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Interviste |
Pubblicato il 26/06/2002 alle 18:12:21 | |
Difendere la musica: Luca Vespignani della F.P.M. - Federazione contro la pirateria musicale
In Italia la musica rischia di scomparire. Lo dimostrano i dati diffusi dalla Federazione contro la pirateria musicale sui CD contraffatti. Luca Vespignani della F.P.M. ci spiega cosa sta succedendo e svela le possibili soluzioni a questa piaga.
La situazione è drammatica. L'Italia a livello internazionale risulta uno dei lidi dei pirati del disco. Ogni giorno, infatti, nel nostro paese si vendono migliaia di CD illegali. Molto spesso il consumatore, che per risparmiare diversi Euro si rivolge alla bancarelle per strada, ignora che con l'acquisto di un CD falso va ad alimentare organizzazioni criminali che sono dedite anche allo sfruttamento della prostituzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Come contrastare il fenomeno? Sicuramente abbassare il prezzo dei CD. Ma in questo caso è necessario l'intervento dello Stato, che deve riconoscere ai prodotti musicali (non solo CD, ma anche video, DVD e strumenti musicali) l'Iva al 4%. Sulla questione Iva recentemente oltre 150 artisti italiani hanno inviato al Ministro per i Beni culturali, Giuliano Urbani, una lettera in cui sollecitano urgentemente questo provvedimento, che tutti noi, appassionati e consumatori di musica, attendiamo ormai da troppi anni. Abbiamo discusso e analizzato il problema della pirateria discografica in Italia con Luca Vespignani della F.P.M. - Federazione contro la pirateria musicale, che nell'intervista che segue spiega chiaramente il fenomeno, offrendo anche spunti per un dibattito che speriamo possa dare presto i suoi frutti.
Antonio Ranalli: Alla luce delle ultime iniziative intraprese sul fronte della pirateria musicale, qual è lo stato della musica illegale in Italia?
Luca Vespignani: La pirateria in Italia ha assunto dimensioni devastanti. Circa il 25% del mercato musicale è costituito da prodotti illegali con un perdita di circa 110 milioni di Dollari (solo all'industria del settore, senza
considerare tutto il danno all'economia indotta). Le casse dello Stato risentono pesantemente della pirateria musicale: l'evasione totale sull'Iva e le minori tasse sugli utili derivanti dalle mancate vendite della discografia ufficiale arrecano un enorme danno alle casse
dell'erario. Le organizzazioni criminali, soprattutto nel sud Italia, controllano la produzione e la vendita di CD masterizzati, reinvestendo i lauti proventi in ulteriori attività illecite. E questi sono solo alcuni aspetti del fenomeno.
AR: Come F.P.M. quali attività svolgete prevalentemente per
sensibilizzare il pubblico a questo grave problema?
LV: F.P.M., fin dalla sua nascita, opera su più fronti per sensibilizzare il pubblico sul fenomeno. Numerose sono state le campagne pubblicitarie sul tema, i convegni a cui la federazione ha partecipato e le occasioni di
incontro con i consumatori, gli interventi sia sulla stampa generalista che su quella di settore. La sensibilizzazione del consumatore è una priorità assoluta per la nostra associazione, in fondo i soggetti coinvolti sono sempre due, il produttore del falso e colui che lo acquista. Troppo spesso il consumatore di prodotti contraffatti non sa (o non vuole sapere...) ciò che realmente si cela dietro la pirateria musicale, l'impatto che questa ha sulla nostra economia, e l'allarme sociale che desta in termini di arricchimento dei network criminali (troppo spesso sottovalutato).
AR: Ritieni utili le ultime leggi approvate in Italia in materia di
diritto d'autore? Su quali punti, secondo te, bisogna ancora lavorare?
LV: Si, le ritengo utili. Con l'approvazione della legge 248/00 l'Italia si è finalmente adeguata al resto del mondo in fatto di normative a tutela del diritto d'autore. Non dimentichiamoci che entro fine anno il nostro paese è obbligato a recepire la direttiva europea sul commercio elettronico, fatto che costituirà un'ulteriore passo in avanti nella lotta alla contraffazione e alla violazione del diritto d'autore.
AR: Puoi farci un identikit delle organizzazioni che guadagnano
illegalmente sulla musica e sugli autori? Puoi fornirci qualche cifra
sul numero di CD e altri supporti pirata attualmente in circolazione?
LV: Un identikit univoco di queste organizzazioni è molto difficile da
fornire. In alcuni casi sono direttamente le organizzazioni criminali (anche di rilevanza nazionale) che gestiscono direttamente il business acquistando le attrezzature necessarie alla duplicazione e controllando distribuzione e vendita. Altre volte piccole gang locali pagano alle
organizzazioni che controllano il territorio il "diritto" di produrre e
vendere CD. Molto spesso si tratta di network criminali dediti in
passato a forme di contrabbando tradizionale come i tabacchi o gli
stupefacenti che si sono di recente riconvertite ad attività di contraffazione di prodotti tutelati dal diritto d'autore. Rischi minori,
margini di profitto addirittura superiori, minori difficoltà logistiche durante i processi produtti e distributivi: queste le ragioni principali di tale riconversione. Le cifre sul numero di CD falsi circolanti sono impressionanti. Nel corso dell 2001 sono stati sequestrati oltre 1.200.000 CD masterizzati e
arrestate o denunciate più di 1.000 persone. Numeri che sono nettamente
cresciuti nel'anno in corso: a fine maggio i CD confiscati avevano già
raggiunto la "ragguardevole" cifra di 1.000.000 mentre arresti e denunce
si sono praticamente raddoppiati. Noi stimiamo che siano in totale circa 11/12 milioni i CD contraffatti circolanti nel nostro paese ogni anno.
AR: Quali strategie ritieni debbano essere adottate nel breve e nel
lungo termine per porre definitivamente fine a questa piaga?
LV: E' necessario insistere sulle due strade della lotta alla piarateria: sensibilizzazione e repressione. Bisogna continuare a informare i consumatori sui danni provocati dalla pirateria e sui rischi (molto alti) che si corrono producendo e anche acquistando CD falsi. Così come è indispensabile che la soglia di attenzione delle forze dell'ordine nei confronti del problema rimanga alta. È necessario colpire tanto la produzione quanto la vendita al dettaglio dei CD masterizzati; dove è stato fatto con continuità la situazione è notevolmente migliorata.
AR: Parliamo di musica on line. La vicenda Napster (e derivati) e ben
nota a tutti. Abbiamo assistito all'acquisto, da parte di una major,
del famoso portale di musica pirata. Sono però del parere che il
pubblico è disposto a scaricare canzoni sole se gratuite, mentre
l'interesse viene meno se viene chiesto un pagamento. Dico questo
perchè credo che le case discografiche rischiano di fare un buco nell'acqua buttandosi (come stanno facendo ora) eccessivamente sulla vendita della musica on line. In base al tuo ruolo e ai rapporti che hai con l'industria, qual è il tuo parere in proposito?
LV: Il problema è che esperienze come quella di Napster, e successivamente come quella dei suoi vari cloni, hanno creato l'opinione diffusa che la musica debba essere gratuita, in particolare in rete. Ormai l'equazione musica online = musica gratuita è sata fatta propria da gran parte dei frequentatori abituali di internet. Come è ovvio immaginare, il web offre grandi opportunità di business per le aziende del settore ma tale business non potrà svilupparsi in maniera compiuta finchè quell'equazione sarà diffusa e finchè la "competizione" non sarà equilibrata. Un'azienda che spende cifre enormi in ricerca, in
promozione, in produzione, che paga royalties ad artisti e alle società
degli autori ed editori, che paga tasse e deve mantenere strutture
presso le quali lavorano migliaia di persone non può competere con chi
non sostiene nessuna di queste spese. E' necessario che si riporti la legalità nel Web, a quel punto gli investimenti sulla vendita di musica on line non rischieranno più di essere un "buco nell'acqua".
AR: In ultimo ti chiedo di spiegare ai nostri lettori perchè è importante acquistare CD originali...
LV: Perché in questa maniera non si contribuisce all'arricchimento di
pericolose organizzazioni criminali, perché non si partecipa al danno
provocato alle aziende legittime, che spesso si traduce in perdita di
posti di lavoro e perché se si continua ad acquistare CD falsi, presto non ci saranno più neanche CD originali da duplicare.
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