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Pubblicato il 09/02/2012 alle 23:50:44
Arisa: torno a Sanremo per rinascere
di Antonio Ranalli
“Spero che al pubblico arrivi la mia verità. Non ho voglia di sprecare due ore a mettermi il rossetto e preoccuparmi di cercare il vestito per 10 giorni. Voglio andare lì sul palco e cantare. Lavoro tanto e non ho voglia di orpelli". Lo dice Arisa.

“Spero che al pubblico arrivi la mia verità. Non ho voglia di sprecare due ore a mettermi il rossetto e preoccuparmi di cercare il vestito per 10 giorni. Voglio andare lì sul palco e cantare. Lavoro tanto e non ho voglia di orpelli. Voglio essere me stessa. Questo festival per me rappresenta la rinascita”. Arisa sembra vivere decisamente una nuova fase. Lo scorso anno è stata protagonista prima al cinema nel film di Ricky Tognazzi “Tutta colpa della musica”, in tv come giudice della quinta edizione di “X-Factor”, e come scrittrice con il romanzo “Il paradiso non è un granché” (Mondadori). All’appello non poteva mancare un nuovo album “Amami”, che uscirà in concomitanza con la sua terza partecipazione (in gara) al Festival di Sanremo. Non è passato poi tanto tempo da quel 2009, quando Arisa vinceva la categoria Nuove Proposte di Sanremo con il tormentone “Sincerità”. Poi c’è tornata l’anno successivo con “Malamorenò” e lo scorso anno ha fatto un’incursione come ospite di Max Pezzali. Quest’anno ci ritornerà con “La notte”, ma a 29 l’artista (all’anagrafe Rosalba Pippa) vuole comunicare al mondo che c’è una nuova Arisa.

Antonio Ranalli. Per il ritorno a Sanremo hai scelto “La notte”, un brano firmato da Giuseppe Anastasi (suo ex fidanzato, nda) che parla della fine del tuo amore. Ce ne vuoi parlare?

Vivere delusioni serie mi ha reso più coraggiosa e cosciente del fatto che esisto anche io. “La notte” parla della fine di una storia d’amore, che poi è stata la mia storia. Una fase non dovuta a tradimenti ma a qualcosa che arrivava dall’anima. Noi artisti siamo costretti a somatizzare quando abbiamo delle delusioni perché, con la vita che facciamo, non ci possiamo permettere di stare una settimana a casa a disperarci. Dobbiamo in qualche modo lasciare i problemi a casa. Però la canzone ha un grande potere terapeutico: ti consente di confidarti con il mondo senza essere invadente. Le persone tristi a volte vengono emarginate. Io credo invece che la tristezza ha una grande dignità.

Arisa. “La notte” è incluso nel nuovo album “Amami”, prodotto da Mauro Pagani. Com’è stato lavorare con lui? Lo conoscevi già artisticamente?

Poco. Devo essere sincera. Io conosco la musica per quella che ascolto, non ho una conoscenza nozionistica. Però lavorare con lui è stato fantastico. Lui ha ascoltato i pezzi prima di registrarli e ha realizzato gli arrangiamenti valorizzando i vari brani. E’ riuscito ad entrare nei miei pezzi e ad assecondarli secondo in base all’arrangiamento che richiedevano. E’ stato molto comprensivo nei miei confronti.

Antonio Ranalli. A Sanremo presenterai “La notte” anche in coppia con Josè Feliciano. Rispetto alla versione su disco dobbiamo attenderci un arrangiamento diverso?

Arisa. Per quanto riguarda la versione con Josè tutto dipenderà dalle prove che faremo all’Ariston. Io devo ancora incontrarlo. Invece per quanto riguarda l’arrangiamento de “La notte” sicuramente sarà più grintosa nel finale. Nel disco invece il brano è più sulle nuvole, dando un’idea di sospensione.

Antonio Ranalli. Quali, tra i tuoi colleghi in gara al Festival, apprezzi di più artisticamente?

Arisa. Noemi è un’artista che quando sento una sua canzone in radio alzo il volume. Tra i giovani mi piace molto Erica Mou, che propone una nuova versione del cantautorato femminile.

Antonio Ranalli. Tornando all’album, affronti anche temi come la politica e il sociale. In “Democrazia” auspichi di “non vedere mai più la democrazia esportata dai militari”, mentre nel brano “Nel regno di chissà che c'è”, scritto prima dell'avvento del governo Monti, parli di “governanti che dettano legge ma considerano l'incarico politico una specie di vacanza”. Come vivi questo particolare momento storico?

Arisa. Per quanto riguarda il Governo Monti, devo dire che sono molto fiduciosa. Quanto alle canzoni, sono nate perché in giro avverto che c’è una coscienza da parte della gente. Le persone non sono più soddisfatte, tanto che se una cosa non gli va giù cambiano canale e si cercano più informazione, andandola a cercare su Internet e su altre fonti di informazione. Si sta insomma sviluppando un senso critico.

Antonio Ranalli. Nell’ultimo anno ti abbiamo visto al cinema, poi in tv. Come sono nate queste esperienze?

Per quanto riguarda il film “Tutta colpa della musica” il mio obiettivo in realtà era quello di realizzare il tema del film, la canzone “Il tempo che verrà”. Poi è arrivata la possibilità di recitare, cosa che a me ha fatto molto piacere. L’importante per me è mantenere sempre una credibilità in quello che si fa. Anche in televisione avevo accettato di partecipare a “Victor Victoria” su La7 perché mi permettevano di cantare canzoni e generi che non avevo mai fatto e che mi sarebbe piaciuto suonare, mentre ad “X-Factor” sono stata chiamata in qualità di giudice.

Antonio Ranalli. Come hai trovato “X-Factor”?

Arisa. La cosa più bella, e che mi ha anche meravigliato, è stato il fatto che i ragazzi avessero voglia di ascoltarci, dandoci così molta credibilità. Con loro ci sono stati scambi ed incontri continui che mi hanno fatto imparare molto. E poi tra loro c’era una sana competizione che li spingeva a fare meglio, ma nel rispetto reciproco.

Antonio Ranalli. Nelle scorse settimane è uscito il tuo romanzo “Il paradiso non è un granché”. Quando hai scoperto questo tuo lato letterario?

Arisa. Tutto è nato un anno fa, quando qualcuno in Mondadori aveva letto le pagine di un sito in cui scrivevo alcuni miei pensieri. Così mi chiesero se volevo scrivere “Il magico mondo di Arisa”. Poi il progetto ha preso un’altra strada e sono arrivato al romanzo “Il paradiso non è un granché”, in cui racconto cose degli ultimi anni della mia vita, ma non cose personali. Il libro mi è servito per metabolizzare alcune cose.

Antonio Ranalli. Nella vita di tutti i giorni quanto sei Arisa e quanto sei Rosalba?

Arisa. Lo sono sempre. E su questo non ho rimpianti. Certo mi devo mitigare. Gli impegni sono tanti e quindi ho poco tempo per essere Rosalba.

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