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Pubblicato il 08/07/2011 alle 15:27:04 | |
Tenedle su Degni di Nota: rock cantautorale anni'80 che vi ricorderà qualcosa come Nicolas Godin e Jean-Benoit Dunckel degli Air
Davvero una gran bella recensione, condita da una intervista a 360 gradi. Tenedle sa controllare bene il tutto, i dosaggi musicali, emotivi, i groove: e' uno stile eterogeneo e consapevole. Ovviamente si parla del recente cd Grancassa!
Davvero una gran bella recensione, condita da una intervista a 360 gradi. Tenedle sa controllare bene il tutto, i dosaggi musicali, emotivi, i groove: e' uno stile eterogeneo e consapevole. Ovviamente si parla del recente cd Grancassa!
Orbene non possiamo che gongolare, perche' la lunga recensione e' assai approfondita e piena di pathos. In apertura leggiamo che ... Tenedle ha buon sangue, sulle prime note di Hikikomori tra elettronica leggera e voce flautata cantautorale vi ricorderà qualcosa come Nicolas Godin e Jean-Benoît Dunckel degli Air ma con una voce non distorta dai rimaneggiamenti al computer....
Ma su Degni Di Nota le riflessione sono condite da dati storici ...I patterns elettronici ci sono e sono sullo sfondo, ma in superficie sono costanti una voce da cantautore e vari elementi di tradizione da recuperare pian pian tra happening e sorprese dietro l’angolo. Ma andiamo con ordine: c’è qualcosa che vi ricorderà gli anni ’80 in questo Grancassa, più che una dichiarazioni d’intenti è un DNA: Tenedle al secolo Dimitri Niccolai era parte integrante nella new wave fiorentina con la band Laughing Silence nata a metà degli anni ’80. La sua carriera solista, non è da meno, agli esordi se ne erano già accorti Renato Marengo e Michael Pergolani su Radio Demo.... e qui va precisato che non esiste Radio Demo, ma Demo e' uno show di Radio1 Rai.
Proseguiamo nell'analizzare questa recensione ..Tenedle arriva alla sua sesta fatica discografica: un concept album sulla solitudine che chiude una stagione di concept cominciata con l’album Luminal sul tema della follia. Tra psycosound e intuizioni cantautorali un mucchio di brani che sanno dove la strada porta, sanno cioè mettere una buona parola alla solitudine quasi intessendo un dialogo con i solitari: come manifesto si possono prendere versi come questi: Ogni cattivo pensiero è un mostro/ prende la forma che tu gli vuoi dare/ sentirsi soli è una brutta scusa/ non si abbandona così ciò in cui credi...
Attenzione alle belle riflessioni nella parte centrale dell'articolo... Tenedle si immerge in una parete mentale che parte con l’elettronica e i sussurri vocali di Hikikomori: la figura dell’adolescente giapponese rinchiuso in eremitaggio nella sua stanza con la realtà virtuale come unica via di fuga.... Tenedle sa controllare bene il tutto, i dosaggi musicali, emotivi, i groove: è uno stile eterogeneo e consapevole: disco che parla di solitudine ma senza mai perdersi nel vuoto del baratro, sempre con appigli per risalire e uscire dal tunnel a livello di ricerca mentre il campo empirico della musica si muove tra savoir faire e consapevolezza musicale che sa farsi sempre ballabile e orecchiabile in continua evoluzione...
Come mai l'autore e' arrivata a questa conclusione? Se lo domanda anche lui ...Evoluzione perché a mano a mano che il disco prosegue si aggiungono ai pattern la tromba jazzy di Rocco Brunori e le voci femminili di Marydim, Vanessa Tagliabue e Silvia Vavolo. Effetto terapico nei testi, eleganza nei suoni tra vari abiti che cadono a pennello tra delicatezza, estrosità e infinite gradazioni intermedie...
Attenzione ora alle considerazioni piu' profonde... Brano principe di tutti questi elementi è Ideale (da cui provengono i versi citati qualche riga prima). In questa dolce marcia contro la ghettizzazione mentale, si procede anche su tinte più marcate ed elettroniche e virtuosismi alla tromba in versione di critica sociale: ...come è facile educare con il Napalm in In Una Catapulta. Il disco riesce ad alternare con continuità tinte rarefatte come la suggestiva Sta Accadendo, brano di rinascita, al groove tutto da hit di La Cura Del Suono, brano di punta di questo disco all’insegna dell’ elettronica ballabile. Siamo in fase discendente, ci si mette poco a familiarizzare con lo stile di questo disco subito friendly che in Maledizione sperimenta una chiave blues innovativa. Più dark sono invece le tinte grottesche di Boomerang e Hai Fai... tra l'altro brani che godono di una buona rotazione radiofonica!
Ma ci sono ancora apprezzamenti sulla recensione apparsa su Degni di Nota ..Tutta da scoprire è Grancassa, esecuzione strumentale che dà il titolo all’album e inaugura una manciata di canzoni più radicalmente electro come La Spiaggia o Le Cose Infinite, con tanto di tromba malinconica che richiama un glam rivisitato.... Sono egocentrifugo ma non sono il vostro caso clinico, sono un dinosauro ma non mi sono mai estinto è la bandiera di Egocentrifugo che con Feedback è un cantico agrodolce che in chiusura spezzano il cerchio della grancassa della solitudine....
Vogliamo arrivare alla conclusione di questa bella recensione? Pronti per i botti? E’ un disco capolavoro: non gli manca nulla, l’esperienza, la capacità eclettica, la personalità e i contenuti. Il corollario di presupposti è sapiente e intelligente, ma Dimitri Niccolai ha anche la sapienza di collaudare tutto in un liquido fluido capace di creare un disco a più livelli: bello per il suo cantautorato ricco e profondo ma anche leggero, ballabile, appetibile ad un primo ascolto. Niccolai – che vive a metà strada tra la culla new wave fiorentina e l’Olanda – sa crearsi il suo recinto creativo inconfondibile: la sua voce sottile e ficcante che nuova tra nuovo e tradizionale. Nessuna somiglianza particolare, è proprio lui, è il suo mondo, è Tenedle e vi piacerà un sacco....
...e noi lo amiamo da tempi non sospetti!
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