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Pubblicato il 20/05/2005 alle 14:33:15
Sulla strada di Massimo Di Cataldo
di Antonio Ranalli
Dopo un periodo artisticamente statico, Massimo Di Cataldo è tornato a raccontare emozioni alla sua maniera. “Sulla mia strada” è il nuovo album di inediti del cantautore romano, che torna a collaborare con il paroliere Vincenzo Incenzo.

E’ nei negozi il nuovo album di Massimo Di Cataldo “Sulla mia strada”, il settimo album di inediti del 37enne cantautore romano considerato da tempo, anche tecnicamente, una delle voci più interessanti del panorama musicale italiano. “Sulla mia strada ho incontrato tanta gente, e con ognuno ho cercato di condividere un pezzetto di vita fintanto che quel tratto fosse stato comune. In molti mi hanno preceduto e ad ognuno di loro sono riconoscente; a chi si è fermato, a chi ha intrapreso la sua strada parallelamente alla mia sarò sempre vicino; a coloro che mi hanno seguito in questo lungo, tortuoso, sorprendente cammino dedico più che mai queste canzoni” scrive Massimo in una breve introduzione sul libretto del suo CD. L'album contiene 12 brani che vanno da “Scusa se ti chiamo amore” (il primo singolo in programmazione nelle radio dal 29 aprile, forte di un bel verso che rimane nell'orecchio, nel cuore e nei ricordi di una esperienza personale vissuta non solo dall'autore ma da tutti: “sto facendo già l'errore di amare te molto più di me”) a “Ogni giorno sarà”, un inno alla vita dalla melodia ampia, importante; all'intimismo di "Un'altra notte", l'emotività di "Fragile", e poi "La via", con quell'andamento da bossanova lenta, il cui testo prende ispirazione da un racconto di Paulo Coelho; all'appassionata "Mai più distanti", alla bellissima "Amami" un’invocazione cantata sul doppio registro della freschezza e della drammaticità; a "Caterina", "Strade del nord", "Vero non vero", "Meravigliosamente, fino a "Il nostro caro Angelo" di Lucio Battisti, qui in una versione scandita da una ritmica profonda, un groove di basso che aggiunge fascino al fascino immortale di questa melodia e naturalmente delle sue parole. Un ottimo lavoro svolto, oltre che dalla testa e dalla penna di Massimo, dal produttore-arrangiatore-chitarrista Luca Rustici (già collaboratore del fratello Corrado con Zucchero, Baglioni e Bocelli) che ha coadiuvato con mestiere le atmosfere ora energiche e ritmate ora eleganti e delicate dei dodici episodi musicali costruiti intorno alla vocalità di Massimo. “Sulla mia strada”, che esce a tre anni di distanza da "Veramente", è il settimo album di Massimo Di Cataldo. La sua decennale carriera annovera importantissime collaborazioni come quella storica con Youssou N'Dour nel progetto "Anime" e la 'benedizione' di Peter Gabriel e della Real World in "Dieci" del 1999).
Abbiamo incontrato l’artista negli uffici romani della Bmg.

Con “Sulla mia strada” è tornato il Massimo Di Cataldo di un tempo. Ma che n’è oggi dell’artista di 10 anni fa?

Ho tracciato una strada che è la mia. Non ho più ansia per il domani. Sono grato al mio ieri. Considero i frutti di questo percorso come le persone che, come me, hanno difficoltà ad affrontare la vita, perché la vita è un’incognita. Credo di essere riuscito a passare e superare questo momento, perché ho avuto un periodo in cui ho preso a picconate anche quel poco di buono che avevo costruito. E soprattutto rispondendo diversamente da come un certo tipo di pubblico avesse rispettato.

Ecco proprio il pubblico. Chi ti seguiva ai tuoi esordi è oggi cambiato. Ti continuano a chiedere di proporre le stesse cose di un tempo?

Chi ha continuato a seguirmi in questi anni è oggi una persona adulta e amtura, o comuqnue ragazzi che hanno tra i 21 e i 26 anni. Mi fa piacere che c’è tanta gente che canta ancora le mie canzoni, anche se magari non sono considerato il loro artista preferito. E’ un dato di fatto. Su di me c’è stato un pregiudizio negli anni che in parte ho sfruttato. Sicuramente oggi esco fuori dalla competizione con gli idoli giovanili del momento.

Analizzando la tua produzione artistica, gli ultimi anni sono stati caratterizzati da una fase un po’ di stasi. Come mai?

Dopo il grande successo ottenuto dai miei primi due album è successo di tutto. Sicuramente io non ero preparato a sostenere quel tipo di successo. Avevo paura di sbagliare e di montarmi la testa. E su questo credo di essere stato molto ingenuo. In quel momento ero al di fuori della realtà. Ad un certo punto ho fatto dell’immagine il mio punto di forza, che poi è diventato il mio punto debole.

Parliamo del nuovo album “Sulla mia strada”. Come sono nate le canzoni? Mi ha molto colpito il primo singolo, che apre anche l’album, che è “Scusa se ti chiamo amore”. Come è nata questa canzone?

Sono un grafomane sin da ragazzino. Ho sempre riempito quaderni di testi ed appunti. Anche per questo album ho scritto personalmente i testi di buona parte delle canzoni, per poi intervenire sulla musica, anche con alcuni collaboratori. Per quanto riguarda “Scusa se ti chiamo amore” è una storia raccontata quasi didascalimente. Il fatto di chiedere scusa a qualcuno per il fatto di averlo chiamato amore è una cosa di per se un po’ particolare. Non solo la propria compagna, ma anche un amico o un figlio con cui si è avuto una rottura, ma dove qualcosa rimane sempre. Amore diventa spesso anche un nomignolo. Pronunciarlo in un’occasione casuale, dopo la fine di un rapporto, quasi per sbaglio e incosapevolmente lancia una serie di segnali.

L’album segna anche il ritorno di Vincenzo Incenzo, che firma per te il testo di “Mai più distanti”, cover di “Now That You Love” di Michelle Lewis. Un grande ritorno. Com’è stato tornare a lavorare con questo grande autore?

Vincenzo ha firmato alcune delle canzoni più importanti della mia carriera come “Che sarà di me” e “Uno per tutti”. In quegli anni con Vincenzo ci fu una bella intesa artistica che è diventata anche amicizia. E’ una delle persone più importanti della mia vita. Poi con il passare degli anni ci siamo allontanati artisticamente, pur restando amici. Ci siamo ritrovati lo scorso dicembre a Roma, in occasione della serata di presentazione del suo libro. Poi tornando a Milano per incidere l’album mi sono ritrovato con questo pezzo di Michelle Lewis, su cui non riuscivo a trovare una chiave per adattarlo in italiano. Allora ho pensato subito a Vincenzo, e lui è stato molto disponibile a realizzare un testo che si è rivelato all’altezza della situazione. Il testo è un rilancio per la nostra amicizia ed è la possibilità di poter collaborare in futuro.

Nell’album c’è anche un cover de “Il nostro caro angelo” di Lucio Battisti. Come mai proprio questo brano?

E’ una delle canzoni di Battisti che mi ho amato e, se vogliamo, e anche quella tra i suoi classici “meno conosciute” e che all’epoca rappresentò una svolta nel pop italiano. Un pezzo in cui Battisti anticipa la sua scrittura futura con Mogol. L’idea di incidere questa cover mi è stata prospettata da Roberto Rossi della Bmg. Inizialmente non me la sentivo. Poi però è stato più facile del previsto: nello studio mi sono sentito quasi guidato.

E’ previsto un tour?

Dopo la promozione dell’album terremo alcuni concerti ad agosto, in attesa di organizzare un tour nei club e nei teatri in autunno.

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