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Recensioni
Pubblicato il 27/09/2009 alle 12:04:58
Uross e gli UNArtisti – Soliloquio d’estate
di Ambrosia J.S. Imbornone
Nel terzo demo di Uross non mancano le idee per i testi. Musicalmente si strizza l’occhio a Rino Gaetano e Daniele Silvestri, ma anche a Springsteen e al rock americano

Sicuramente a Uross non mancano le idee. No, non chiamatelo però progetto quello dell’artista di Monopoli (BA, anzi Monopoly, come scrivono su Myspace) e della sua band, gli UNArtisti. Non si tratta infatti di una strategia assortita che muove meccanismi e ingranaggi per pianificare il successo, ma appunto di condivisione di idee con il pubblico. Anche questo terzo demo così non sembra nato a tavolino, come la band tiene orgogliosamente a precisare, ma non parliamo di idee per caso. Si sente infatti che i testi delle canzoni non sono nati sotto i cavoli, ma fortunatamente in teste pensanti. Il punto di forza del terzo demo di Uross e soci, che prolificamente nasce solo sei mesi dopo il secondo, “Fattoincasa”, risiede ancora una volta forse nei testi, ma rispetto al lavoro precedente è anche possibile avvertire una crescita del sound, che ora mette in maggiore risalto possibili illustri modelli non italiani. “Fattoincasa” appariva nel complesso un demo molto italiano, che in una certa vena eclettica folk sembrava ricordare Capossela, mentre il cantato sembrava rammentare a tratti Luca Carboni, altre volte più nettamente Silvestri. Quest’ultimo sembra ancora l’artista italiano più vicino allo stile di Uross, nell’attenzione ai testi tra ironia e velata polemica sociale, quasi dissimulata nella musica da mood falsamente sereni e concilianti, come in una certa vocazione rock abbastanza chiara ai tempi de “Il dado”, mentre nei momenti gridati si fa più evidente un possibile riferimento all’impeto quasi un po’ surreale e rabbioso di Rino Gaetano, che in un brano come “Sciarrabball” nel precedente demo restava un po’ in sordina a causa dell’uso alternato di italiana e dialetto. Inoltre emerge ancora più nettamente che in passato l’amore per il songwriting made in USA: si direbbe in primo luogo forse Springsteen per un pezzo come “La canzone di Natale (anche quando Natale non è)”, ricco di sarcasmo contro la retorica del Natale, ma proprio questa canzone sembra strizzare l’occhio ai Pearl Jam. “L’urlo” si rifà ad un rock old-school che dai 70’s dei Led Zeppelin arriva fino ai 90’s, mentre per “Silenzio in blues” le venature blues tipiche delle sonorità di Uross rammentano alcuni brani di Badly Drawn Boy. Per “Al mio funerale” è facile e persino scontato pensare alla scuola romana, in questo caso non tanto a Silvestri, quanto al Niccolò Fabi di “Rosso”, ma se simile è la fantasia, diversa è l’idea musicale di fondo del brano, aperto da rintocchi di campana a morto, che sembra rifarsi anche in questo caso al cantautorato folk-rock americano. Nel momento più drammatico, la canzone evoca ed immagina un rito solitario che sembra sancire una forma di diversità e una fede in una libertà di essere cani sciolti che non vogliono guinzaglio. “Avevo uno Snake” è un breve brano voce e chitarra, mentre infine notevole è “L’eternauta”, che i versi e i tocchi di glockenspiel rendono onirica, mentre la ritmica, la leggera eco che accompagna il cantato, nonché la chitarra elettrica di Mr. Patterson fanno venire in mente gli U2. In definitiva il cd appare interessante e gradevole per un gruppo che si spera continuerà ancora a crescere nelle interpretazioni, nella scrittura e nell’elaborazione dei brani, magari anche con la possibilità di registrazioni più professionali.

Tracklist del demo:
1. L’urlo
2. La canzone di Natale (anche quando Natale non è)
3. Al mio funerale
4. Silenzio in blues
5. Avevo uno Snake
6. L’eternauta

Credits

Testi e musiche: Uross
Uross: voce, chitarre, glockenspiel
Deji (Giuseppe Degirolamo): basso
L’Ingegnere (Andrea Brunetti): pianoforte, tastiere
Mr Patterson (Andrea Acquaviva): chitarre
FredFallo (Marco Grande): batteria, percussioni

Foto di Daniela Medico,copertina del demo.

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