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Pubblicato il 01/11/2000 alle 00:00:00 | |
La calma filosofica dei Morcheeba
Fragments of freedom - Frammenti di libertà
Fragments of freedom - Frammenti di libertà
L’ultimo album dei Morcheeba é considerato uno dei migliori di questo duemila. Il gruppo inglese, celebre per il suo trip hop, ha voluto liberarsi di quest’etichetta, un po’ in declino ultimamente, per affrontare nuove avventure, anche se a mio avviso, non sono cambiati così tanto come si vuol far credere.
L’impronta rimane la stessa, perché la dolcissima voce di Skye, solista della band, rimane immutata e indimenticabile. Sicuramente le canzoni vengono sonorizzate e dominate dalla sua voce che assomiglia al cinguettio di un usignolo. Così questo Fragments of freedom diventa uno stimolo per provare nuove atmosfere, dal blues al funky, senza perdere l’impronta del loro trip hop, sconfinando in semplice musica disco, altamente raffinata. Uno dei brani più famosi rimane “Rome wasn’t built in a day”, che non è il migliore, ma il più commerciale. Il più incisivo e penetrante é “Let it go”, dal timbro vagamente blues che ti sale dentro e ti avvolge in calde atmosfere. “Shallow end” è una canzone disco di alto livello, bellissima, dal sapore variegato, ballabile e ascoltabile in ogni occasione, assomiglia a quei successi anni ’70, alla moda degli Chic, rivisitato in chiave duemila. Che dire di “Be yourself”? Un altro successo da sorseggiare attentamente. In “Coming down gently” si è voluto dare una rifinitura psichedelica molto particolare. Per terminare non possiamo dimenticare il pezzo che dà il titolo all’album, che butta al vento questi piccoli frammenti di libertà musicale, dove osare e mischiare vari generi si può fare. Il party può iniziare, immergendosi in questi fantastici Morcheeba, dal tocco alato, perché mentre si ascoltano si ha sempre l’impressione di camminare sospesi per aria.
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