzoni ti vengono scritte dagli autori dopo un ampio confronto con te? Hai mai pensato di misurarti con la scrittura in prima persona?

Marco Carta: Federica e Daniele li conosco molto bene. Solo nel caso di “Ti voglio bene” ho parlato con Federica, raccontandogli la mia storia e di che tipo ero quando ero piccolo, nei momenti in cui ero con mia madre. Per il resto i brani seguono un percorso autonomo. Mi vengono proposto dopo che sono stati scritti e vengono scelti di volta in volta. Quanto alla scrittura ci ho già provato in passato, ma non sono come quegli artisti che devono farlo per forza. Io non sono capace di farlo oppure non sono portato, magari è un mio limite.

Antonio Ranalli: In questi giorni sei impegnato con la nuova edizione di “Amici”. Innanzitutto, che rapporto hai con Maria De Filippi? Lei ti ha seguito durante la preparazione dell’album?

Marco Carta: Con Maria ho un rapporto bellissimo. E' una grande amica, una persona che c'è sempre per qualsiasi confronto. Lei ha avuto modo di seguirmi e darmi dei consigli durante la preparazione del disco. I pezzi che ha bocciato non ci sono nell'album.

Antonio Ranalli: La prima puntata non ti ha visto primeggiare. Cosa ti aspetti?

Marco Carta: L'orchestra vota secondo il giudizio dell'esibizione di ogni sera. Mentre il voto di stampa e radio credo sia più legato a un giudizio generale sui singoli artisti. Non disdegno ciò, lo capisco, ma vorrei riuscire a far capire che ho le carte in regola. In questi mesi mi sono preparato molto con il maestro Beppe Vessicchio. Siccome ho un timbro vocale molto rauco che rimane un po' delicato devo esercitarmi almeno un’ora al giorno.

Antonio Ranalli: Quali dei tuoi colleghi di “Amici” stimi di più?

Marco Carta: Antonino ed Annalisa. Con Annalisa in particolare c’è un bel feeling umano, anche se lei, ci tengo a precisare, è fidanzata.

Antonio Ranalli: Con quale artista ti piacerebbe o ti sarebbe piaciuto duettare?

Marco Carta: Dei duetti sinora fatti ricordo quello con Claudio Baglioni. Tra gli artisti che non ci sono più dico sicuramente Lucio Battisti.

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