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Recensioni
Pubblicato il 07/08/2006 alle 15:58:09
Ligabue – Stadio Adriatico di Pescara – 06/08/2006
di Antonio Ranalli
Ligabue chiude il "Nome e Cognome Tour/06” allo Stadio Adriatico di Pescara. Pubblico delle grandi occasioni e grande accoglienza per il rocker di Correggio. Grande performance con i ClanDestino, la band degli esordi. E Luciano Ligabue è sempre lui

Ligabue chiude il "Nome e Cognome Tour/06” allo Stadio Adriatico di Pescara. Pubblico delle grandi occasioni e grande accoglienza per il rocker di Correggio. Grande performance con i ClanDestino, la band degli esordi. E Luciano Ligabue è sempre lui

Oltre 25 mila persone in delirio per Ligabue. L’ultima data del “Nome e Cognome Tour/06” allo Stadio Adriatico di Pescara ha richiamato fans da tutta Italia. Nessuno ha voluto mancare all’appuntamento per dare il saluto al rocker di Correggio prima delle meritate vacanze. E così sin dalle prime ore del mattino di domenica 6 agosto, davanti allo stadio abruzzese, si sono visti i primi fans che aspettavano con ansia di entrare. E l’attesa non è stata vana. Nel tardo pomeriggio Irene Fornaciari (figlia del ben più noto Zuccero ndc), i Rumorerosa e L’Aura hanno avuto l’onore di scaldare i fans in attesa di Luciano Ligabue. Poi un po’ di selezione di musica accuratamente scelta da Liga Channel, a base di Rolling Stones, gli ormai immancabili White Stripes (e tutti a fare il tormentone “po po po po po”) e persino “Jump” dei Van Halen che alle 21,15 ha lasciato il posto alla chiusura delle luci. Dai mega schermi viene mostrato il pianeta Terra visto dal satellite, che piano piano si avvicina su Pescara per entare virtualmente allo Stadio Adriatico ed indicare al pubblico “Voi siete qui!”. Luciano si è presentato puntuale sul palco accompagnato dalla Banda, vale a dire Federico Poggipollini (chitarra), Mel Previte (chitarra), Robby Pellati (batteria), Antonio Righetti (basso) e il nuovo acquisto Niccolò Bossini (chitarra). Ad aprire le danze è “Il giorno dei giorni”, primo singolo estratto dall’ultimo fortunato album “Nome e Cognome”, che dopo 45 settimane di presenza nella chart degli album più venduti in Italia, è tornato di nuovo in vetta alla classifica Fimi/Nielsen. Il pubblico esplode letteralmente: la notte pescarese è ancora una volta tutta sua. Con la Banda Ligabue sforna il meglio del repertorio più recente: scorrono via via come un fiume pezzi impeccabili come “L’amore conta”, “Le donne lo sanno” e l’immancabile “Happy Hour”, vero tormentone dell’estate, grazie anche ad uno noto spot televisivo di una nota compagnia telefonica. Ce n’è comunque per tutti i gusti. Ligabue non sta fermo sul palco ed imbraccia anche lui la sei corde. Certo forse in alcuni momenti quattro chitarre risultano un po’ troppo eccessive e non se ne capisce l’utilità (Poggipollini, Previte e Bossini più Ligabue). Ma la maggior parte del pubblico è di bocca buona e stravede solo per Luciano. “Certe notti”, “Quella che non sei” (sugli schermi compaino dati sulle morti i malati di anoressia e bulimia) e “Viva” sono un vero toccasana per il pubblico che in “Tutti vogliono viaggiare in prima” perde letteralmente la testa. Però c’è anche un parte di fans che vuole Ligabue come ai vecchi tempi. E questo tour sembra accontentare decisamente loro. L’ingresso sul palco dei ClanDestino, la band che ha suonato nei primi tre album del Liga, viene accolta con grande fervore dalla vecchia guardia, mentre per molti dei fans più giovanissimi è soltanto un semplice cambio di musicisti. Dopo 12 anni Ligabue è tornato a suonare con i ClanDestino (Max Cottafavi alla chitarra, Luciano Ghezzi al basso, Gigi Cavalli Cocchi alla batteria e Giovanni Marani alle tastiere), cui si è aggiunto il chitarrista emiliano Niccolò Bossini. Il sound è decisamente tutta un’altra storia. Non per essere nostalgici, ma sin dalle prime note di “Salviamoci la pelle”, per poi passare a “Bar Mario” (ad un certo punto entrano i componenti della Banda vestiti da camerieri) e “Marlon Brando è sempre lui” sembra di stare decisamente su un altro pianeta. La reunion, avvenuta in occasione del concerto di Campovolo e poi proseguita in tour nei club, sembra aver dato nuova linfa a Ligabue. Non contenti, dopo i ClanDestino arriva anche Mauro Pagani (protagonista con Ligabue del tour nei teatri celebrato nel doppio/triplo live ), per un brevissimo set (a dire il vero poteva essere sfruttato di più), dove trova spazio anche “Il mio nome è mai più” acustica, per poi lasciare di nuovo spazio alla Banda. Il finale è tutto caricatissimo. Sulle note di “Una vita da mediano” scorrono le immagini dei goal dell’Italia campione del Mondo. E prima di introdurre il pezzo Ligabue parla di Fabio Grosso, il calciatore pescarese che ha realizzato il rigore decisivo per consegnare la Coppa del Mondo all’Italia. E mentre scorrono le immagini, con il pubblico che esulta ad ogni rete, tutti i musicisti vanno via. Giusto il tempo di qualche secondo di pausa, che Ligabue torna di nuovo in scena. Questa volta però con lui ci sono tutti i musicisti che hanno suonata quella serata: un’esplosione di chitarre, bassi, batteria e percussioni. L’inno finale non può che essere “Urlando contro il cielo”. Nel corso del brano, molto tirato, salgono tecnici, il manager Claudio Maioli e tutti coloro che hanno lavorato dietro le quinte in questo tour. Ligabue ringrazia tutti i musicisti e sui ClanDestino dichiara di essere felice di essere “tornato a suonare con questi musicisti”. Poi l’ultimo saluto: in acustico, con il solo Mauro Pagani, con il quale esegue leggero. E’ il gran finale, dopo circa 2 ore e 30 di concerto. Dopo i club, i palasport e gli stadi ci sono ancora tante sorprese nel futuro di Ligabue, che in autunno potrebbe tornare con una nuova formula live.

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