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Pubblicato il 14/01/2009 alle 17:34:46
L’emozionante omaggio di Eugenio Finardi a De Andrè e la sua anima blues
di Pippo Augliera
Si è distinto tra tutti gli artisti che hanno partecipato al tributo a Fabrizio De Andrè trasmesso Domenica 11 gennaio su Rai tre con una intensa e commovente interpretazione di “Verranno a chiederti del nostro amore”.

Si è distinto tra tutti gli artisti che hanno partecipato al tributo a Fabrizio De Andrè trasmesso Domenica 11 gennaio su Rai tre con una intensa e commovente interpretazione di “Verranno a chiederti del nostro amore”, stabilmente inserito nel suo repertorio live.

Eugenio Finardi non ha per niente sfigurato di fronte a nomi del calibro di Franco Battiato, Roberto Vecchioni, Ivano Fossati e si è così espresso nei confronti del collega scomparso: ‘ciò che ha fatto grande la musica e la poesia di Fabrizio, è stata la sua capacità di collaborare con gli altri, riconoscere il talento e aprirsi. Penso che sia stata proprio questa la sua grande forza.’

La capacità di emozionarsi rappresenta un chiaro segnale, e non poteva essere diversamente, di un artista che da dieci anni, deluso dal suo ultimo Sanremo annata 1999 con “Amami Lara”, si è messo volutamente in pensione dai criteri feroci dell’industria discografica, iniziando e continuando un percorso spirituale e dell’anima, realizzando dei progetti musicali decisamente fuori dalle logiche commerciali, seguendo i sentieri del proprio cuore.

Lasciati i panni del ribelle e anticonformista degli ultimi anni ’70, Finardi si è orientato negli anni ’80 a delle composizioni più morbide con qualche impennata compositiva come “Laura degli specchi” sul tema della follia.

Ha provato, sul finire degli anni‘80, a scrivere un album concept notevole, passato inosservato, “Il vento di Elora” con una manciata di pezzi che evidenziano la storia umana di un recupero di valori smarriti ed un capolavoro “Come in uno specchio” destinato a diventare uno dei suoi classici.

Poi, di nuovo, il ritorno alla canzonetta, con qualche collaborazione importante come quella con Ivano Fossati, ma per il resto sembrava che si fosse spento il guizzo della creatività.

Il risveglio avviene nel 2003 con un cd coraggioso “Il silenzio e lo spirito” dove forse per la prima volta sceglie in piena libertà, assecondato dalla etichetta indipendente Edel.

Prosegue successivamente la ricerca, soprattutto vocale, che lo porta in “Anima blues” e in “Fado” ad esplorare i confini in cui l’interpretazione si fonde con i linguaggi della musica.

Nel 2008 raccoglie finalmente i primi riconoscimenti ottenendo la targa Tenco come miglior disco di interprete con l’album “Il cantante e il microfono”: una chicca dedicata all’opera del poeta dissidente russo Vladimir Vysotsky. Realizza un disco di beneficenza cantando in coppia con la figlia e pubblica a novembre il suo progetto multimediale “Suono”, un cd+un video+un libretto, che contiene il suo recente e apprezzato spettacolo teatrale dove alterna monologhi, canzoni e proiezioni video.

Alcuni giorni fa ha tenuto due concerti nel locale milanese ‘Blue note’, nei quali ha sfoggiato tutta la sua anima blues. ‘I miei idoli sono John Lee Hooker, Howlin’ Wolf e Muddy Waters’, afferma il cantautore. ‘Ma Hooker è il mio preferito, con quella voce roca e profonda, giocata sempre sulla stessa tonalità, che è come un film, fa vivere e vedere emozioni incredibili’.

Lo spettacolo ha mostrato le varie sfaccettature del suo essere musicista e la lodevole intenzione di rivisitare il suo repertorio, anche quello considerato minore, alla luce delle ultime esperienze che gli stanno permettendo di esprimere la sua anima di teatrante. Ha eseguito alcuni brani del disco su Vysotsky accompagnandosi solo al piano, un altro omaggio a De Andrè con “Il ritorno di Giuseppe”, precedentemente inserito ne “Il silenzio e lo spirito”, e un duetto con la cantautrice, chitarrista e pianista, Roberta Di Lorenzo. Una scoperta di Finardi, al più presto produrrà il suo primo album.

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