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Recensioni |
Pubblicato il 24/04/2019 alle 18:21:52 | |
Gran Bal Dub - Benvenguts a bord (Self) modernità e tradizione
La tradizione e l'innovazione sono elementi importanti che alle volte sono come il gatto e la volpe, altre volte vanno scontrandosi. “Benvenguts a bord” del Gran Bal Dub rientra nella prima categoria.
La tradizione e l'innovazione sono elementi importanti che alle volte sono come il gatto e la volpe, altre volte vanno scontrandosi. “Benvenguts a bord” del Gran Bal Dub rientra nella prima categoria.
Essenzialmente questo è un progetto nato da una idea di Sergio Berardo (anima dei Lou Dalfin) e Madaski (elemento base degli Africa Unite). Il progetto prevede l'incontro tra la tradizione Occitana e l'elettronica.
Se band come i Saber Système o i Lou Seriol mantengono la tradizione come integralisti, anzi in alcuni casi portando canzoni rock nell'ambito occitano, qui ci cerca una certa evoluzione che parte essenzialmente dalla dub. Non sempre si arriva ad un punto di incontro ottimo, ma globalmente il disco risponde alle esigenze di chi lo ha composto, sebbene il sottoscritto non ami molto, questo genere di musica tradizionale.
Il disco è un concept album praticamente questo lavoro racconta di un vascello fantasma che prende il volo dalla Occitania cisalpina. I pirati del Gran Bal Dun sono pronti per partire dopo che hanno fatto riferimento. Se il progetto prevede due anime, quella tradizionale e quella elettronica (sembra di essere nel Trono di Spade), possiamo ben dire che la prima prevale in maniera maggiore rispetto all'altra. Avrei preferito il contrario.
La tracklist
1) Al Belcaire
2) Al Festin
3) Nostra Mar
4) Lo Vespre de la Noca
5) Bachasset
6) Es pas tard
7) La Sanha/La sanha (remix)
8) Jordi do Bandolim
9) Pont de la sal
10) L'Aglas
11) Correnta
12) The Job
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