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Recensioni |
Pubblicato il 19/10/2002 alle 12:21:15 | |
Eugenio Finardi - Cinquantanni (Target / Edel)
Nuove versioni di brani del periodo Cramps per Eugenio Finardi. In occasione dei suoi 50 anni di carriera l’artista rispolvera alcuni momenti importanti della propria carriera, appartenenti al periodo di fine anni ‘70.
“… perché l’unica cosa che la scuola dovrebbe fare è insegnare ad imparare…”, “…ma l’Afghanistan, lo sai, è così lontano e il paradiso non è mai sottomano…”, “… ma quando stai per cominciare ti chiamano a fare il militare…” e “… la paura del domani è sbagliata e tu lo sai…”: sembrano frasi uscite da recenti cortei contro la riforma Moratti, la guerra in Afghanistan e inni di opposizione civile, ma in realtà Eugenio Finardi le cantava già più di 20 anni fa. Sono passati tanti anni da quel bellissimo ed innovativo “Non gettate alcun oggetto dai finestrini” (1975), con il quale Finardi esordiva per la gloriosa Cramps. Poi sono arrivati altri dischi “arrabbiati” come “Sugo” (grande successo di pubblico con brani come “La Musica Ribelle” e “La Radio”), "Diesel", "Blitz" e “Roccando Rollando” che restano tuttora pietra miliari della storia del rock italiano. A pensarci bene se non ci fosse stato Eugenio Finardi oggi non staremo neanche a parlare di gente come Afterhours, 99 Posse e tanti altri gruppi rock musicalmente impegnati. Eppure ai giorni nostri la figura di questo grandissimo cantautore sembra essere sconosciuta ai più giovani, che in parte ne ignorano la capacità comunicativa e lo spessore artistico. E allora, a cinquanta anni di età, Finardi ha deciso di riprendere alcuni dei quei gloriosi inni del rock italiano, sfogliando soprattutto tra le pagine meno conosciute. E così vengono fuori le nuove versioni di “Scuola”, “Trappole” e l’eccezionale “Sulla strada”, forse la più bella canzone italiana dedicata alla vita di tour di un artista (eccezionale quando Finardi canta l’inciso “...e finalmente la prima canzone, e finalmente “Saluteremo il signor padrone...”, riferito al brano con cui all’epoca era solito aprire i concerti”). Proprio oggi compio 24 anni, e seguo Eugenio Finardi dai tempi di “Millennio” (ero ancora un ragazzino): posso dire di aver tratto grandi insegnamenti dalla musica e dai testi di Eugenio Finardi, che parlava di Afghanistan già negli anni ’70 e portava avanti con coerenza un proprio percorso artistico, che nonostante il passare dei tempi e il cambio delle mode risulta ancora oggi valido (andate a riscoprire anche la produzione in inglese degli anni ’80 o ancora brani come “May Day”). In questa nuova antologia (anche se il termine antologia è piuttosto riduttivo) troviamo anche brani come "Cuba", "A mio padre" e "Diesel", tutti intrisi del sudore di quegli anni, ma sempre attuali. “Cinquantanni” è un ottimo inizio per i neofiti che vogliono avventurarsi nella musica di Eugenio Finardi: brani storici, risuonati e arrangianti con suoni più attuali. Ottimo lavoro, coordinato da Angelo Carrara (produttore storico di alcuni dischi di Finardi come “La forza dell’amore”) per la Target Music (il CD è distribuito da Edel), che merita sicuramente un bel 10 pieno.
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