|
Rumours |
Pubblicato il 27/09/2006 alle 15:53:04 | |
Jovanotti, uno splendido quarantenne
Oggi Jovanotti compie 40 anni. Fa un certo effetto, perché nell'immaginario collettivo Lorenzo Cherubini viene sempre associato al ragazzo con il cappellino all'indietro che esortava a fare casino. Gimme five!
Oggi Jovanotti compie 40 anni. Eh sì, sembra incredibile, ma è così. Da questo momento, Lorenzo Cherubini entra a far parte del club degli "anta". Fa un certo effetto, perché nell'immaginario collettivo Jovanotti viene sempre associato al ragazzo con il cappellino all'indietro che esortava a fare casino. E pazienza se quel personaggio non gli appartiene più da almeno 15 anni. Jovanotti è uno che, dagli inizi della sua carriera, ha cambiato pelle più volte, pagando quando ha sbagliato e beneficiando dei propri frutti quando invece ha azzeccato le mosse. Sul suo sito, www.jovanotti.it, oggi si legge semplicemente "Buon compleanno, Lorè", con annessa torta. L'editoria lo ha celebrato con ben due libri usciti in questo periodo: "Pioggia che cade, vita che scorre", il personale omaggio di Piotta, e "Quarantology", un'autobiografia fotografica. Un volume, quest'ultimo, molto interessante, perché contiene tutte le foto della vita e della strabiliante carriera di Jovanotti. Sicuramente, l’appellativo di rapper a Jovanotti è nient’altro che un’etichetta affibbiatagli per semplificare l’operazione di catalogazione: negli anni, il ragazzo di Cortona cresciuto a pane e discoteche si è fatto autore ed esecutore di una World Music dai tratti variegati e interessanti, ricca di contaminazioni fra ritmi africani (dunque, dal sapore tribale), sonorità latine - soprattutto sudamericane - e soluzioni più vicine alla cultura anglo-europea. Il tutto all’insegna del ballo e della consapevolezza. Con il suo personaggio, Jovanotti ha creato un processo di auto-divismo perché racconta da sempre storie semplici, di amore e non, che tutti possono avvertire come proprie, non mancando anche di denunciare ciò che non va nel mondo, come un moderno menestrello che canta i mali sociali, e che non è in fondo solo nella sua lotta contro i potenti. L'auto-divismo si esplica proprio così: Jovanotti crea identificazione nelle sue azioni, nelle sue parole, nel suo modo di vestire, in una parola, nel suo personaggio, e favorisce un processo di auto-riconoscimento silenzioso dei suoi proseliti in quelli che sono i propri personali gesti e atteggiamenti. Per i fan, quello che dice il cantante è sacro. Uno come Jovanotti si è messo in discussione ed è diventato tutt’altro che irraggiungibile, come poteva avvenire un tempo per celebri attori americani o per divi nostrani in odor di fama: al contrario, egli è un "mito in piazza", cioè accessibile a tutti, vicino a chiunque voglia approcciarlo. Jova è da sempre un idolo pronto a parlare al suo pubblico più da fratello maggiore che non da "capo supremo". E questo è un fattore molto importante, perché ridisegna completamente l’ideale del beniamino che deve restare un sogno inafferrabile: nel caso di Jovanotti, vicino come non mai alla sua gente, una cosa del genere non accade. Jovanotti fa da sempre un grande uso del legame ritmo-energia nelle sue canzoni: spesso ripete questa parola, "energia", quasi a sottolineare ulteriormente il suo collegamento con il ritmo. E sono proprio questi ritmi afro-latini, così primitivi, viscerali, veri, che caratterizzano l’ossatura di base di molti brani di Jovanotti, e che servono poi in realtà da forti veicoli comunicativi del cantante con il suo pubblico. Creano identità, perché sono un modo molto incisivo da parte di Jovanotti per comunicare con la sua tribù (che balla, come recita il suo omonimo brano del 1991 "Una tribù che balla"), costruendo una personalità che è appunto quella del Jovanotti che tutti conosciamo, ma creano anche identificazione, proprio perché il suo pubblico si ritrova in quello che il cantante di Cortona rappresenta, e arriva a rivedere sé stesso nelle note delle canzoni di Jovanotti, nonché nel personaggio che egli stesso simboleggia e porta avanti. Buon compleanno, splendido quarantenne.
Articolo letto 5761 volte
|