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Recensioni |
Pubblicato il 04/04/2008 alle 17:33:06 | |
Partito da Sulmona il tour di Cammariere: altro che cantautore piccolino!
E’ partito da Sulmona il nuovo tour di Sergio Cammariere. In una serata dal clima piuttosto freddo pur essendo già aprile, il ‘Maestro’ ha riscaldato alla perfezione il pubblico del Teatro Maria Caniglia. Grande musica e grandi emozioni.
E’ partito ieri sera da Sulmona il nuovo tour di Sergio Cammariere. In una serata dal clima piuttosto freddo pur trovandoci all’inizio di aprile, il ‘Maestro’ (perché solo così lo si può definire) ha riscaldato il pubblico del Teatro Maria Caniglia regalando brividi ed emozioni purissime, grazie ad un suono raffinato ed elegante e ad un tocco – quello suo, ma anche quello dei musicisti che lo accompagnavano sul palco – che ha estasiato gli astanti. I quali, dal canto loro, hanno ricambiato con calorosi applausi sin dall’inizio del concerto. E se il buongiorno si vede dal mattino… Con un ensemble comprendente ben due strumentisti abruzzesi e formato da Amedeo Ariano alla batteria, Luca Bulgarelli al contrabbasso, Bruno Marcozzi alle percussioni e Olen Cesari al violino, Sergio Cammariere ha proposto i suoi brani più noti, intervallandoli con deliziosi assoli dei suoi talentuosi compagni di avventura. Le danze sono state aperte da una lunga intro strumentale, cui sono subito seguiti gioielli come “Sorella mia”, “Sul sentiero” e la sanremese “L’amore non si spiega”, che costituisce il singolo di lancio del nuovo album di Cammariere: l’antologia “Cantautore piccolino”. Cammariere, che ha dunque scelto l’Abruzzo per inaugurare il suo nuovo giro di concerti, mancava da questa regione esattamente da un anno: il 4 aprile 2007 si esibì a Pescara, e rispetto a quel concerto stavolta erano assenti la chitarra di Bebo Ferra e la tromba di Fabrizio Bosso. Ne è scaturito un sound forse a volte più scarno, ma non per questo meno interessante, grazie ai virtuosismi di un Cesari davvero in forma, e che si è esaltato nel momento in cui lui e Cammariere, rimasti da soli sul palco, si sono dati alla pura improvvisazione: Sergio, infatti, ha interagito con il pubblico chiedendogli di cantare alcune note a caso, sulle quali poi ha costruito al volo, con l’aiuto del fido Olen, una serie di interessanti passaggi musicali, compresi dei chiari rimandi a Debussy. La poesia ha volato alto sulle melodie di “Dalla pace del mare lontano”, “Per ricordarmi di te” e “Cambiamenti del mondo”, fino ad arrivare alla canzone che permise all’artista crotonese, durante Sanremo 2003, di mettersi grandemente in luce: “Tutto quello che un uomo”. Cammariere ha voluto che la gente cantasse il brano insieme a lui, e per questo – dopo averne terminato l’esecuzione – è tornato a suonarne l’ultima parte: a quel punto, un giovane musicista pescarese, Mirko Modesti, già noto in ambito locale per la sua militanza negli Arcadia e per le sue qualità di interprete, ha intonato da un palchetto laterale il ritornello della canzone, prendendolo un'ottava più alta. Cammariere, che gli dava le spalle, si è voltato stupito e gli ha fatto i complimenti, ribadendoli alla fine del concerto e nel backstage, quando i due si sono incontrati. Lo spettacolo di Sulmona ha riservato anche dei momenti in cui Sergio si è esibito da solo, al pianoforte: durante una di queste performance è arrivata “Padre della notte”, un pezzo che, dal vivo, fu suonato la prima volta in Vaticano. Dopo un’ora e mezza, il cantante calabrese è scomparso, per poi riapparire, chiamato a gran voce dalla gente, sulle note di “Vita d’artista”, una simpatica riflessione su ciò che vuol dire campare di creatività faticando ogni giorno a trovare la stabilità in un’esistenza che, di fatto, è instabile. Tutto questo, condito musicalmente da un incedere che ricorda Paolo Conte. Ci avrebbe fatto piacere riascoltare “Estate” di Bruno Martino e “Ferragosto”, il riuscito risultato della collaborazione tra Sergio Cammariere e Samuele Bersani: gemme che a Pescara avevamo avuto l’onore di poter gustare. Siamo stati, tuttavia, contenti di aver potuto cogliere, più o meno a metà della tracklist, anche quella che reputiamo una delle migliori composizioni di Sergio Cammariere: “Cantautore piccolino”, appunto. Un titolo che va bene solo per un greatest hits, visto che non è assolutamente adatto a definire l’essenza di questo personaggio.
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