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Pubblicato il 30/11/2009 alle 01:12:06
30 novembre 1979: esce The wall dei Pink Floyd che festeggia 30 anni
di Pippo Augliera
Il 30 novembre del 1979 usciva "The Wall", doppio concept-album dei Pink Floyd, una monumentale opera rock in cui Roger Waters, autore di quasi tutti i brani, si raccontava in maniera autobiografica attraverso le vicende di Pink.

Il 30 novembre del 1979 usciva "The Wall", doppio concept-album dei Pink Floyd, una monumentale opera rock in cui Roger Waters, autore di quasi tutti i brani, si raccontava in maniera autobiografica attraverso le vicende di Pink.

I Pink Floyd festeggiano i trent’anni del loro capolavoro The Wall, nello stesso mese, curiosa coincidenza, in cui cade l’anniversario della caduta dell’altro celebre “wall”, quello di Berlino.

Il disco, ispirato anche dalle vicissitudini dell'ex Floyd Syd Barrett - schiacciato da un'esistenza di alienazione e solitudine, racconta la storia di Roger Waters, l’anima del gruppo. Segnata da avvenimenti tragici come la morte del padre quando il protagonista era ancora in fasce (“Bring the boys back home”), in “Mother” c’è il legame con una madre iperprotettiva.

Il primo disco si chiude con un crudo edrammatico addio al mondo, con “Goodbye Cruel World”: dalla crescita professionale si passa al disastro di essere una rock star, dal divorzio agli eccessi. Fino alla decisione di alzare un muro attorno a sè.

Il secondo disco si apre con un tentativo di tirare alla realtà il protagonista, con pezzi splendidi come “Hey you” e “Is there anybody out there”, un malinconico richiamo a chi era situato in quel momento al di là del muro costruito nella mente dell’artista, facendolo però diventare completamente solo e accompagnandolo allo stesso tempo alla follia. Tutto questo sfocia in sbotti di rabbia a volte manifesti (“The Thin Ice”) a volte repressi (“One Of My Turns”), ma anche in ballate delicate e strazianti (“Nobody Home”).

“Another Brick In The wall”, il gioiello dell’intero lavoro, è ripresa tre volte: la prima parte è più rilassata ed evidenzia il basso pulsante di Waters, la terza è veloce e pesante nel suo rock pieno, la seconda parte è la più famosa del loro repertorio, seconda forse solo a “Money”, con un incedere coinvolgente e il coro dei bambini che ribatte alla voce principale. Un cult è diventato anche il video di questo brano che mostra i bambini del coro rinchiusi all'interno del muro di copertina e la celebre marcia dei martelli.

La chiusura spetta ad “Outside The wall", poetica ed introspettiva riflessione incentrata sulla massificazione giovanile e sulla perdita di identità degli adolescenti, spesso favorita e anche sfruttata dalle rockstar.
Richiesto inizialmente per risanare i debiti del gruppo e per alleggerire la pressione del fisco inglese, “The wall” è il secondo doppio album dei Pink Floyd dopo “Ummagumma”, pubblicato dopo il politico “Animals”.

All'uscita suscitò argomentazioni contrastanti riguardo alla sua fattura: avrebbe diviso i fan del gruppo, tra chi lo considerava il loro massimo capolavoro, e chi lo riteneva un cambio di rotta commerciale. “The wall” non è nè l'una nè l'altra cosa; esso è un album diverso, un’opera rock che non andava solo ascoltata ma anche vista.

Nel 1982 viene realizzato, infatti, il film “Pink Floyd-The Wall”, diretto da Alan Parker e interpretato da un allora semisconosciuto Bob Geldof, nella parte di Pink. E’ stato anche un concerto spettacolare (con tanto di muro che veniva edificato e poi crollava), che i Floyd fecero in poche, selezionate città: New York, Los Angeles, Londra e Dortmund.
Quei concerti sono stati documentati nel doppio live "Is There Anybody Out There?: The Wall Live 1980-1981".

"The Wall - Live in Berlin", fu invece una performance dal vivo del disco fatta da Waters e da numerose altre rockstar a Berlino il 21 luglio 1990, per ricordare la caduta del muro, quello vero tra est e ovest, otto mesi prima.

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