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Recensioni |
Pubblicato il 29/03/2003 alle 16:09:20 | |
Torna Ringo Starr : gli altri possono mettersi in fila!
Esce "Ringo Rama" il nuovo lavoro del batterista dei Beatles,un album che consiglio vivamente a tutti gli amanti della buona musica.
RINGO STARR “RINGO RAMA” Koch records/Edel
Diciamolo subito e chiaramente:se solo questo album fosse il prodotto di uno degli intoccabili musicisti che la critica incensa aprioristicamente saremmo sommersi da una coltre di lodi,purtroppo l’autore di questo capolavoro rock risponde al nome di Ringo Starr,un personaggio che dopo oltre 40 anni di onorata carriera deve ancora dimostrare qualcosa ad insulsi individui privi di senso estetico,quindi…
“Ringo Rama” è invece il più bel disco della carriera di Ringo,un lavoro potente e gradevole al contempo in cui compaiono le più belle parti di batteria dai tempi del beatlesiano “Abbey Road”…La rinascita artistica,annunciata fin dall’album “Time takes Time” del 1992 giunge a compimento adesso in un disco nel quale è davvero difficile trovare punti deboli stracarico come è di energia,feeling e good vibrations!
Ringo è senza dubbio il più onesto tra i componenti di quello che ci rimane dei Beatles:dispiace davvero dirlo,ma difficilmente McCartney ha fatto album simili,anche se è stato sempre premiato dal mercato e dai fans per i suoi innegabili e immarcescibili meriti artistici passati.
“Ringo Rama” si apre con “Eye to Eye” terremotante rock che fa il paio con la contorta e complessa song “Instant Amnesia” piena di cambi di tempo (ammirabile davvero il lavoro dell’equipe coinvolta e dalla parata di stelle felicemente ospitata:Clapton,Gilmour,Willie Nelson,ma ancora più incisivamente Charlie Haden e Van Dyke Parks),mentre”Never without you” è un commovente saluto a George Harrison pieno di sentimento e cantato con palpabile nostalgia dal Nostro.
Splendide ballad sono poi la lennoniana “Imagine me there” caratterizzata da un arrangiamento stupendo, “What love wants to be” e “Love first,ask questions later”,ma c’è spazio anche per il country di gran classe di “Missouri loves company” e soprattutto “Write one for me” in cui Ringo si conferma interprete di razza non sfigurando affatto (…anzi) nel confronto con un mostro sacro come Willie Nelson.
Chiudono due surreali gioiellini floreali come “Elizabeth reigns”,spassoso tributo artistico al Giubileo della regina Elisabetta II e un affettuoso omaggio/plagio al Paul McCartney di “Let ‘em in” intitolato “English Garden”
Venderà pochissimo e se ne parlerà forse ancora meno,impegnati come siamo dal farci abbagliare da tutti i disgustosi cloni del britpop,ma nulla toglie al fatto che “Ringo Rama” resti un caposaldo del rock che ascolterò a ripetizione per molto tempo.
Nella breve attesa che ci separa dalla pubblicazione in DVD della Anthology beatlesiana invito tutti a procurarvi questo fantastico album:per risparmiare c’è sempre tempo vista la pochezza della scena attuale!
Ringo Starr rules!
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