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Pubblicato il 09/04/2011 alle 13:49:21
Caparezza al PalaRoma di Montesilvano (PE) - 8/4/2011
di Massimo Giuliano
Due ore di musica e parole per far riflettere e pensare. Può essere sintetizzata così la tappa de “L’eretico Tour” di Caparezza che ieri sera ha toccato il PalaRoma di Montesilvano (PE).

Due ore di musica e parole per far riflettere e pensare. Può essere sintetizzata così la tappa de “L’eretico Tour” di Caparezza che ieri sera ha toccato il PalaRoma di Montesilvano (PE).

L’artista molfettese entra in scena alle 22 in punto vestito da banditore circense. La scenografia è molto semplice, con un maxi schermo sullo sfondo e due fantocci in gabbia sospesi a mezz’aria. Caparezza comincia ricordando che quest’anno l’Italia festeggia 150 anni: “A quest’età si dovrebbe essere dei vecchietti – dice – e invece il nostro Stato è talmente arzillo che va a puttane”. Il riferimento a Silvio Berlusconi è evidente e incontra i favori del pubblico, che nel corso del concerto insulterà più volte il premier. Partono le canzoni: le prime in scaletta sono “Chi se ne frega della musica” e “Il dito medio di Galileo”. A quel punto fa il suo ingresso sul palco proprio un enorme dito medio: è il momento di “Abiura di me”.

Quasi ogni brano è accompagnato da un divertente siparietto che il rapper imbastisce con i suoi musicisti scherzando un po’ su tutto, dal processo breve ai dogmi della Chiesa. Non mancano, a mo’ di contorno, alcuni strani personaggi, come un cane ubriacone che appare durante “Torna Catalessi” o un bambino pupazzo gigante che prima accenna “La mia parte intollerante” e poi interpreta “Io diventerò qualcuno”, con tanto di finta selezione-presentazione alla X Factor. Anche i travestimenti di Caparezza, semplici ma efficaci, sono funzionali alla storia che si sta di volta in volta raccontando. Citiamo due esempi: il “nullatenente Colombo” (che indaga sulla morte del corista Diego Perrone) e l’uomo dello spazio. In tal senso, si può dire che lo spettacolo sia molto teatrale, pur svolgendosi in un palasport. Intanto passano in rassegna altre gemme: “Sono il tuo sogno eretico”, “Eroe”, “Dalla parte del toro” e “Legalize the premier”, seguita a ruota da “Il secondo secondo me”.

Uno dei pezzi più toccanti, per via del suo significato, è però sicuramente “Goodbye Malinconia”, che Caparezza – da sempre molto sensibile ai temi del lavoro – ha scritto pensando ai tanti giovani precari che sono stati costretti a lasciare l’Italia. Dall’ultimo album “Il sogno eretico” vengono proposte ancora “Kevin Spacey”, “Non siete stato voi” e “Ti sorrido mentre affogo”. Michele Salvemini (questo il suo vero nome) non si scompone neanche quando, durante il live, va via la corrente per ben due volte: è questo l’unico momento imbarazzante della serata. A Caparezza le idee non mancano proprio: basti pensare che, per presentare tutta la sua squadra, sceglie di allestire una parodia di “Star Trek” che chiama “Star Trezz”, con tanto di titoli di coda che scorrono sul mega screen. Ci si avvia verso il finale: meritano una menzione d’onore “Vengo dalla luna” e “Vieni a ballare in Puglia”, che scatena il tripudio. Resta clamorosamente esclusa “Fuori dal tunnel”, che fu il primo grande successo di Caparezza. Un successo evidentemente ripudiato.

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