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Editoriale |
Pubblicato il 25/04/2009 alle 11:09:39 | |
Nessun segnale di ripresa nella discografia, ma nemmeno atti di coraggio
La federazione internazionale dei discografici IFPI ha diffuso i suoi dati e sono tutti pesantemente con il segno negativo: ma nel contempo non vedo iniziative da parte delle case discografiche atte ad una svolta epocale.
La federazione internazionale dei discografici IFPI ha diffuso i suoi dati e sono tutti pesantemente con il segno negativo: ma nel contempo non vedo iniziative da parte delle case discografiche atte ad una svolta epocale.
Fa freddo se dico -8,3? Direi di si': orbene questo e' il dato statistico valido per tutto il mondo di quanto la musica ha venduto di meno, confrontando gli ultimi due anni. Ovviamente (come tutte le statistiche si rispettano) questo e' un dato generale, ma vi sono altri mille aspetti ed informazioni che possiamo valutare e sui quali ovviamente le riflessioni da farsi sono davvero tante.
Questi dati (state tranquilli!) alla fine dell'articolo ve li daro', ma io voglio arrivare subito alle conclusioni e banalizzare (ancora una volta...!) i nostri suggerimenti su una discografia che non ci sembra faccia molto per risollevarsi da questa crisi del supporto fonografico. Brevemente:
1)Perche' non si ha coraggio imprenditoriale e non si investe su nuovi generi musicali? Forse qualche direttore artistico dovrebbe capire che se un cantante della casa discografica concorrente vince il Festival di Sanremo (tanto per fare un esempio!) non e' automaticamente obbligatorio andare a cercare un suo clone e metterlo sotto contratto;
2)Perche' non si analizza per bene cosa ribolle nelle cantine dove provano i musicisti italiani underground? Forse quell'onda che sta arrivando e' una nuova sonorita' e quindi e' bene seguirla, mandare dei talent scout e monitorarla, perche' sara' quello che piacera' in un immediato futuro;
3)Perche' all'estero esportiamo solo canzonette melense e non capiamo l'importanza di certi mercati esteri, dove alcuni precisi generi musicali italiani sono gia' apprezzati a livello underground? Penso al progressive in Giappone, al thrash o al metal in Nord Europa, al power rock in Sud America, ma anche all'elettronica negli States...
4)Perche' si e' abbandonata la bella e costruttiva abitudine di investire su un cantautore con almeno un paio di dischi? Se non si fosse usata questa strategia, non sarebbe mai emersi i vari Claudio Baglioni, Vasco Rossi o Biagio Antonacci: come dovrebbero sapere questi discografici strapagati, questi artisti nei primi dischi non hanno certo brillato nelle vendite ...! Eppure gli allori vecchi saggi dei direttori artistici gli hanno dato fiducia ed alla fine hanno vinto loro...
5)Perche' ci affidiamo solo alla scuola di musica e di formazione solo se solo reality o passano in televisione? Molti giovani musicisti italiani potrebbero davvero rappresentare il futuro della nostra discografia, se solo fossero ora aiutati a maturare con i consigli di produttori, arrangiatori, tecnici del suono etc...etc...etc...!
Ora possiamo ritornare ai numeri relativi al 2008, sempre secondo la federazione internazionale dei discografici IFPI..
Vendite del cd rispetto all'anno precedente? - 31,2 % negli States, -11,3 % in Europa e – 15,4 % nel mondo.
Vendita della musica digitale? + 16,5% negli States, + 36,1% in Europa e + 24,1% a livello planetario
Fatturato globale, considerando ogni voce? - 8,3% a livello mondiale, - 6,3% in Europa e – 18,6 negli States.
Due altri valori controtendenza?
Il continente asiatico ha registrato un +1% come fatturato globale della discografia ed e' l'unico dato positivo in questa categoria, perche' tutti gli altri paesi l'hanno di segno negativo;
Positivo anche il gettito a livello mondiale per la voce diritti connessi con un forte + 16,2 %
Conclusioni a livello italiano? Mentre continuo a vedere che le cosiddette etichette indipendenti (la domanda pero' da farsi e' sempre la stessa.... indipendenti da che?) hanno modus operandi simili alle major (ed ovviamente con molti soldi di meno da investire) e non cercano di privilegiare settori di nicchia o generi poco curati, debbo segnalare due casi interessanti nella discografia di Serie A ovvero sia RNC Do It Yourself (che e' arrivata a pubblicare due cd assai coraggiosi come quello dei 81db e degli Ex Wave), ma anche la earMUSIC che (con l'appoggio della Edel) pubblica cd da collezionisti. In entrambi i casi scopriamo un deus ex machina che muove i fili e con una discreta esperienza nella discografia che contava, sino a qualche anno fa: Nico Spinosa e Max Vaccaro......
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