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Interviste
Pubblicato il 02/05/2002 alle 22:42:50
Dalla pace del pianoforte di Sergio Cammariere.
di Antonio Ranalli
Incontro con l’apprezzato cantautore, che con il suo ultimo CD “Dalla pace del mare lontano” sta conquistando pubblico e critica.

Quando lo ascolti ti viene da pensare: ma perché uno così esce solo adesso? E si perché Sergio Cammariere non è proprio un emergente. Alle sue spalle ha una decennale carriera fatta di tantissimi concerti, e ancora di spettacoli teatrali, colonne sonore e anche qualche comparsata in film di discreto successo. Il nostro, che somiglia nell’aspetto fisico un tantino a Keith Jarrett, arriva da Crotone, anche se ormai da tanti anni vive a Roma. Proprio il sindaco di Roma gli ha fatto i complimenti via e-mail dopo aver ascoltato il suo ultimo album “Dalla pace del mare lontano” scritto insieme al fido Roberto Kunstler. Per Sergio Cammariere dopo tanti anni di gavetta sembra essere arrivata una certa popolarità. Il suo ultimo album, dopo essere stato pubblicato lo scorso anno dall’etichetta Via Veneto Jazz, è stato recentemente ristampato dalla Emi. Il disco comincia a muoversi bene. A pochi mesi dalla pubblicazione della ristampa ha venduto oltre 5000 copie, di cui 1400 solo nei concerti tenuti dall’artista, segno questo che una volta ascoltata la musica di Sergio Cammariere si resta fortemente catturati, tanto da dover assolutamente avere un supporto dal quale poter riascoltare tutte le pregevoli melodie, i suoni e le atmosfere che escono dalla sua voce e dal suo pianoforte. Abbiamo incontrato Cammariere nel back-stage del Concerto del 1° Maggio a Roma, dove ha proposto una versione da brividi di “Sorella Mia”, oltre ad aver partecipato al tributo a Rino Gaetano eseguendo "I tuoi occhi pieni di sale" e poi “Aida” con gli altri artisti.

Allora Sergio qual è stata la reazione del pubblico a questo tuo “esordio” discografico? E soprattutto qual è stata la tua reazione, dal momento che vieni da tanti anni di musica, fatta suonando in numerosi locali e partecipando a vari progetti.

In questo ultimo album ci sono canzoni che io propongo da tanti anni in concerto da 10 / 15 anni. Tutto è iniziato in un locale di Roma che si chiama proprio “Il Locale”. Li ho iniziato a proporre le mie canzoni e soprattutto ad avere un contatto speciale con il pubblico. Sono stato uno dei primi in Italia ad aprire un sito Internet, attraverso il quale informavo dei miei concerti e scambiavo opinioni. Così è nato il mio pubblico, che mi ha iniziato a seguire ovunque. Pensa ci sono dei ragazzi di Napoli che vengono a sentirmi ovunque. Sono venuti anche qui a Roma per il concerto del 1° Maggio. Da un po’ di tempo sto partecipando a varie manifestazioni nazionali. Al Premio Tenco, per esempio, c’era Sergio Bardotti, che dopo avermi ascoltato mi ha invitato a prendere parte al Concerto del 1° Maggio. Il 3 Maggio suonerò a Roma al locale “La Palma”, il 17 Maggio a Palermo, mentre il 18 Maggio a Milano parteciperò alla festa del periodico “L’Isola che non c’era”, che recentemente mi ha premiato per il “Miglior esordio dell’anno”. Il 31 Maggio al Campidoglio a Roma parteciperò al Festival della Letteratura, il primo Luglio aprirò il concerto di Zawinul al
Festival Jazz di Torino e il 15 Luglio sarò al Teatro Morlacchi di Perugia per Umbria Jazz.

Com’è avvenuto il passaggio ad un major come la Emi?

Bisogna innanzitutto dire che io sono un’artista dell’etichetta Via Veneto Jazz. La Emi è entrata successivamente per la distribuzione di “Dalla pace del mare lontano” e ha già opzionato la distribuzione di un prossimo lavoro. Sono comunque felice che il mio prodotto sia stato distribuito dalla Emi, che al momento ritengo l’unica major illuminata. Inoltre questo non è il mio esordio. Infatti, insieme a Roberto Kunstler avevamo già realizzato per la It-dischi di Vincenzo Micocci (distribuita all'epoca dalla Bmg) l’album “I ricordi e le persone”. Un lavoro che spero venga ristampato.

Come nasce il brano “Dalla pace del mare lontano”, che da il titolo al CD?

Nasce da un’intuizione di Roberto Kunstler, l'autore del testo, ed è ispirato da una poesia di Carlo Michelstaedter, un poeta goriziano che si uccise a 24 anni. Si tratta dell’unico poeta maledetto che l’Italia abbia mai avuto. La poesia di Michelstaedter in questione si chiama “I figli del mare”. Un brano molto evocativo, dove trovi il sogno, il mito, la leggenda e presenze oniriche. “Dalla pace del mare lontano” evoca anche il dramma dei nostri fratelli albanesi, che si imbarcano e navigano giorni e notti per il mare nella speranza di un futuro più sereno.

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