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Recensioni
Pubblicato il 10/12/2006 alle 01:08:28
I PuntinEspansione ci provano con una dialettica particolare
di Andrea Solimena
Dopo il promo, il disco per la Otium Records! Ma con una dialettica particolare e per non sottovalutare i momenti belli della vita.

Dopo il promo, il disco per la Otium Records! Ma con una dialettica particolare e per non sottovalutare i momenti belli della vita.

Premetto che sono di parte, in quanto amo il genere musicale che percorrono i PuntinEspansione ma che è anche un genere che, come tutti del resto, non intendo “etichettare” perché sarebbe limitativo.

Ma partiamo dalla fine... Il penultimo pezzo dell’album è Bocca di Rosa. Non è da tutti avere il coraggio di cantare una cover di Fabrizio De Andrè stravolgendola completamente: dalla ritmica globale fino all’inserimento di un arrangiamento di flauto stile Jethro Tull. Forse non è un caso che sia in coda all’album… Come se la band volesse lasciare un particolare ricordo o idea di accostamento di sè. E con me ci sono riusciti! Soprattutto quando, nel riflettere su questo pezzo, ho lasciato andare avanti il lettore e ascoltato una Ghost Track. Idea originale in quanto non è una song ma un modo originale per svelare se stessi e gli “effetti speciali” dell’album. Una piacevole sensazione.
I PuntinEspansione credo inseguano sonorità d’oltre mare, esaltando i testi che sono particolarmente originali ma allo stesso tempo narratori di vita quotidiana o che, per lo meno, tutti dovremmo vivere. Il disco è un elogio ai valori della terra, al lavoro gratificante, all’amicizia e soprattutto, al diritto di sognare un po’.
I cori sono curati direi, a mo’ di PuntinEspansione, come se venissero utilizzati da supporto alla voce per farla arrivare piu’ potente in alcuni momenti, come se volesse raggiungere i cuori di chi ascolta, particolarmente in determinati istanti. Forse i cori ad ottave differenti creerebbero un’atmosfera più suggestiva. Visto poi che i testi fanno la parte dei protagonisti, anche alcuni controcanti procurerebbero buona parte dell’immedesimazione del pubblico.
Bellissimo l’arrangiamento di pianoforte nel secondo pezzo Un’estate di duro lavoro in un campo sperduto nel cuore del sud: solare, fresco e spensierato tanto da meritare il sottofondo della ghost track….
E ancora una frase in particolare che mi ha colpito ascoltando tutto l’album: “Il segreto della vita è vivere, guarda il cielo… è bellissimo”

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