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Recensioni |
Pubblicato il 21/04/2009 alle 11:40:51 | |
Sophya Baccini – Aradia (Black Widow Records 2009), tornando all'antico prog circadiano per uno studio silenzioso
Dal blues al progressive, dall'elettronica alla musica classica: la napoletana Sophya Baccini (me la ricordo nei Presence) incarna la strega nata dall’unione di Era e Diana, come racconta l'iconoclasta copertina. Malinconia impetuosa!
Dal blues al progressive, dall'elettronica alla musica classica: la napoletana Sophya Baccini (me la ricordo nei Presence) incarna la strega nata dall’unione di Era e Diana, come racconta l'iconoclasta copertina. Malinconia impetuosa!
Il perno su cui gira l'intero progetto e' indubbiamente la sua voce: cosi' come faceva Demetrio Stratos, anche Sophya Baccini parte dai colori che la sua voce sa fornire per spiccare i suoi voli (pindarici?), scoprire territori piu' o meno vergini e ritornare a poggiarsi sulla sua voce per trovare sicurezza e certezze. Un viaggio che e' sicuramente circadiano, perche' conclusivo di un percorso tutto interiore ed ancestrale: l'ascoltatore deve solo stare a seguire queste evoluzioni, cercando di coglierne ogni singolo movimento. In questo sforzo intellettuale indubbiamente sono avvantaggiati i cultori della musica classica, proprio per il modus operandi con cui affrontano ogni novita' musicale: ma questo Aradia e' troppo rock per i loro palati, cosi' come e' troppo compositivo per gli ascoltatori che in testa hanno solo la musica leggera ed i suoi ritmi usa e getta. Ma questa dicotomia non e' un danno, anzi e' il pregio di questo lavoro, perche' costringe l'ascoltatore ad un minimo d'impegno intellettivo.
Gia' da qualche anno ho avvicinato telematicamente Sophya Baccini, ma poi ci siamo un po' persi di vista e quindi non ho potuto monitorare il modo in cui questo Aradia e' stato cogitato. Ma mi sono rifatto coraggio e gli ho appena chiesto di dirmi qualcosa in piu', ora che e' stato pubblicato. Mi ha risposto che canditamente lo definerebbe ...Malinconia impetuosa, come spiego parlando dell'aspetto musicale del disco, per indicare proprio quel particolare stato d'animo che in seguito ad un dolore o una delusione ti provoca una reazione di tristezza si ma fattiva, appunto reattiva, contraddittoria. E' una fotografìa del nostro tempo: pare che copiare tutto e tutti sia quasi di rigore, ma siamo stanchi poi, e distrutti, dalla devastante desolazione della mancanza di idee e fantasia. Nelle note di copertina c'è una bellissima citazione di Verdi che sintetizza molto bene tutto questo...Torniamo all'antico: sarà un progresso. Facciamo rigorosamente il nuovo, ma ascoltiamo prima il vecchio per capire cosa fare...torniamo al buon vecchio prog senza nostalgie, e rendiamolo la musica del futuro: semplici canzoni, e grandi suite...
A chi consigliare dunque Aradia? Sicuramente a chi l'ha seguita nei Presence, ma anche a chi ama voci femminili intense come quelle di Janis Joplin e Joni Mitchell (anche se la loro musica e' assai lontana da questa di Aradia) ed anche chi pensa che Philip Glass o Vangelis siano tra i migliori compositori del secolo passato, scavalcando generi e steccati ideologici. Tecnicamente il cd e' ben assemblato (forse una post produzione piu' coraggiosa avrebbe reso piu' emozionanti alcuni passaggi...
Penso a Non e' l'Amore il tuo Destino, duetto con Lino Vairetti degli Osanna, brano che avrebbe potuto toccare livelli ancora piu' profondi!), con un package ben fatto ed un booklet all'altezza della situazione: la comunicazione e' un po' deficitaria sul fronte telematica, perche' il suo sito ufficiale non e' aggiornatissimo ed in questo momento questo e' un danno. Ma stiamo cercando la classica pagliuzza in un progetto sicuramente molto interessante.
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