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Pubblicato il 02/05/2015 alle 12:19:09
Lo Stato Sociale, rivelazione del Concerto del 1° Maggio a Roma tra polemiche e censure
di Manuela Ippolito Giardi
Lo Stato Sociale ha sorpreso, in prima serata, al Concerto del 1° Maggio a Roma. Protagonista in diretta tv di un bacio omosessuale, la band bolognese avrebbe voluto portare sul palco sei coppie, due eterosessuali, due gay e due lesbiche.

Lo Stato Sociale ha sorpreso, in prima serata, al Concerto del 1° Maggio a Roma. Protagonista in diretta tv di un bacio omosessuale, la band bolognese avrebbe voluto portare sul palco sei coppie, due eterosessuali, due gay e due lesbiche per un lungo bacio a sostegno dei diritti civili.

Anche quest’anno dunque non sono mancate le polemiche, che ormai fanno parte dello spettacolo in programma in Piazza San Giovanni in Laterano. Al milione di spettatori in piazza, si sono aggiunti i tanti spettatori in televisione, che sono stati nella parte pomeridiana 960 mila (anteprima) e 998 mila (prima parte), nel segmento preserale 1.019.000 e nella prima serata 934 mila.

La sorpresa della scaletta è stata senza dubbio l’inserimento, in prima serata, della band Lo Stato Sociale (nella foto di Alessandro Sgritta), una solida realtà per chi segue la musica indie, ma probabilmente meno noti al grande pubblico. Al grido di “meno Natali, più 1 Maggio” la band è arrivata a Piazza San Giovanni con ben due album all’attivo (pubblicati da Garrincha dischi) ed una ventina di sold out in giro per l'Italia. “Una sorpresa anche per noi”, hanno affermato i componenti del gruppo, “Al massimo pensavamo di andare tra le 7 e le 8... la fascia dell'aperitivo. Quando ce l'hanno detto abbiamo dovuto inventarci qualcosa di più grande del solito. Siamo andati in palestra, dall'estetista, dal truccatore”. Poi è arrivata l’attesa performance. La band si è presentata vestita di tute nere, che coprivano anche i volti dei cinque componenti (Alberto Cazzola, Francesco Draicchio, Lodovico Guenzi, Alberto Guidetti ed Enrico Roberto), che poi hanno svelato via via le proprie facce.

La performance, nelle intenzione del gruppo, doveva essere arricchito da un lungo bacio in diretta fatto da sei coppie (tra cui due omosessuali). Alla fine, l'unico bacio che sì è visto è stato quello tra due dei componenti del gruppo. Subito è scattata la polemica. Ad aprirla è stata l’Arcigay. “Sei coppie, due formate da gay, due da lesbiche e due da eterosessuali, avrebbero dovuto salire sul palco del concerto del Primo Maggio assieme agli Stato sociale e baciarsi ma la Rai lo ha impedito” è stata la denuncia del presidente di Arcigay, Flavio Romani, presente in piazza San Giovanni a Roma. “Le coppie”, ha proseguito, “erano già nel retropalco e avevano già firmato le liberatorie di rito quando l'organizzazione ha comunicato loro che la Rai non intendeva mandare in onda quel contenuto essendo la trasmissione ancora in fascia protetta. Una censura insensata, che tratta l'omosessualità come una cosa oscena, impresentabile. Un atteggiamento inaccettabile, che nella tv pubblica, quella pagata anche con le tasse delle persone gay e lesbiche, rende invisibile un pezzo di Paese, proprio sul palco del Primo Maggio dove la parola “diritti” dovrebbe avere un significato particolare. Chiediamo ai vertici delle sigle sindacali che organizzano la manifestazione di prendere le distanze pubblicamente dall'atto discriminatorio della Rai”.

Pronta la riposta della Rai. “In merito a quanto afferma il presidente dell'Arcigay, Flavio Romani, su un presunto divieto da parte della Rai di far salire sul palco del Concerto del Primo Maggio alcune coppie omosessuali che si sarebbero dovute baciare durante l'esibizione del gruppo Lo Stato sociale, l'azienda precisa di non aver saputo nulla della questione e di non essere stata coinvolta in alcuna decisione in proposito da parte degli organizzatori dell'evento”.

Per Massimo Bonelli di ICompany, organizzatore del Concerto del Primo Maggio, non c’è stata “nessuna censura nei confronti de Lo Stato Sociale. Semplicemente la parte relativa all'uscita sul palco delle sei coppie gay non era stata provata prima e quindi gli autori non se la sono sentita di mandarla in onda”.

Secondo il manager de Lo Stato Sociale però “non c'era nulla da provare. Per il problema della fascia protetta, avevamo accettato già di cambiare il brano “Mi sono rotto il cazzo”, senza grossi problemi, ma non pensavamo di fare polemica e avere problemi con un bacio di un minuto. Ci dispiace solo per i 12 ragazzi che avevamo chiamato e che erano venuti qui per noi”.

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