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Pubblicato il 17/10/2008 alle 11:55:51
Beppe Donadio: Houdini è un album da dieci e lode, ci ha candidamente confessato
di Laura Gorini
Beppe Donadio è tornato a farci sognare ad occhi aperti con la sua musica. “Houdini”, il suo secondo cd, fresco fresco di stampa, è la lampante conferma del suo innato talento.

Beppe Donadio è tornato a farci sognare ad occhi aperti con la sua musica.
“Houdini”, il suo secondo cd, fresco fresco di stampa, è la lampante conferma del suo innato talento.
Ecco il risultato di una lunga chiacchierata tutta a base di musica, of course!

Beppe finalmente dopo una lunga attesa è arrivato nei migliori negozi di dischi “Houdini”, il tuo secondo cd. Un lavoro- ricordiamolo- che hai presentato ufficialmente al grande pubblico e agli addetti ai lavori sabato 4 ottobre al Teatro Centro Lucia di Botticino Sera ( Bs)...Una location che ti è molto cara e alla quale devi molto...
Sono stati in pochi a credere ad un artista al primo cd.
Il Centro Lucia è stato uno dei primi a concedermi una chance sulla base di “Merendine”, che presentammo per la prima volta due anni fa, davanti a trecento persone. Facevo fatica a guardare in alto, quella sera!
E- ti confesso- che ho fatto la stessa fatica due sabati fa: è stata un'esperienza molto particolare!
A volte sembra un girone dantesco, a volte un’arena, a volte il salotto di casa.
Un “sold out” è sempre e comunque un’ emozione indimenticabile ed una grande responsabilità.

Ma ritorniamo a parlare di “Houdini”. Che ci azzecca un cantautore come Beppe D con il celebre prestigiatore?
Ho voluto cantare le vicende di un mago di periferia, alle prese con la vita.
Beppe D. del resto è un cantautore di periferia, alle prese con il mondo della musica.
Entrambi cercano di fare magie. Credo che le figure di illusionista e di cantastorie a volte siano davvero vicine, a volte una canzone è una specie di numero magico dall’ esito sorprendente.
In entrambi i casi c’è un palcoscenico, un pubblico e i relativi bisogni di stupire ed essere stupiti.

Tuttavia la visione che tu hai dato di questo controverso personaggio è ben diversa rispetto a quella che lo Star System ha voluto tramandare ai posteri...
La canzone non parla di Houdini quello vero, ma di un Houdini qualsiasi, un mago che come soluzione alle sue pene d’amore vede soltanto quella di lasciarsi morire nella pagoda, dando vita al numero magico più stupefacente di sempre.
Il mago che muore dentro la pagoda, nel film con Tony Curtis, fu un pugno nello stomaco e fece di Houdini uno dei miei eroi dell’infanzia, non meno importante dell’ Uomo Ragno.
Fino a quando il Mago Alex Rusconi, mesi fa, mi raccontò che in realtà Houdini non era proprio un fuoriclasse, piuttosto un “furbetto”, in molti campi, con uno sfrenato desiderio di popolarità.
Prima di falsificare le manette e i lucchetti fece pure la trasvolata dell’Australia in aereo. E morì di una semplice malattia, altro che pagoda.
Sai come sono i film di Hollywood…

Nel cd c’è molto spazio per l’amore ma anche per tematiche ben più scottanti come la caduta del Muro di Berlino, sto ovviamente parlando di “Maestrale” o ancora del desiderio a volte sconsiderato di ragazzine e ragazzini di voler far successo ai tutti costi partecipando a programmi televisivi definiti da critici del settore come “la fabbrica dei sogni”...In tal senso mi viene in mento “Boyband”...Come sei riuscito ad amalgamare insieme tutti questi argomenti apparentemente così diversi tra di loro? Qual’è il comune denominatore che li lega tra di loro?
Entrambe parlano dell’importanza delle parole.
“Maestrale” è una canzone nata vent’anni fa, sulla scia di una sensazione forte, quella data dalle migliaia di persone che nel 1989 a Berlino sgretolavano con martelli e picconi uno dei simboli della stupidità umana.
“Maestrale” parla della libertà di amare qualcuno al di là del muro, e delle parole chiuse a chiave per la restrizione della libertà di scrivere e parlare.
“Boyband” parla delle canzoni vuote, senza una storia, quelle canzoni che si reggono soltanto sulla bella voce di chi le canta, ma che dentro non contengono nulla.
La canzone, bella o brutta che sia, dovrebbe sempre avere una storia, condivisibile o meno, interessante o meno.
A volte è solo stereotipo, e a me mette una gran noia!

Altro comune denominatore di quest’album è il blues...
Ho suonato in una band storica di Brescia, la Blues Benzo Band, e Sergio Benzoni, grande chitarrista blues e “capo della banda”, mi ha fatto amare ancora di più questo genere.
In questo album c’è uno scherzo che si chiama “Sad Snack Blues”, magistralmente interpretato da Veronica Sbergia e Max De Bernardi, due grandi del blues.
Fa il paio con “Fab Four Blues” del primo cd, e non è molto distante, come intenzione, da “Funerale per Cantautore” in cui ho pensato di celebrare la commemorazione di una figura un po’ in disuso oggi, quella appunto del cantautore non necessariamente giovane, non necessariamente bello e soprattutto non necessariamente “sciupafemmine”!

Inoltre si percepisce ascoltandolo anche una vena più rockeggiante in altri punti. In altri tocchi persino il country e il folk...A cosa è dovuta questa accattivante miscellanea?
È dovuta al fatto che mi piace suonare di tutto, mi piace scrivere di tutto e dentro certi canoni – forzatamente, come qualcuno spesso mi consiglia – non mi va di starci. Sono un appassionato di musica, prima che musicista, e la musica la voglio suonare così come la intendo, e cioè in tutte la forme che sento più vicine.
Forse non è strategicamente perfetto, come approccio al mercato discografico, ma in tutta sincerità, mi trovo a mio agio così.
Vorrei essere ricordato perché non sono classificabile, piuttosto che essere classificato ed ignorato.

Anche la sezione testuale sembra ancora più curata rispetto a quella di “Merendine”, il tuo primo cd...
Alcune canzoni, in “Merendine” avevano anche più di dieci anni.
“Maestrale” a parte, in “Houdini” c’è prevalentemente materiale nuovo, scritto con la testa e le esperienze di una persona di quarant’anni.
Come ti dicevo prima, ho grande rispetto per la parola scritta, trovo sia un patrimonio da conservare, e cerco sempre di scrivere qualcosa che abbia un senso, realtà o invenzione che sia. Conosco il “mestiere” di adattare le parole alla musica, ma lavoro affinché le parole nascano insieme alla musica, e tutto sia un processo unico e coerente.

Sinceramente quanto sei soddisfatto da uno a dieci di “Houdini”?
Dieci, ma non è promozione pubblicitaria!
In otto mesi di lavoro ne succedono di tutte, fino all’ultimo giorno. Anche “Houdini”, come “Merendine”, è un cd autoprodotto e quando arrivi alla fine sembra sempre un miracolo, e finisci per amare il tuo lavoro finito più del precedente.
Ho un atteggiamento assolutamente “paterno” anche nei confronti di “Houdini”, che onestamente mi sembra un bel “pargoletto”.

Come per “Merendine” ti sei valso di ottimi musicisti e bravissime coriste sia in fase di registrazione del cd sia durante il tuo concerto di presentazione al già sopra menzionato Teatro Centro Lucia di Botticino Sera ( Bs)...Vuoi presentarcene ad uno ad uno?
Ho avuto la fortuna di poter contare ancora su Franco Testa ed Elio Rivagli, quale sezione ritmica, e sugli amici di “Merendine”, musicisti bresciani che sono un punto fermo della mia musica, su disco e dal vivo.
In “Houdini” si sono aggiunti Fausto Beccalossi alla fisarmonica, un bresciano che suona nel mondo con i più grandi, Marco Remondini, altro splendido solista, e Mark Goldenberg, chitarrista di Jackson Browne, conosciuto grazie a MySpace, il quale ha apprezzato alcuni brani del primo lavoro e con molta disponibilità ha registrato tre
album.
Un posto a parte meritano Elena Sbalchiero e Stefania Martin, due delle voci più belle alle quali un artista può accompagnarsi, e l’amico Michele Gazich, con il quale si è stretto un sodalizio musicale che dura ormai da due anni.
Anche Michele suona spesso con i grandi songwriters d’oltreoceano e il fatto che il suo violino abbia un posto in “Houdini” mi riempie d’orgoglio.

E ora quando potremmo ammirarti nuovamente dal vivo assieme alla tua affiatatissima band? Prossime date dei tuoi live?
Sabato 8 novembre a Brescia ricomincia questo piccolo tour chiamato “Il Numero Magico di Houdini”.
Mi permetto di segnalarti l’uscita di un cortometraggio – “Happy Hour”, su un soggetto di Alberto Alberini, il mio produttore esecutivo - che sarà presentato sempre a Brescia il 13 novembre, con alcune canzoni di “Merendine” come colonna sonora.
Sarà l’occasione per me per suonare in duo con Michele Gazich, al termine della proiezione.
Le date le trovare tutte su www.beppedonadio.com.

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