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Pubblicato il 24/08/2011 alle 16:30:41 | |
Con una buona dose di sberleffo irriverente: la poesia rock di Tenedle ben recensita da Ondalternativa.it ...
Laura Albergante il 22 Agosto parla di Grancassa, il quarto disco di Dimitri Niccolai (in arte Tenedle), il terzo uscito per U.d.U. Records, tutto concepito nell' accogliente Olanda.
Laura Albergante il 22 Agosto parla di Grancassa, il quarto disco di Dimitri Niccolai (in arte Tenedle), il terzo uscito per U.d.U. Records, tutto concepito nell' accogliente Olanda.
Noi tutti amiamo questo ghibellin fuggisco, da qualche anno ormai cittadino di Haarlem, visto che in Italia non si riusciva a vivere d'arte, nonostante Firenze sia tuttora considerata una culla del Rinascimento. Scrive Laura Albergante...É interessante questo nuovo lavoro di Tenedle, al secolo Dimitri Niccolai, giunto al suo quarto disco dopo Psicfreakblusbus, Luminal e Alter. La “Grancassa” dell'alienazione suona forte in questi quattordici brani, che spaziano liquidi e sottotraccia mordendo alla schiena la gioventù che si fugge tuttavia...
Su Ondalternativa.it si passa poi ad analizzare i brani piu' significativi ...L'apertura del disco è affidata alla bella Hikikomori. Dal termine giapponese che significa “isolarsi, stare in disparte”, il brano racconta la vita – o la morte – di una persona che sceglie la via del completo ritiro sociale. I muri di una stanza diventano la misura del tempo e dello spazio. Ma c'è sempre uno spiraglio da considerare...
Lo scritto di Laura Albergante e' poi portatore di altre considerazioni ..Grancassa racconta storie di dolore e follia ingentilite da un approccio electro morbidamente anni Ottanta. I Depeche Mode vengono tratteggiati nell'aria de Lo stato in cui mi cerco e La spiaggia, dal mood malinconico ma caldo di groove. Senza dimenticare la lezione dei Subsonica, Tenedle realizza la fusione tra canzone d'autore e suoni elettronici. Fusione ideale e per niente forzata, piacevole e ironica. Tutto si muove in groppa ad una tastierina vintage; ogni tanto squilli di tromba colpiscono al petto e si accompagnano a voci femminili che rendono l'umore generale molto vicino a quello dei Baustelle più introspettivi. Anche se qui, grazie a Dio, Tenedle non rinuncia mai ad una certa passione mordace illuminante. Sta accadendo è l'esempio lampante di quanto appena detto: inclinazione meditativa, senso di solitudine, rari tintinnii di luce...
Laura Albergante ha poi ancora il tempo di stilare le sue riflessioni finali ..La prima parte dell'album sorprende per freschezza e intelligenza. La seconda è un po' più monocorde ma nel complesso Grancassa non ci abbandona mai. Qua fuori è un brutto mondo, Tenedle lo sa e ci accompagna per mano senza paura, con coraggio e decisione. E una buona dose di sberleffo irriverente....
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