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Recensioni
Pubblicato il 14/11/2012 alle 12:59:27
Steve Vai - Atlantico Live (Roma 11 novembre 2012)
di Paolo Ansali
Torna a Roma l'alieno della sei corde per presentare il nuovo album The Story of Light e regale tre ore di concerto in cui si rivela non solo come virtuoso ma anche abile entertainer.

Torna a Roma l'alieno della sei corde per presentare il nuovo album The Story of Light e regale tre ore di concerto in cui si rivela non solo come virtuoso ma anche abile entertainer.

Andare ad un concerto di Steve Vai è un appuntamento impedibile, non solo per i maniaci del chitarrismo più spettacolare ma per chiunque ami la buona musica. Il suo nuovo album “The Story Of Light” è uscito lo scorso 14 agosto, pubblicato dalla sua etichetta Favored Nations, dopo sette anni dal precedente lavoro in studio, ed ora è impegnato nel tour promozionale. Tre ore di show, dalla nove a mezzanotte, in cui il 52enne musicista italoamericano si rivela non solo come virtuoso ma anche abile entertainer. Ed alla fine ricorda quando venne per la prima volta nella Capitale trent’anni fa con Frank Zappa, il suo maestro, che lo lanciò nel firmamento musicale per poi collaborare con Alcatrazz, David Lee Roth e Whitesnake prima della carriera solista. Ottima la band che lo accompagna con Dave Weiner (chitarra, tastiere), Jeremy Colson (batteria), Philip Bynoe (basso) e l’arpista elettrica Deborah Henson-Conant (brava e affascinante).

Prima di salire sul palco fa sentire la sua “chitarra parlante” da dietro il palco e si scatena subito il delirio nell’impianto romano. Ampio spazio ai nuovi pezzi come “Racing the World”, “Velorum” e il singolo “Gravity Storm”. Su “The Moon and I” è lo stesso Vai che canta o meglio fa un recitato particolare. Il concerto è decisamente variegato. C’è anche una parte solista con la classica insieme a Dave Weiner. Si mette una maschera fantascientifica in “The Ultra Zone”. Tra un assolo e l’altro l'alieno della sei corde (spesso anche sette, lanciò un famoso modello dell'Ibanez) scherza, ride, ogni tanto si fa scappare qualche parolaccia in italiano imparata dal padre. Nel finale chiede ad alcuni ragazzi di salire on stage per provare ad improvvisare una canzone con lui e poi duetta con un altro giovane chitarrista, vincitore di un contest, che si ritrova a suonare con il suo idolo. Chiude con la splendida For the Love of God dal suo album-capolavoro “Passion and Warfare” del ’90, la composizione per cui verrà ricordato per sempre. Per i fan di chitarristi ipertecnici non finisce qui. A fine maggio torna un altro celebre guitar-hero, insegnante e amico di Steve Vai, Joe Satriani, sei date italiane tra cui una a Roma qui all’Atlantico.

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