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Recensioni |
Pubblicato il 24/07/2015 alle 11:10:56 | |
Fiorella Mannoia – Roma (Auditorium Parco della Musica) 23/07/2015
Un viaggio nella carriera di Fiorella Mannoia, con un entusiasmante concerto che prosegue i festeggiamenti dei 60 anni e i 46 di carriera della cantante.
Un viaggio nella carriera di Fiorella Mannoia (nella foto di Giovanni Buonomo), con un entusiasmante concerto che prosegue i festeggiamenti dei 60 anni e i 46 di carriera della cantante.
Il rock e l'energia di “Un bimbo sul leone”, brano di Adriano Celentano che la Mannoia eseguì a 14 anni al Festival di Castrocaro, ha aperto il concerto che si è tenuto a Roma all’Auditorium Parco della Musica, nell’ambito della rassegna “Luglio suona bene”.
Fiorella, assolutamente a proprio agio nell’auditorium della sua città, ha ballato in quasi tutti i brani, coinvolto con la sua energia la cavea gremita. In scarpe da ginnastica ed in perfetta forma, l’artista ha incantato e confermato di essere la più grande interprete della musica italiana. Il “Tour Fiorella Live”, che fa seguito alla doppia antologia “Fiorella” dello scorso anno, è un viaggio nella migliore musica italiana, un coronamento del lavoro della cantante, con la “benedizione laica” di tutti i grandi artisti che hanno scritto per lei. Tra un brano e l’altro Fiorella Mannoia si è divertita a raccontare e ripercorrere le tappe della sua carriera. Così dal quel Castrocaro 1967 in cui giovanissima si cimentava con una competizione canora, si è passati al festival di Sanremo del 1981 con la Mannoia che si metteva in luce con “Caffè nero bollente”: un altro periodo, altro look e altro stile musicale.
“Come si cambia”, brano che rappresenta uno spartiacque nella carriera della Mannoia, fa ricordare all’artista il periodo in cui partecipò e vinse la trasmissione “Premiatissima” (1984) su Canale 5. Edizione vinta proprio, tra le altre canzoni, con “Amore bello” di Claudio Baglioni, che Fiorella interpreta magistralmente. E in questo periodo che l’artista capisce che deve iniziare a scegliere le canzoni. E partono così gli omaggi ai grandi autori che hanno donato all’artista canzoni preziose da Enrico Ruggeri (“Quello che le donne non dicono”) a Ivano Fossati, ci cui ha interpretato “Le notti di maggio” e “C’è tempo”. E ancora spazio a Negrita (“Ho imparato a sognare”), Paolo Conte (“Boogie”) e Enzo Jannacci (“Messico e nuvole”).
I riccioli rossi fuoco, quello sguardo magnetico e profondo, il fisico tonico e atletico, la signora della musica italiana convince appieno e incanta il pubblico nota dopo nota. Sul palco, Fiorella è accompagnata dalla sua band di sei elementi: Carlo Di Francesco alle percussioni, Davide Aru alle chitarre, Luca Visigalli al basso, Fabio Valdemarin al pianoforte, Diego Corradin alla batteria, Clemente Ferrari alle tastiere e alla fisarmonica. Con “In viaggio”, canzone che parla del dramma dell’immigrazione dall’Africa, Fiorella Mannoia spiega perché ha iniziato tardi a scrivere canzoni. La magia di questo brano, una sorta di lettera di una madre verso la figlia, si aggiunge a quella di “Cercami” (Renato Zero) e “Sally” (Vasco Rossi). Il gran finale Fiorella lo riserva alla recenti “Io non ho paura” scritta da Bungaro (presente in platea e salutato dalla cantante), la sempre verde “Il tempo non torna più”, cantata in coro da tutti i presenti e “Le parole perdute”, con la cantante che ha voluto abbracciare tutto il pubblico in platea andando a salutare personalmente i suoi sostenitori, creando così ancora più entusiasmo.
I bis sono arrivati subito. Tra le chicche della serata l’omaggio a Lucio Dalla con “La casa in riva al mare”, una godibilissima versione di “Vieni via con me” di Paolo Conte e il gran finale con “Il cielo d’Irlanda” di Massimo Bubola, uno dei brani più amati della produzione della cantante che, a fine serata, ha ringraziato il pubblico della sua città, che ogni volta crea un’atmosfera speciale ai suoi concerti.
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