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Pubblicato il 12/05/2006 alle 09:01:23
Arrestato Massimo Bassoli, il biografo di Frank Zappa
di Antonio Ranalli
Arrestato Massimo Bassoli, storico amico e biografo di Frank Zappa (nonche' autore del brano "Tengo na minchia tanta") e in passato direttore di riviste musicali.

Una vera e propria associazione a delinquere, capeggiata dall'ex direttore del "Giornale d'Italia", nonchè storico biografo di Frank Zappa, Massimo Bassoli, attualmente amministratore della società editrice dello stesso quotidiano, che inventava false collaborazioni giornalistiche per ottenere contributi gonfiati dalla legge sull'editoria. Dal 2000 ad oggi sono stati così sottratti alle casse dello Stato ben 14 milioni di euro. A scoprire l'organizzazione gli uomini del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza, che all'alba di ieri hanno arrestato 4 persone, tra le quali proprio Bassoli, conosciuto nell'ambiente musicale per la sua storica amicizia con Frank Zappa (ha scritto anche il testo del brano "Tengo na minchia tanta"), e per aver editato e diretto in passato varie testate musicali, come "Tuttifrutti", "Metal Shock" (che ora non appartiene piu' a Bassoli) e "Flash". Quella che la presidenza del Consiglio destina alle testate giornalistiche è una torta di ben 600 milioni di euro l'anno. Ma può succedere che non tutti gli editori che presentano la domanda per i contributi siano in regola. E' proprio il caso dei quattro arrestati ieri dai finanzieri: Bassoli, i suoi due stretti collaboratori, Umberto Lorenzini e Rocco De Filippis; arresti domiciliari, invece, per la moglie di Bassoli, Francesca Romana Dolazza, responsabile della società editrice del giornale "Puntocom". Il "Giornale d'Italia", di cui Bassoli è stato anche direttore fino al novembre scorso, riceveva ogni anno circa 2,5 milioni di euro dalla presidenza del Consiglio, in quanto organo del movimento politico "Pensionati uomini vivi". L'operazione, chiamata "Golden Press", è stata coordinata dal pm di Roma Olga Capasso ed al momento, oltre agli arrestati, ci sono anche 12 indagati. Diversi i reati contestati: associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato, frode fiscale mediante emissione e annotazione di fatture per operazioni inesistenti, favoreggiamento, false comunicazioni sociali, falsità nelle relazioni delle società di revisione. Sono in corso numerose perquisizioni, nel Lazio ed in Puglia, che vedono coinvolti alcuni professionisti di Roma che, a vario titolo, hanno preso parte all'organizzazione o ne hanno agevolato l'attività. "Sotto indagine", ha spiegato il comandante del Nucleo speciale di polizia valutaria delle Fiamme Gialle, colonnello Bruno Buratti, "sono quattro società diverse tra cui anche l'ex editrice del giornale "L'Indipendente", ma che fanno capo agli stessi soggetti. Il meccanismo ideato dai quattro è semplice: formavano e contabilizzavano fatture su collaborazioni giornalistiche fittizie emesse a nome di società inglesi, irlandesi e maltesi, risultate inesistenti, frodando così il fisco e gonfiando in maniera rilevante (oltre il doppio) i costi sulla cui base erano calcolate le provvidenze statali erogate dalla normativa sull'editoria". Le società coinvolte sono Cooperativa giornalistica Mediatel srl, Esedra srl, Esedra società cooperativa e Abrondhouse cooperativa giornalisti. Sono state rinvenute false fatture per oltre 18 milioni di euro, che hanno consentito agli indagati di sottrarre alle casse dello Stato oltre 14 milioni di euro, sotto forma di erogazioni. Coinvolti per favoreggiamento anche i responsabili della società di revisione che ha certificato i falsi bilanci delle società editrici, relativi agli esercizi dal 2000 al 2004. I finanzieri hanno ricostruito tutti i pagamenti fittizi riportati in contabilità, scoprendo che in realtà, gli importi affluivano puntualmente sui conti degli indagati o di società a loro riconducibili. Il principale indagato, Bassoli, messo alle strette attraverso ispezioni bancarie sui propri conti correnti e vari sequestri, ha cercato di disfarsi del suo patrimonio - stimato intorno ai 25 milioni di euro - che è stato posto sotto sequestro. Le indagini sono ancora in pieno svolgimento e non si escludono ulteriori sviluppi.

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