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Recensioni
Pubblicato il 05/08/2015 alle 10:13:07
Nomadi – Lascia il segno (Nomadi/ Artist First)
di Antonio Ranalli
Passato e presente messi a confronto, nel secondo album di inediti dei Nomadi con il cantante Cristiano Turato. In “Lascia il segno” la band di Beppe Carletti regala un disco fresco e godibile.

Passato e presente messi a confronto, nel secondo album di inediti dei Nomadi con il cantante Cristiano Turato. In “Lascia il segno” la band di Beppe Carletti regala un disco fresco e godibile, nel rispetto della tradizione musicale che ha caratterizzato la storia del gruppo.

Gli ultimi cinque anni sono stati decisamente intensi per i Nomadi, culminati con i festeggiamenti per i 50 anni di carriera del gruppo, che hanno poi portato alla pubblicazione della doppia antologia “Nomadi 50+1”. Questo nuovo album di inediti arriva dunque a tre anni di distanza dall’ottimo “Terzo tempo”, che aveva segnato l’inizio della collaborazione con il nuovo cantante Cristiano Turato. Sin dal primo ascolto si nota decisamente il cambio di sonorità optato da Beppe Carletti (tastiere), Daniele Campani (batteria), Cico Falzone (chitarre), Massimo Vecchi (basso e voce), Sergio Reggioli (violino e percussioni) e Cristiano Turato (voce e chitarra). I musicisti hanno lavorato all’unisono e in piena libertà nel quartier generale di Reggio Emilia. Un lavoro anche certosino, lasciando spazio anche all’improvvisazione, ma mantenendo cura per ogni dettaglio. Il lavoro ha poi avuto una coda, per la masterizzazione, allo Sterling Sound di New York.

Dieci nuovi brani che vanno dal primo singolo “Non c'è tempo da perdere” fino a “Esci fuori (al mio paese)”. Il tastierista e fondatore del gruppo Beppe Carletti, in occasione della presentazione del disco aveva affermato che “per noi questo lavoro è un po' una ripartenza perché ce lo siamo fatti da soli in casa e lo sentiamo molto nostro. Ci siamo sentiti liberi di fare quello di cui avevamo voglia nei momenti precisi in cui mettevamo mano alle canzoni nuove. Ci siamo divertiti moltissimo”. E il risultato si percepisce sin dalle prime note. Il singolo “Non c'è tempo da perdere” mette in luce l’intenzione del gruppo di continuare raccontare l'attualità. In brani come “Io come te”, “Figli dell’oblio”, “Animante” e “Tutto vero” i Nomadi parlano anche di banchieri e della drammatica realtà degli sbarchi di migranti, ma sempre con un occhio rivolto alla speranza. La chitarra di Cico Falzone si incrocia tagliente con l’ottima sezione ritmica composta da Daniele Campani e Massimo Vecchi, quest’ultimo brillante cantante in alcuni brani del disco, e il violino di Sergio Reggioli, e in qualche passaggio fanno omaggi sonori ai grandi del rock. I Nomadi, intanto, continuano ad assorbire l'amore sconfinato dei fan, che ha eguali con ben pochi artisti in Italia, e regala emozioni in brani come “Rubano le fate”, “Lascia il segno”, “Chiamami”, “Tutti quanti a credere” e “Esci fuori (al mio paese)”. Canzoni già protagoniste dei concerti, che rappresentano la vita del gruppo.

Da segnalare che l’album è contenuto in un’elegante cofanetto, che comprende un piccolo libro ricco di foto e testi.

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