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Recensioni
Pubblicato il 21/04/2004 alle 22:01:51
Vasco Rossi - Buoni o cattivi
di Massimo Giuliano
Il ritorno del Blasco, a tre anni da “Stupido Hotel”. Il risultato è abbastanza buono

Nel 2001, all’epoca dell’uscita di “Stupido Hotel”, Vasco Rossi si attirò addosso molte critiche da parte dei fan, che lo accusarono di aver sfornato un album in cui gli assoli erano ridotti al minimo e il rock che tanto aveva fatto la fortuna dell’artista di Zocca era quasi scomparso. Effettivamente, “Stupido Hotel”, nonostante il buon riscontro di vendite che ha avuto, non è un album eccezionale; si mostra moscio e con delle musiche tutt’altro che riuscite: “Quel vestito semplice”, “Io ti accontento”, “Stendimi” ma soprattutto “Canzone generale” ne sono un triste esempio. Il nuovo album, invece, intitolato “Buoni o cattivi”, si caratterizza per una maggiore qualità, oltre a porre l’ascoltatore di fronte a una scelta, proprio come recita la title-track: o di qua, o di là. O accetta il nuovo corso intrapreso da Vasco, più vicino alle ballate che non ai pezzi rabbiosi e tirati, o mette nello stereo un altro cd. Perché oggi il sig. Rossi subisce la medesima sindrome che ha colpito anche Ligabue nel suo ultimo album di studio: il rock si ammorbidisce, complice forse più l’età e il bisogno di cambiamento che non l’esigenza commerciale, e fa spazio in larga quantità ai “lenti”. Ecco così che, su 12 canzoni, solo 1/3 scuote: “Buoni o cattivi”, “Rock’n’roll show” (già sentita ai concerti milanesi del Blasco la scorsa estate), “Hai mai” e “Cosa vuoi da me”, quest’ultima fortemente somigliante nel riff a “Pretty fly (for a white guy)” degli Offspring. Il resto è tutta una raffica di canzoni d’amore dal sound a volte “drammatico”, ideali da ascoltare sia insieme alla propria ragazza che da soli, magari sospirando: “Non basta niente”, “Dimenticarsi”, “Da sola con te” e “Un senso” (colonna sonora del film “Non ti muovere”) lo testimoniano in maniera eloquente. Come non menzionare, poi, “E…”, già un classico tra i fan: basta andare sui tanti blog che affollano la Rete per trovarne il testo in qualche post.
Se oggi si pretende di approcciare i dischi di Vasco come se ci si trovasse di fronte a un nuovo “Gli spari sopra” (il suo capolavoro del 1993), si resta inevitabilmente delusi; se, invece, si capisce che, come ha detto egli stesso, il rocker oggi vuole provare nuove strade, in qualche modo si riesce a farsene una ragione. È comunque indubbio che, mentre dischi come “Liberi liberi”, “Gli spari sopra” e “Canzoni per me” scorrono dall’inizio alla fine, nel caso di “Buoni o cattivi” si incontrano alcune difficoltà ad arrivare al termine già quando si è a metà del cd. Tuttavia, siamo sempre di fronte a un Vasco d.o.c., e la hit parade è lì a ricordarcelo.

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