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Rumours
Pubblicato il 14/02/2010 alle 16:50:34
Mia Martini dei miracoli: nevica su Roma nel ventennale di La Nevicata del 56 premio della Critica a Sanremo
di Pippo Augliera
La nevicata del ’56 presentata a Sanremo da Mia Martini nel 1990, Premio della Critica, torna a far parlare di sé vent’anni dopo anche per la neve in questa metà di Febbraio 2010, che resterà nella storia italiana e di Roma.

La nevicata del ’56 presentata a Sanremo da Mia Martini nel 1990, Premio della Critica, torna a far parlare di sé vent’anni dopo anche per la neve in in questa metà di Febbraio 2010, che resterà nella storia italiana e di Roma.

Il Colosseo, Piazza S. Pietro, Fontana di Trevi imbiancati come nella storica nevicata del ’56, definita quella “del secolo”, come non si ricordava dall’inverno del 1929 nel nostro Bel Paese.

Ci pensa Mia Martini a riproporre la magia di quell’evento quando nel 1990, dopo il suo rientro clamoroso a Sanremo con “Almeno tu nell’universo”, decide di ritornare sul palcoscenico dei fiori a proporre non una storia struggente d’amore, come avrebbe potuto fare per bissare il successo dell’anno precedente, ma bensì un quadro poetico realizzato dall’esperto Franco Califano, autore di oltre sei lustri anche del suo grande hit “Minuetto”, coadiuvato dalla sensibilità di una autrice come Carla Vistarini.

Sembra che il brano sia stato composto un decennio prima e destinato, in origine, a Gabriella Ferri. Sottoposto a Mia Martini, considerato che all’epoca, cioè nel ’56, era ancora una bambina, suggerisce di cambiare alcuni versi, con l’obbiettivo di accentuare un clima nostalgico e venato di malinconia per dare più vigore alla canzone. ‘Questo brano, rivela allora, me lo hanno fatto ascoltare due degli autori e mi è piaciuto subito. Ho fatto apportare qualche variazione nel testo, perché la storia parlava di una ragazza che allora aveva circa venti anni, mentre io all’epoca avevo appena otto anni. Con Franco Califano abbiamo cambiato il testo’.

L’interpretazione data da Mia Martini risulta intensa e al tempo stesso elegante e raffinata, a tal punto da regalare dei brividi persino a Ray Charles, presente in quella edizione come artista straniero ad affiancare Toto Cotugno. Lei stessa commenta: ‘E’ un affresco sulla mia infanzia. Oggi la vedo alla luce di tante discese e salite e questa proiezione sul mio passato mi fa risaltare soltanto le cose belle, la figura di mio padre nella mia casa, che non mi ha mai portato allo stadio, era un uomo di cultura e fervente politico, ma mi faceva vedere il mondo dalle sue spalle’.

Il brano non ottiene il favore delle giurie, e verrà inserito nell’album “La mia razza” che non bissa, pur essendo di qualità, le vendite del precedente “Martini Mia” che riesce ad ottenere il disco d’oro, consegnato all’epoca per 100 mila copie vendute.

L'eventuale cruccio di essere considerata da un pubblico elitario viene superato in parte dalla conquista soprattutto dell'applauso degli addetti ai lavori e nell’aggiudicarsi per la terza volta il Premio della Critica, che dal 1996, dopo la prematura scomparsa, porta il suo nome.

Viene designata, inoltre, come vincitrice morale da un sondaggio condotto tra inviati dei maggiori giornali italiani e le viene assegnata la targa d’argento di ‘Onda Tv’ come migliore interprete.

‘Sono profondamente onorata, dichiara, e anche un po’ commossa, di fronte a questi riconoscimenti. Sono ritornata di nuovo a Sanremo per presentare una canzone in cui credevo e che mi ha dato tanta soddisfazione. Tante persone mi hanno dimostrato stima e affetto. Avrei voluto come compagno, in occasione del festival, Charles Aznavour. ‘La nevicata del ‘56’ avrebbe acquistato un altro tono ma … non è dato agli artisti scegliere il loro partner straniero. In ogni caso, dopo anni difficili, ho riscoperto la gioia di vivere e di cantare.

Grazie a tutti di cuore!’

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