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Recensioni
Pubblicato il 20/04/2012 alle 19:38:33
L’Arcobaleno dopo la pioggia! Il ritorno di Alberto Donatelli ed il suo quarto album, dal 21 aprile
di Dario Albelli
A partire dal prossimo 21 aprile, 5° Giornata Mondiale del Negozio di Dischi, sarà in vendita Arcobaleno di Profilo, quarto lavoro di Alberto Donatelli. Il cantautore romano torna nei record store italiani a distanza di 3 anni, fra Vasco e Ligabue.

A partire dal prossimo 21 aprile, 5° Giornata Mondiale del Negozio di Dischi, sarà in vendita “Arcobaleno di Profilo”, quarto lavoro di Alberto Donatelli. Il cantautore romano torna nei record store italiani a distanza di 3 anni, fra Vasco e Ligabue.

C’era la luna quella sera ad Anzio, sul mare.
Oramai i nuovi pezzi erano quasi completi, in fondo era ottobre, e tuttavia l’album rimaneva senza un nome. Decisamente il momento perfetto per essere folgorati dall’intuizione. Ma quella terrazza, per quanto bello fosse il panorama, aveva già dato tutta sé stessa. Niente di più sbagliato che fossilizzarsi nell’osservare il mondo da una sola prospettiva: era il momento di tornare a casa.
Uscire dagli schemi facili significa creatività, significa fare uno sforzo in più del necessario, e le volte che si è ripagati di questo si contano sulle dita di una mano. Però quel giorno davanti agli occhi di Alberto Donatelli passa una frase diversa dalle altre; è solo casualità, ma è perfetta. “…ho cercato di comunicare quello che gli altri non vedono, ad esempio un arcobaleno di profilo…”.
Sono le parole di Bruno Munari, artista, architetto e designer milanese recentemente scomparso, che colpiscono per semplicità e intelligenza la fantasia di Alberto Donatelli.

Dopo “Penso Solo a Te” del 2002, il controverso “Vanina” del 2006, “Non Calpestare il Mio Giardino” del 2009, il rocker romano ha scelto di far coincidere la data di uscita della sua quarta pubblicazione con la 5° Giornata Mondiale del Negozio di Dischi. Nel giorno dedicato alla salvaguardia dei luoghi di culto musicale in estinzione, sugli scaffali di una trentina di record store indipendenti italiani (ma anche nei negozi a stelle e strisce fra Portland e New York!) potremo trovare “Arcobaleno di Profilo”, autoprodotto e distribuito da Donatelli stesso. C’è chi ama definirlo un rocker artigiano, chi dal Michigan per i suoi metodi lo ha seguito per una tesi di laurea sulla discografia italiana.

Presenza è potenza: essere gli ambasciatori del proprio lavoro è la più grande garanzia tanto per l’autore quanto per i potenziali fruitori. Io stesso ho ricevuto “Arcobaleno di Profilo” direttamente dalle mani di Alberto, giunto da Roma come invitato di Giancarlo Passarella e Canale 10 al programma Sala Prove. Donatelli in questi anni ha collezionato centinaia di contatti personali, ha stretto amicizie forti, ha perseguito la difficile diplomazia nel dialogo con radio, riviste e siti web. Quel che mi interessa far notare, al di là del fatto che l’abbattimento delle barriere fra musicista e pubblico sia un fattore positivo o meno, è che un approccio di tale portata non può non avere ripercussioni sulla produzione creativa di un artista.
Prendiamo la traccia “Dire la Verità”, in rotazione radio già da fine marzo. L’omaggio di orwelliana memoria a 1984 non è un semplice rimando, il cantautore ne ha fatto il ritornello, perché “in questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario”.

L’onestà al primo posto, la comunicazione bidirezionale come fine e non come mezzo. Ma non c’è “onestà” senza “responsabilità”, e questo è il vero dramma della società moderna. Lo sa bene l’autore, che per ovviare alla rabbia espressa in “Siccome Sei” e “Piove Odio”, inserisce “Claudia”, una dolce ballata in crescendo che riporta l’equilibrio. Tredici le tracce di quest’album, introdotto dagli armonici artificiali made in USA della chitarra di Roberto Franzò fino alla “8 Stagioni” finale, per l’occasione rimessa a nuovo a conferire ulteriore facilità di ascolto al progetto.

L’impressione finale è sicuramente atipica, necessariamente diversa: il disco è a tutti gli effetti un canale di trasmissione diretta fra la nostra mente e quella del cantautore. Poco importa a quel punto stabilire se lo stile del cantato di Donatelli sia maggiormente eredità di Vasco Rossi o di Luciano Ligabue, o se le strutture ritmiche di alcuni pezzi potevano essere a tratti intensificate.
Ammirare un arcobaleno di profilo è assumere una prospettiva scomoda, inseguire quella prospettiva, senza i sette colori a ripagarci dello sforzo.

Un’impresa unica…ma alla fine la Verità trionfa sempre, no?

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