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Recensioni |
Pubblicato il 13/08/2006 alle 18:48:22 | |
Syd Barrett: Il diamante pazzo dei Pink Floyd (Classici Arcana)
Dopo la scomparsa di Syd Barrett viene ristampato il libro di Mike Watkinson e Pete Anderson, che cerca di svelare il suo enigma tra follia e solitudine.
Ora che Syd Barrett non c’è più, è utile riscoprire i vari testi che sono fioriti intorno alla sua leggendaria figura. Tra i migliori la ristampa di “Il diamante pazzo dei Pink Floyd” (Classici Arcana, pp 148, 12,90) scritto da Mike Watkinson e Pete Anderson, edito nel 1991. Il libro offre una lettura ricca di aneddoti, cercando di svelare l'enigma di Barrett. Una vita trascorsa in gran parte tra la natia Cambridge e la Swingin’ London, affetto da una schizofrenia, forse congenita, acuita a dismisura dalle droghe. Il suo era un trip ininterrotto che, pare, andasse avanti per mesi. La schizofrenia si riflette anche nella sua carriera. Nei Pink Floyd prima è il leader, ”The Piper at the gates of Dawn” è opera sua, poi diviene un ostacolo, tanto da essere sostituto da David Gilmour, amico e coetaneo. Il ragazzo dallo sguardo magnetico e i capelli arruffati riesce ad incidere due splendidi dischi, non senza difficoltà, ma ormai è sull’orlo del baratro. Il titolo “The Madcap laughs”, la “risata di testamatta” parla da solo. Forma un trio con Twink dei Pink Fairies e Jack Monk denominato Stars, ma dopo un concerto disastroso stacca il jack e smette di suonare, per sempre. Riappare durante le session di “Wish you were here”. Qualcuno lo scambia per un Hare Krishna ingrassato, con le sopracciglia rasate. I fans fedeli non si danno per vinti, nasce la mitica fanzine “Terrapin”. I giovani musicisti sono influenzati dalla sua figura. I Damned lo cercano come produttore per il secondo album “Music for pleasure”, invano, e alla fine scelgono Nick Mason. I TV Personalities incidono “I Know where Syd Barrett lives”. Intorno una caccia mediatica che culmina quando due giornalisti francesi lo incontrano sulla soglia di casa a Cambridge, nel 1982. Gli chiedono se ancora suona la chitarra, ma risponde ”No. Guardo la tv, tutto qui.” Cercavano Syd, la rockstar folle, e trovano Roger Keith, reduce da ricoveri e cure, ormai appartato, lontano dallo show-business e dai suoi ex compagni. In una delle ultime foto in rete lo vediamo uscire da un supermarket, poco prima della reunion per il Live 8. Ha ragione Gilmour quando diceva che quella di Barrett è una storia triste resa romantica da chi non sapeva nulla di lui.
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