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Pubblicato il 27/10/2007 alle 16:30:20
Anche l’elettronica ha un cuore: la recensione su Kronic di Alter, il nuovo cd di Tenedle.
di Giancarlo Passarella
Il floydiano Roberto Paviglianiti parla di emozionalita' giusta per un contautorato di buon livello: noi concordiamo con lui e tutta U.d.U. Records lo ringrazia.

Il floydiano Roberto Paviglianiti parla di emozionalita' giusta per un contautorato di buon livello: noi concordiamo con lui e tutta U.d.U. Records lo ringrazia.

Conosco Roberto Paviglianiti da diversi anni, da quando a Roma mise in piedi una fanzine dedicata al mondo dei Pink Floyd: ci siamo percio' incrociati proprio su questa comune passione, anche perche' nel 1989 io ho avuto l'onore di curare l'ufficio stampa di alcune tappe del loro italian tour.

Quando ho saputo che aveva recensito Tenedle su Kronic, mi sono ovviamente incuriosito e sono andato di corsa a leggere il suo parere su questo secondo disco per la U.d.U. Records di Dimitri Niccolai, in arte Tenedle....

Scrive il Paviglianiti ...Suona la chitarra, usa le tastiere da vecchia data, canta e compone in solitudine sfruttando le possibilità dell’elettronica con estrema intelligenza, traendone l’emozionalità giusta per un cantautorato di buon livello. Stiamo parlando di Dimitri Niccolai, meglio conosciuto come Tenedle, l’artista toscano che, col suo terzo album Alter, disegna con semplicità una forma canzone infarcita di soluzioni digitali...
E’ composto da ben ventuno tasselli il suo mosaico sonoro; un percorso lungo ma piacevole, fatto di momenti pensosi (“Il dissenso del ritmo”), riflessivi (”Le mosche sul dolce”), distorti (“Ascensore per lunatici”) ma anche frizzanti (“Fintorgasmo”) e spensierati come l’open track “Notte fonda”. Il tutto assemblato osservando e descrivendo - da un punto di vista personalissimo - la condizione umana e le sue attinenze. Nei testi di “Alter” si alternano storie d’ordinaria quotidianità a visioni più ampie di un mondo che va avanti senza badare troppo alle conseguenze....


Giuste riflessioni che denotano un ascolto attento per un disco completamente diverso dal precedente. Prosegue il Paviglianiti... Un disco che rende evidente le evoluzioni compiute negli ultimi due anni da Tanedle che – forte di varie esperienze nel campo delle arti visive e del teatro -, rilascia un suono più limpido e meno isterico rispetto a quello proposto nell’ultimo “Luminal” (2005).... Quello che appunto dicevamo in precedenza. Ora il Paviglianiti affonda la sua lente d'ingrandimento e ci raccontano gli aspetti piu' reconditi di questo cd.... Tonalità aperte e penetranti che caratterizzano un bell’esempio di come anche servendosi di sonorità elettroniche (spesso considerate fredde e adatte solo a musica marginale) si può esprimere un sound fatto di sfumature, visioni e sensazioni provenienti da sentimenti “naturali”....

Un grazie di cuore a Roberto Paviglianiti, sia per la recensione, sia per esser di nuovo apparso sul mio cammino musicale.

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