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Pubblicato il 11/10/2006 alle 21:42:39
J AX, addio agli Articolo 31
di Antonio Ranalli
J Ax esce dagli “Articolo 31” e pubblica “Disanapianta”, il suo primo album politico. L’artista passa al “pop politico”.

"Articolo 31 erano la palestra, ora faccio sul serio”: parola di J Ax che, interrotto il sodalizio creativo con Dj Jad, con cui formava il famoso duo hip hop, oggi si presenta da solo, con il disco “Disanapianta” (nei negozi dal 13 ottobre) dove - dice – “accio il mio genere di musica, il mio pop, che è pop-politico”.
“Era dai tempi di “Domani smetto”, nel 2002, che io e Dj Jad - racconta J Ax - volevamo staccarci, lui per seguire l'hip hop, io le mie cose, per questo con “Italiano medio” abbiamo portato gli Articolo 31 fino al Forum di Assago e poi li abbiamo lasciati lì, su quel piedistallo, per riprenderci le nostre strade, che potrebbero anche - ipotizza - incontrarsi di nuovo, magari per un disco celebrativo”. Abbandonare il genere hip hop, in un momento in cui sembra andare per la maggiore, non spaventa J Ax, anche perchè “non c'è un botto del rap, che ormai è un genere consolidato in Italia, ma solo quello dei singoli e delle loro canzoni: vedo il successo di Fabri Fibra, non del movimento, anche se ci sono gruppi che “spaccano” come i Club Dogo”. Per preparare il suo primo album solista, registrato a Los Angeles con musicisti come il chitarrista dei Queen of The Stone Age e la batterista delle Hole, il 34enne milanese è voluto ripartire da zero: “ho scelto di sparire dal giro, mi sono tagliato i dreadlocks (i capelli acconciati alla maniera rastafariana) per non farmi riconoscere perché - spiega - per anni sono stato trattato come un vip, ma alle persone che ti fermano, che ti offrono da bere o ti chiedono l'autografo non interessa se sei tu o Enrico Papi, basta che tu sia famoso e questo - sottolinea - è un modo di fare, un mondo, che rifiuto, perchè mi distorce solo: io devo capire chi sono, invece questa gente mi valuta solo per ciò che rappresento”. Di qui, anche il titolo dell'album: “in questi anni, mi sono ripreso ciò che il successo ti porta via, perchè - spiega - sono un “uomo-ianta”, ho delle radici ben precise”. Nella copertina del cd, lanciato dal singolo “Ti amo o ti ammazzo”, le braccia di J Ax si trasformano in dei rami, da cui spuntano delle foglie di marijuana: “per chi non mi apprezza, io sono l'erba cattiva, il “fattone”, eppure, come dico nella canzone “Tua mamma”, una canna fa meno male di un bicchiere di whisky o del botulino o del videopoker o della cocaina che gira a fiumi, anche tra chi fa il conservatore: le “Iene” hanno fatto la prova del tampone ai parlamentari, ma hanno tirato fuori una cosa che sapevamo già tutti”.
“Di sana pianta” si apre con una canzone che è quasi una dichiarazione di intenti: “Snob”, dove J Ax spiega di non essere né rock né hip hop, odiato dai puristi perché troppo pop. “Io so rappare, ma sono un cantautore, se voglio posso mandare tutti a casa con un mio cd di tre anni fa, ma ciò che faccio ora - dice, sottolineando la sua svolta artistica - è molto più difficile per me, fare musica e essere accettato come pop, anzi, come pop-politico”.
“In America il mio stile sarebbe definito hip-rock, ma nel cd - spiega - ci sono brani che sono proprio di musica italiana che io prima, a parte Vasco e Rino Gaetano, non ascoltavo per scelta politica. Ora, invece, la musica che mi piace non si definisce per generi, ma per attitudini: sono fan tanto di Eminem quanto di Eros perché entrambi - conclude - colpiscono al cuore”.

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