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Recensioni
Pubblicato il 09/04/2005 alle 01:03:51
Tenedle e il suo Luminal, tra la paranoia ed il paradiso.
di Andrea Gianessi
Un piccolo viaggio dentro il cantautorato elettronico del cd Luminal, prodotto da UdU Records e Rayboom.

Un piccolo viaggio dentro il cantautorato elettronico del cd Luminal, prodotto da UdU Records e Rayboom.

Ascoltando le dodici tracce di questo nuovo album di Dimitri Niccolai, alias Tenedle, balza subito “alle orecchie” una cosa importante: si tratta di cantautorato, si, ma con un arrangiamento decisamente intrigante e ben curato, basato sull’uso di elettronica minimale, strani samples, ritmiche intrecciate, suoni in reverse… a questo punto qualcuno potrebbe dire: “ecco il solito uso dell’effettistica per mascherare le carenze creative!”… beh, si sbaglierebbe perché in “Luminal” l’elettronica, senza prevaricare, incornicia canzoni ben costruite, con melodie accativanti e mai scontate, e con testi decisamente al di sopra della media.

Nei vari brani che si susseguono l’attenzione del cantautore oscilla come un faro appeso a illuminare ora momenti di banalità quotidiane ora momenti di autentica insanità mentale… propendendo visibilmente per quest’ultimi. Basterebbe un’occhiata a titoli come Schizoide, Prima del suicidio, La crisi, Mostri, o la title-track Luminal (un derivato dell’acido barbiturico, ci spiega gentilmente la copertina del cd!), basterebbe, dicevo, per intuire questa propensione verso l’insanità. Ma la conferma definitiva arriva dalle musiche e dai testi, con versi come: “e non ho mai deciso/ se andrò in paranoia/ o in paradiso.”. Il solito giudice frettoloso ora sbraiterebbe: ”ecco un altro cantautore depresso con la mania della crisi!”… ma sbaglierebbe di nuovo perché quello che si coglie dalle tracce di questo bell’album è uno spirito addirittura ironico e pungente, più incline alla fantasticheria che alla depressione… e se ci aggiungiamo l’isolamento sociale possiamo ritrovarci nella definizione di “schizoide”, come al solito fornitaci dalla zelante copertina di cui sopra! In conclusione posso dire che Tenedle ha inciso un album fresco, intelligente, piacevole. Decisamente degno di nota quindi, e per giunta molto coerente e musicalmente omogeneo… forse anche troppo (occhio Dimitri… “ci sono gabbie comode”!). Non ho intenzone di fare i rituali paragoni con questo o quel musicista noto, sevirebbero solo a creare confusione… posso però dire che è stata una piacevole sorpresa trovare in questo disco un cantautorato che non sapesse di muffa o di sterile e snobistica imitazione superficiale dei “grandi”, ma che fosse un autentica musica dei giorni nostri, senza per questo sacrificare le canzoni sul tempio della sperimentazione.

Inoltre una nota positiva anche sulla voce un po’ ruvida e spontanea (e lontana quindi dalla standardizzazione canora imperante) che dona calore alla freddezza del computer. Complimenti quindi a Tenedle, con la curiosità di vederlo dal vivo… si sa, con l’elettronica si rischia!

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