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Editoriale |
Pubblicato il 11/09/2005 alle 12:11:58 | |
Cresce del 7,9% il divertimento in Italia
Ma non ci avevano detto che c'e' la crisi? Il Presidente di AssoArtisti Mario Di Gioia ci aiuta ad analizzare questi dati, in apparenza contrastanti tra loro.
Imprese di spettacolo +7,9%, parchi +7,8%, discoteche + 6,3%
Questi i dati lapidari, ma i dubbi ed i ragionamenti che ci vengono ora in testa sono molteplici...
Ma non ci avevano detto che c'e' la crisi? Il Presidente di AssoArtisti Mario Di Gioia ci aiuta ad analizzare questi dati, in apparenza contrastanti tra loro.
Le notti d’estate conquistano gli italiani. Le imprese che si occupano di organizzazione di spettacoli aumentano in un anno del 7,9%. Cresce anche il settore dei parchi di divertimento e luna park del 7,8%. Bene (+6,3%) le attività nel settore discoteche, sale da ballo, night club. Tra le regioni si distinguono Lombardia e Sicilia per spettacoli (637 e 424 imprese), Campania per parchi divertimento (48), Lombardia e Emilia Romagna per discoteche (285 e 231). Guadagnano posizioni tra gli altri Calabria per gli spettacoli (da 76 a 84 imprese), Sicilia per parchi divertimento (da 15 a 25), Toscana per discoteche (da 152 a 164). Tra le province italiane, protagonista delle serate Milano, prima per gli spettacoli, con 425 imprese. E Treviso cresce in fretta e passa da 13 a 21 attività. Per i parchi di divertimento in testa Napoli con 26 imprese. Per le discoteche capofila Milano con 92 imprese e Torino con 72. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro delle imprese al secondo trimestre 2004 e 2005.
"Si tratta di dati molto positivi che risultano in controtendenza rispetto a tutti gli indicatori economici negativi gravanti sul Paese negli ultimi anni." Mario Di Gioia, presidente di Assoartisti-Confesercenti, esprime una giusta soddisfazione e aggiunge "che a fronte di questi apprezzabili risultati permane, ancora oggi, purtroppo, una distonia fra la normativa vigente nello spettacolo del nostro Paese e quella che si è evoluta negli altri Paesi ad economia avanzata simili all’Italia. Difatti, in tutta la legislazione internazionale il lavoratore dello spettacolo è inquadrato come un lavoratore atipico, in parte autonomo, perché la sua attività si svolge quasi esclusivamente in luoghi appartenenti ad imprenditori pubblici o privati, dotati di un potere contrattuale prevaricante e condizionante. Per dare più vigore allo sviluppo del settore, occorre una decisa azione di Governo e Parlamento, che debbono promuovere il varo di alcune leggi che diano risposte ad alcuni problemi, quali ad esempio:
v Il riconoscimento della musica quale libera espressione culturale di insostituibile valore sociale e formativo per la cultura nazionale in ogni sua espressione o stile.
v Una legge quadro che definisca l'assetto giuridico degli artisti, gli organizzatori, i produttori, gli agenti, i rappresentanti, gli operatori in generale, i quali con la loro attività professionale contribuiscono alla realizzazione di attività musicali e di spettacolo.
v I principi ed i presupposti che dovranno ispirare un disegno di legge sulle attività musicali in generale, ovvero una Sezione autonoma di un disegno di legge di riforma delle attività musicali, deve essere attuato mediante distinti Regolamenti esecutivi ad iniziativa governativa, uno dei quali dovrà interessare la musica popolare contemporanea.
v La nuova normativa deve proporsi di dare riconoscimento legislativo a tutte quelle forme ed espressioni del linguaggio musicale, ad oggi non oggetto di disciplina normativa (attività musicali non sovvenzionate dal FUS
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