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Notizie
Pubblicato il 30/09/2006 alle 15:27:42
Il sito Ondalternativa.it analizza il cd This Love: A Tribute to Dimebag della U.d.U. Records, dedicato ai Pantera
di Giancarlo Passarella
Ha fatto molto piacere la recensione apparsa su questo sito specializzato, perche' il cd compilation in questione e' stato analizzato in ogni aspetto da drugo un recensore davvero spietato e fortunamente critico.

Ha fatto molto piacere la recensione apparsa su questo sito specializzato, perche' il cd compilation in questione e' stato analizzato in ogni aspetto da drugo un recensore davvero spietato e fortunamente critico.

Leggo infatti parole e giudizi non gratuiti, ma ben focalizzati. Si tratta quindi una critica e come tale va presa in seria considerazione...

..Spero che chiunque, scorrendo questa pagina si soffermi a leggere attentamente ciò che ho scritto riguardo a questo disco prima di lasciar cascare lo sguardo su uno sterile punteggio numerico che potrebbe non rispecchiare a pieno il valore di questo lavoro. Partiamo dal fatto che i Pantera, Dime e Phil in primis, hanno rappresentato e tutt’oggi rappresentano una delle mie principali influenze musicali, e nonostante oggigiorno mi sia diretto verso nuove sfacciature di questo genere, sono stati il gruppo che mi ha iniziato al metal estremo. Detto ciò, e anticipatovi quanto possa essere rimasto colpito dalla tragica scomparsa del buon Dime, ammetto che era da un bel po’ che attendevo un tributo alla sua figura, ma premetto pure che una simile opera avrei voluto sentirla composta da band di tutt’altro livello. Le band presenti su questo disco infatti sono tutte band emergenti dell’underground italiano, e non sempre all’altezza del gravoso compito: in pochi hanno il carisma di Phil Anselmo e ancora meno la maestria del compianto Dime.
Analizzando track by track l’intera opera troviamo un opener affidata alla velocissima “Strenght Beyond Strenght” brutalizzata a dovere dai By The Grief, si prosegue con “Mouth For The War” terribilmente rallentata nell’intro dagli Atomic Ants, avanzando abbiamo “5 Minutes Alone” vergognosamente mutilata dagli Shelter of Leech, “Cowboys From Hell” in una fedele interpretazione degli EmpYrios e una spentissima “Walk” eseguita dagli Hapax. “Cemetary Gates” nella versione dei Day1Day prosegue la linea delle esecuzioni fedeli, modernizzate ma di livello adeguato come la successiva “Suicide note(southern version)” dei Sown, non si può certo dire lo stesso invece per “This Love” “stuprata” dagli Addiction Crew che la trasformano in un pezzo degno dei peggiori Limp Bizkit. Attraversando delle tutt’altro che lampanti esecuzioni di “War Nerve” e “Domination” da parte rispettivamente di Shattered e Remorse arriviamo a una delle più discutibili sorprese del disco: gli Imodium che rileggono in chiave emo-core “Rise”, apprezzo che gruppi così lontani dalle sonorità dei Pantera ne apprezzino comunque l’importanza socio-musicale ma il giudizio sul risultato non lo scrivo qui perché sarebbe troppo suscettibile dei miei personalissimi gusti.. Dopo una “Fuckin Hostile” sottotono proposta dai Sufferhead e un’orrenda versione della Sabbathiana “Planet Caravan”, troviamo un’altra volta “Suicide Note” questa volta sottoposta nella Lysergik Version, ripetitiva ma di buona fattura. La conclusione è affidata a due classici di “Far Beyond Driver”: “Slaughtered” ottimamente eseguito dagli UnDEAD e “Becoming” su cui si cimentano gli HateRade il cui cantante lascia un’po’ il passo davanti a quella che rimane una delle migliori performance.... A conclusione di questo disco appare evidente la totale assenza di brani estratti dall’ultimo disco dei Pantera, sembra che io sia l’unico fan di Dime e soci a cui “Reinventing The Steel” non è dispiaciuto per niente, e la mancanza di alcuni classici imprescindibili, vedi “I’m Broken”, “Drag The Waters”, “Psycho Holidays”, “Primal Concret Sledge”, “Use My Third Arms”… La qualità complessiva del disco oscilla tra buone interpretazioni fedeli alla linea originalizzate da piccoli ritocchi di modernità, e disastrose riletture in cui la singolarità dei componenti dei Pantera viene sbiadita da musicisti troppo attenti ad eseguire al meglio la loro parte per accorgersi che l’originale era un pezzo inciso da quattro texani incazzati. Attendendo che in una prova simile si cimentino band di altro calibro cogliamo l’occasione per rivolgere un saluto affettuoso al buon vecchio Dimebag, dimostrandogli che le nuove leve anche se non sono, e forse mai saranno, all’altezza, almeno hanno capito la lezione, peccato per qualche poser…. Ciao Dime...

Grazie alle critiche ed opinioni espresse: fa sempre bene leggere pareri che non siano gratuiti, ma ben argomentati.

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