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Interviste |
Pubblicato il 07/10/2005 alle 13:04:53 | |
Fonopoli si farà: trovato l'accordo tra Renato Zero e il Comune di Roma
Presentato ieri alla Casa del Jazz il progetto che sorgerà alla Magliana entro il 2008, il Comune di Roma finanzierà interamente la struttura che sarà gestita dall’associazione Fonopoli, il costo previsto per la prima fase è di 15 milioni di euro
Alle 13 in punto Renato Zero fa il suo ingresso in un elegante completo grigio e occhiali scuri nella sala da concerto della Casa del Jazz, alla sua sinistra siede l’architetto del progetto Tommaso Valle e alla sua destra, in rappresentanza del Comune di Roma ci sono il sindaco Walter Veltroni e gli assessori Borgna e Minelli.
CLAUDIO MINELLI (assessore al Patrimonio): «Renato è dal ‘94-‘95 che sta lavorando per questo sogno di Fonopoli, il progetto è stato approvato con l’integrazione del primo accordo di programma e prevede la sua realizzazione in 2 fasi attuative, da quel giorno abbiamo cercato le risorse per realizzare quel sogno desiderato da tantissimi cittadini di Roma (e non solo), è stata una grande difficoltà perché non si voleva realizzare una struttura provvisoria, leggera (che costava anche poco) ma una struttura di grande livello architettonico, importante, quindi anche costosa, collocata non al centro della città dove molto spesso stanno le strutture ma in un’area periferica, quindi nella Roma del domani, ed è chiaro che tutto il lavoro che è stato fatto per il recupero delle risorse non ha potuto raggiungere i costi di realizzazione, ecco perché abbiamo tentato insieme di costruire delle attività connesse, non quelle presenti a Fonopoli che non hanno l’obiettivo di remunerare (sono attività a sfondo sociale), ma abbiamo percorso la strada di individuare delle attività complementari, commerciali, di tipo urbanistico, che realizzate avrebbero poi compensato la realizzazione di Fonopoli che è abbastanza costosa; tutto questo ha preso tanto tempo perché abbiamo dovuto approvare i progetti che prevedevano queste attività, abbiamo ricominciato con la conferenza di servizio e alla fine però andavamo a costruire qualcosa che faceva snaturare il significato di Fonopoli, senza nessuna offesa per queste strutture diventava un centro commerciale o un grande complesso residenziale con attaccato Fonopoli, questo alla fine ci ha fatto tanto riflettere e siamo ritornati a riconsiderare tutto il programma togliendogli tutte queste “aggiunte” la cui finalità era quella di renderlo realizzabile per trovare le risorse, ed è stata fatta una riflessione comune in quel famoso incontro con il sindaco Veltroni e l’assessore Borgna di cui miracolosamente non è trapelato nulla, in cui abbiamo finalmente risolto il tema: Renato Zero e l’associazione Fonopoli con l’architetto Valle partiranno dal progetto già approvato in Consiglio Comunale (quindi questo provvedimento non deve più tornare né in sede di Comune né di Regione) che avete visto sul suo primo stralcio con i costi dell’auditorium e delle attività complementari di servizio e che sarà realizzato da parte dell’associazione e dell’architetto Valle fino alla progettazione esecutiva, che verrà ceduta all’amministrazione comunale che ha già realizzato un’intesa con la società Alitalia per l’area su cui si realizza Fonopoli. La struttura vi verrà illustrata da Masino Valle, Fonopoli alla fine sarà quella bella struttura che si voleva sognare e sarà gestita da Renato Zero e dall’associazione ».
TOMMASO VALLE : «il sogno in realtà cominciò nel ’90 con una struttura pneumatica gonfiabile sorretta da una gabbia (perché doveva costare poco, poi per fortuna le cose sono diventate più serie) quando Renato venne da me con un piccolo schizzo dicendo “questa è Fonopoli, dammi una mano a realizzarla” , mi aprì il disegno e io vidi una forma di coccodrillo, che a me non piaceva tanto come idea, ora lo posso dire, ma d’altronde bisogna sottostare all’idea del cliente, specialmente se sono clienti come Renato Zero. Posso mostrare in rapida sequenza delle immagini e poi eventualmente rispondere a qualche domanda, facendo presente che alla fine si è arrivati al migliore dei 4-5 progetti esibiti perché è il più puro e lineare che non si concede ad altre strutture commerciali…».
A questo punto l’architetto illustra un’immagine presa dal satellite, da cui si vede che Fonopoli sorgerà in un’area di circa 3 ettari compresa tra il grande raccordo anulare, via della Magliana e l’autostrada Roma-Fiumicino, confinante con la nuova sede dell’Alitalia…
«L’ingresso sarà tutto completamente vetrato, dal quale si vedrà direttamente un grosso traliccio-schermo polifunzionale che dà su questa scalinata, un grande piano inclinato che altro non è che la copertura del teatro con delle zone e delle piattaforme dove si possono svolgere delle manifestazioni, il tutto è progettato in maniera che questa struttura sia non solo gestita da Fonopoli ma direttamente dal pubblico, che è libero di girare sulla gradinata, le piattaforme e il traliccio che divide la zona della prima fase che è autonoma e indipendente dalla zona della seconda fase, creando degli happening come avviene al Beaubourg di Parigi; nella seconda fase vediamo un teatro coperto ma aperto lateralmente che potrà ospitare circa 1000 persone e un anfiteatro dalla capienza di 500 persone e intorno i laboratori artigianali che completeranno lo schema organizzativo e funzionale del complesso architettonico, con il grosso edificio d’accesso che fa parte dell’abilità della zona, l’ingresso vetrato, la scalinata, il grosso traliccio che getta le ombre su tutta la scalinata, la copertura vetrata del teatro coperto e l’anfiteatro con questa zona incassata nel terreno in cui il pubblico può camminare in una strada esclusivamente pedonale, i due ponti che la collegano alla zona circostante piena di verde. Questo schematicamente è il progetto: la zona interrata della seconda fase, il traliccio, il teatro coperto e l’anfiteatro, l’auditorio principale di circa 3500 posti in cui c’è una zona della platea dove le sedie possono sparire sotto il palco perché quando Renato fa queste manifestazioni i sorcini si fermano sotto il palco e arrivano la mattina presto per prendere i primi posti e in questo caso e anche per altre attività (discoteca, ecc.) quest’area può diventare tutta libera. Questi sono i prospetti, qui si vede meglio la zona della copertura del teatro all’aperto (l’anfiteatro) e qui la grossa sala con questa teca di cristallo messa sul davanti in modo tale che quando si entra si può vedere lo schermo o le proiezioni che saranno su questo traliccio sul quale conto molto perché da qui potranno partire l’aerostato, il pallone gonfiato, ci potranno essere i carrettini con le noccioline gelato, io m’immagino che questa zona diventi una specie di strada a più livelli anche perché porta la vita direttamente dentro il complesso stesso e perché il pubblico qui andrà dai bambini ai giovani alle persone anziane, quindi questo elemento sarà attrezzato per tutte queste attività, il traliccio deve dare anche un’immagine di moderno e di hi-tech, c’è il passaggio sotto il teatro da una parte all’altra del complesso e una rampa porta dalla strada fino al teatro superiore, la parte superiore del complesso è lasciata molto trasparente per individuare gli alberi e la campagna circostante, mi sono immaginato le persone che vivranno almeno alcune ore della giornata su questa grossa struttura, alla quale ho dato un’impronta molto tecnologica con quel tipo di architettura che cerca di spendere poco mettendo in evidenza se stessa dal punto di vista tecnologico, il pubblico potrà sostare sulla grossa piazza con delle manifestazioni che possono essere dalla pittura al cinema, chiudendo i cubi della struttura per farli diventare schermi queste zone possono essere vissute a più livelli, la struttura polifunzionale che divide il coperto dallo scoperto può funzionare anche dall’esterno come immagine architettonica dell’area, una sorta di manifesto pubblicitario, e dall’interno come spazio-struttura che permette molteplici possibilità d’uso. Dunque la piazza/copertura, il teatro principale ed il sistema di accesso e di circolazione costituiranno la prima fase dei lavori, configurando già le caratteristiche peculiari del progetto Fonopoli che sarà ultimato e ampliato nella seconda fase».
WALTER VELTRONI: «io volevo dare qualche informazione in più, non dal punto di vista architettonico perché la bellezza del progetto illustrato da Tommaso Valle risulta evidente, e non necessariamente tutti i progetti anche dei grandi architetti sono belli, ma volevo dire in poche parole quello che ci siamo detti con Renato quando ci siamo incontrati, lo schema sul quale ci si era messi inizialmente prevedeva per ottenere il finanziamento per fare Fonopoli di caricare su quell’area una quantità di attività di carattere commerciale che avrebbero dovuto generare le risorse necessarie per fare Fonopoli che avrebbero immensamente appesantito tutto il quartiere, questo quartiere della periferia di Roma nel quale lo sguardo dell’amministrazione si volge con l’obiettivo di fare le cose migliori possibili e che verrà investito anche dall’opera di un collega di Tommaso Valle che è Richard Rogers il quale sta progettando un’ipotesi di sviluppo con la vocazione dell’ecosostenibilità, cioè sarà tutto fatto di energia riproducibile, l’idea nuova è quella di togliere di mezzo questo eccesso di carico urbanistico e di assumerlo direttamente noi, perché stiamo facendo un grande spazio culturale e sociale nella periferia di Roma, di questo si tratta, ed è compito dell’amministrazione farlo al centro e tanto più nella periferia della città, la struttura che abbiamo immaginato con Renato qualche settimana fa ha dentro di sé una funzione di spettacolo, di incontro e di aggregazione culturale ma avrà anche altre vocazioni, ci sarà un asilo nido per i bambini del quartiere, lo spazio sarà funzionale anche dal punto di vista sportivo, cioè sarà una struttura immersa nel cuore della periferia di Roma, della quale in questi giorni si parla molto ma che non c’entra con il nome dell’omonima banda, tra altro per ironia della sorte siamo qui dove c’era la sala da pranzo del capo della banda della Magliana (Enrico Nicoletti, ndr.), e invece siamo qui a presentare un progetto di grande opera architettonica con una vocazione sociale, culturale e sportiva per i ragazzi della periferia della città e questo è un compito che l’amministrazione deve fare suo e lo farà insieme a Renato che questa idea ha avuto, con il dono del progetto architettonico esecutivo da parte di Fonopoli all’amministrazione e con l’impegno da parte nostra di acquisire il terreno (abbiamo ormai concluso tutte le procedure) e di fare la gara per la costruzione, e speriamo di dotare nel corso di qualche anno la periferia della città di una struttura culturale, sportiva e sociale di primissimo livello; è lo stesso sforzo che stiamo facendo quando facciamo le scuole in periferia, gli alberghi, i campus universitari, è l’idea di riorganizzare tutta la città, e non lo si può fare senza mettere in piedi grandi strutture come questa che sono grandi attrattori di domanda sociale, noi contrastiamo l’idea che un ragazzo della periferia debba necessariamente andare al centro per seguire degli eventi di spettacolo o di musica o sportivi o altro, adesso abbiamo aperto i teatri a Tor Bella Monaca e a Ostia e 26 librerie in periferia, questa è una struttura molto bella e importante per la sua forza e quindi l’amministrazione l’assume su di sé, è una delle cose che aiuteranno Roma ad essere una città policentrica, che avrà la caratteristica di avere qualità della vita elevata anche e soprattutto nella periferia, e sono contento di farlo insieme a Renato Zero, che è una persona che ha concepito la sua presenza nel mondo dello spettacolo con lo sguardo costantemente rivolto a tutti i ragazzi e ragazze indistintamente che fanno parte in particolare della nostra città e legittimamente da troppi anni aspettano di poter avere un luogo nel quale staranno loro ma anche tutti gli altri ragazzi non solo della periferia che vorranno andare, quello che è importante è che per questo quartiere avrà questa bellezza, e questo è il senso e il segno di una scelta che noi facciamo, togliamo un carico urbanistico sbagliato, facciamo Fonopoli con una forte vocazione culturale, sportiva, sociale e civile e nel luogo in cui è giusto farlo, cioè nella periferia della città».
RENATO ZERO: «io ringrazio soprattutto la mia caparbietà che mi ha evidentemente consegnato ai fasti dell’hit-parade e dei passaggi televisivi con una popolarità forse anche ingombrante visti i miei 55 anni, sopporto con difficoltà queste belle aggressioni amorose da parte dei fans perché la colonna vertebrale comincia a fare cilecca, la vittoria di oggi è la vittoria del ragazzo della Montagnola, di un certo Renato Fiacchini che deve molto alla borgata e a questa “università” fatta di grande diffidenza, ostilità e ostruzionismo ma che proprio per questa ragione riesce a motivare tutto un percorso, una sorta di ritrovamento di un coraggio e di una capacità di sopravvivenza che alla fine forse valgono di più di una meritata laurea, perché io credo di essermi meritato una laurea in “marciapiedologia”, che è una laurea fatta di nomi come i Sandroni, i Maccarelli, Straccaletto, Alvaro Ciucci, Alvaro Tondinelli, Spartaco, Spaghetto e via dicendo, sono nomi che forse non vi diranno niente, molti di loro mi hanno voluto salutare prima di lasciare questa periferia della vita e mi hanno impresso questo tatuaggio indelebile per dirmi di continuare lo stesso e andare avanti anche senza i loro incitamenti, perché evidentemente questa realtà di Roma che è la periferia è forse il fatto più entusiasmante ancora oggi, io sono tornato ad abitare in centro e si sentono ancora gli olezzi di Cardin, di Christian Dior, questa bella puzza di sudore non la sento più e questo un po’ mi manca, ho ritrovato il colore della Via Ripetta che lasciai dove al civico 54 venni dato alla luce da mia madre Ada e da mio padre Domenico, in una Roma che era dei Torlonia, degli Odescalchi, piuttosto che Del Drago, una Roma estremamente colorita e nobile però a conti fatti tra il Sacro Cuore di Trinità dei Monti dove ho frequentato le elementari e Via Alessandro Severo alla Montagnola dove ho portato avanti gli studi superiori, devo dire che quella realtà mi ha talmente coinvolto che ancora oggi io sono costretto a frequentare Casal del Marmo piuttosto che il Lido dei Pini dove ci sono questi orfanelli di tutti i colori e le nazionalità, di andare al Bambin Gesù, cioè questa forza che mi è stata molto generosamente contagiata da questi borgatari, da questi “coattoni”, a loro dedico questa giornata di oggi e il successo di una voce che finalmente diventa coro, non è più un soliloquio sterile ed inutile ma è questo grido di battaglia che vuol dire che non solo lo spettacolo continua ma che la vita ha ancora bisogno di voi…».
GIANNI BORGNA (assessore alla Cultura): « io vorrei sottolineare più che altro due o tre aspetti, il primo è stato detto ed è la periferia, noi stiamo costruendo uno spazio per la musica molto bello però non stiamo costruendo un altro auditorium per una serie di motivi, sia perché stiamo andando in una zona della città molto decentrata che è la zona Magliana ma soprattutto perché il progetto ha tutta un’altra caratteristica perché vuole coinvolgere giovani, giovanissimi e ragazzi in qualche modo legati al disagio che solo un artista come Renato Zero può coinvolgere in due sensi, sia in quello della fruizione più consapevole della musica ma anche della produzione di musica, perché l’idea non è soltanto quella di avere un luogo dove sentire musica ma anche quella un po’ artigianale di avere un luogo dove la musica si pensa, si progetta, si fa, e dove quindi i giovani possono essere coinvolti come consumatori, mi sembra poi molto importante che questa estate ci sia stata questa virata così radicale perché in sostanza per quanti sforzi si erano fatti per trovare finanziatori privati lo scotto da pagare era quello di costruire una struttura che avesse una compensazione commerciale troppo forte, e allora proprio nella direzione di una struttura che vuole avere tutte queste caratteristiche che abbiamo detto, ci sembrava troppo stridente questo scotto e da lì è nata una riflessione fatta col sindaco e con Renato che ha portato a questa scelta che a me sembra veramente la più consona e la più in linea con lo spirito di questo progetto».
RENATO ZERO: «ho voluto che i miei interventi fossero più diluiti oggi perché siccome c’è Panariello qui poi dice che in sintesi “c’è una parola sola”, a fronte di una critica che vorrei evitare almeno oggi, parlare della struttura di Fonopoli è un argomento principe di questo nostro incontro, perché come ha detto già Walter e hanno ribadito Borgna e Minelli non ci si poteva aspettare di meno dalla nostra fantasia, perché intorno a questa struttura ruota tutta una serie anche di iniziative e di eventi atti a stravolgere questo concetto estremamente depressivo che ci sta attraversando da varie parti della società e in vari strati della vita pubblica perché anche gli artisti subiscono questa debolezza e quest’anemia nei confronti di un’attività che con le ultime crisi sembra traballare e subire un certo tipo di tracollo, a Fonopoli abbiamo immaginato anche di creare un presupposto utile affinchè molta di questa energia sia nella danza sia nel teatro di prosa sia nella musica leggera che nella musica colta e in tutte le altre manifestazioni della cultura in generale che verranno prodotte in Fonopoli troveranno finalmente una fotografia fedele e definitiva dentro lo spazio perchè noi abbiamo in animo di mettere un cablaggio estremamente efficace che ci permetta di avere una regia audio e video in modo di poter incamerare tutti i messaggi che verranno proposti all’interno della struttura, e questo significherà la possibilità di avere a un costo molto irrisorio alla fine di ogni concerto il dvd e il cd, e non mi sembra una cosa da buttare via perché questa novità potrebbe in qualche modo contrapporsi a questa ingerenza dell’IVA e dei costi di produzione e distribuzione degli attuali fonogrammi e videogrammi, e potremmo creare addirittura una collana a un prezzo economico che possa consentire sia a Carla Fracci sia a Paolo Conte sia a Panariello di poter usufruire di questo canale, come ha detto Walter questa di Fonopoli è una casa, un posto dove poter finalmente poter andare a suonare un campanello, anche Internet ha scoraggiato ormai tutte le nostre armi, questa volontà di raggiungere qualcuno, una volta si suonavano i campanelli anche a ufo, suonavi e scappavi, magari svegliavi uno che era pure un po’ eccitato e la moglie beccava il contentino [risate], adesso non succede più, quindi Fonopoli vuole essere anche un indirizzo specifico per i giovani, perchè sono la nostra espressione alla quale decretiamo questa responsabilità di continuare il nostro pensiero e la nostra energia, però c’è un aspetto fondamentale in questa Roma e nel resto del nostro paese, che molti di questi artisti rischiano addirittura di aver campato troppo, di essersi addirittura surclassati, bontà del calendario e forse della mancanza di grandi opportunità che questo paese offre, vorrei salutare ad esempio Aroldo Tieri, sono andato a festeggiare i suoi 88 anni qualche settimana fa e mi manca, mi manca saperlo fra noi, sapere che qualcuno lo vada a prendere a casa e lo porti a Fonopoli perchè lui avrà da parlare ai giovani e avrà soprattutto da confidargli che non saranno soli, che avranno la possibilità di ascoltare una voce importante, sana, scevra da qualunque contaminazione attuale, perchè oggi anche l’arte subisce ahimé questo non valore di essere strapazzata dalla pubblicità e da un commercio bieco che la costringe ad interpretarsi in uno spot di pochi secondi, lo abbiamo visto persino con il nostro Puccini, con Vivaldi, che sono andati a finire tra i dentifrici e le carte igieniche, noi a Fonopoli faremo il possibile perchè questo non accada più, perché l’espressione umana e artistica tornino ad essere un valore assoluto di proprietà di tutti, e che per questa ragione a nessuno sia concesso di violare questa potenzialità e questa grande ricchezza che il nostro paese merita per aver regalato questa tavolozza di artisti e di geni di assoluta qualità; per finire volevo invitarvi a non perderci di vista in questo “work in progress”, in questi 11 anni Fonopoli non è stata assolutamente inoperosa ma ha dato dei segnali eloquenti di grande raccoglimento e sinergia con tutte le fonti culturali del nostro tempo, infine ringrazio Walter e il Comune di Roma per aver permesso a questo ragazzo di borgata di essere fiero di essere romano e di essere qui con voi oggi».
A questo punto un incauto giornalista fa polemicamente notare che Renato ha ringraziato il Comune per questo “regalo” e chiede di sapere i costi di questo regalo e le motivazioni di questo cambiamento di atteggiamento del Comune di Roma che “soltanto 3 anni fa vantava questo progetto perchè era a costo zero per la comunità”, mentre adesso Veltroni e Borgna hanno spiegato la ragione politico sociale che ha indotto a questa sterzata anche coraggiosa in tempi di vacche magre in cui lo stesso sindaco lamenta l’eventualità di chiudere i lampioni della periferia perchè non ci sono soldi, poi vuole conoscere oltre ai costi del progetto anche i tempi di realizzazione perchè questa storia di Fonopoli va avanti da 15 anni e i giornalisti hanno annunciato l’inizio dei lavori entro 3 mesi circa ogni 2 anni, quindi vuole sapere se siamo di fronte alla “tradizione delle fregnacce che abbiamo scritto” o ci troviamo davanti a una vera svolta...
WALTER VELTRONI: «intanto io mi preoccuperei più di quando si scrivono cose non vere come è capitato in tante circostanze nelle quali si è andati da una parte e la verità stava da un’altra, ma è il punto di partenza che è sbagliato, noi non facciamo un regalo a nessuno, i regali non si restituiscono, lei ha mai avuto in regalo una camicia di proprietà di un altro? Non credo, Fonopoli è di proprietà del Comune di Roma e la gestirà Renato Zero perché fa parte di un’idea e di un progetto che in questa città va avanti da anni e deve essere realizzato, quindi non è un regalo, il regalo è ai ragazzi della periferia romana, non capire questo però è grave, perché fa parte di uno schema non razionale, quello di pensare che se si fa una cosa come questa molto importante per la città la si possa fare a costo zero, perché fare e costruire degli esercizi commerciali significa che dalla costruzione di questi esercizi commerciali derivano all’amministrazione comunale degli oneri concessori, che andavano alla realizzazione di Fonopoli, quindi sempre di soldi pubblici si tratta, non è che le cose nascono come funghi, era un accordo nel quale a fronte del fatto che ad un imprenditore privato si facevano costruire, non so, 3 supermercati, e l’imprenditore privato invece di dare gli oneri concessori al Comune di Roma per i supermercati costruiva Fonopoli, ma il vero regalo è ai ragazzi di periferia e all’idea di equilibrio policentrico della città. Quanto costerà? 15 milioni di euro, che saranno sparsi su diversi esercizi seguendo l’iter, e lei dovrebbe sapere la differenza che c’è tra la spesa in conto capitale e la spesa corrente, l’esempio dei lampioni non le fa onore sinceramente, quella è una spesa corrente, siccome sento dire tante sciocchezze in giro, come si è fatto con la Notte Bianca, alla gente di questo paese gli è stato tolto quasi tutto e adesso gli si vuole togliere anche un’occasione in cui la gente si diverte, sta insieme e non sta a casa davanti a “Porta a Porta” a vedere le interviste di questo o di quello, stiamo parlando di un paese che sta nelle attuali condizioni e di un taglio al Comune di Roma di 312 milioni di euro di spesa corrente, che non è travasabile dalla spesa in conto capitale, Fonopoli fa parte della spesa in conto capitale perché dota il Comune di Roma di un capitale, i regali sono quelli che fanno altri, quando si danno 370 milioni di euro di incentivi per i decoder...». [applausi]
CLAUDIO MINELLI: «la prima battuta per i tempi è dell’Associazione e di Masino Valle, che deve passare da questo progetto preliminare già approvato sia dalla Regione che dal consiglio comunale al progetto esecutivo, appena il progetto esecutivo è stato redatto si devono fare due atti: una valutazione di impatto ambientale (VIA) com’è previsto dall’accordo di programma e in contemporanea la giunta approva il progetto esecutivo, dal momento in cui il progetto esecutivo è approvato possiamo bandire la gara per la sua realizzazione, quindi nel momento in cui la giunta approva il progetto esecutivo ci sono i tempi normali di pubblicazione del bando di gara, della sua pubblicazione e aggiudicazione, i tempi che noi pensiamo poi di realizzazione sono intorno ai 18 mesi, l’importante per noi è cominciare, quindi un paio di anni con i problemi che ci saranno, quel terreno ha avuto già un’indagine geologica nel momento in cui lo individuammo, quindi ci sono tante procedure a tempi rapidi, adesso faccio io una domanda a Masino, quanto tempo ci metti a fare il progetto esecutivo?»
TOMMASO VALLE: «questo progetto parte da una buona base, quindi sovrapponendo i tempi, perché mentre si fa il progetto architettonico possono lavorare gli impiantisti e gli strutturisti, il tempo che avete detto voi è sufficiente e forse potremmo risparmiare anche qualche giorno...»
Una giornalista chiede, a proposito dei giovani di borgata, se si è pensato a come garantire un livello culturale alto per Fonopoli a dei costi comunque contenuti per i fruitori, in linea con le possibilità economiche dei giovani di periferia...
RENATO ZERO: «a questo risponderei io, che ho acceso questa miccia ma da qui a breve ritengo che sarà doveroso consegnarvi i nomi di tutti i settori che andremo a lambire, dalla musica classica alla prosa al balletto all’avanguardia, avremo questa opportunità di investire dei responsabili nei vari palinsesti, che ci concederà di usufruire non solo della qualità del direttore artistico e delle sue conoscenze e popolarità, ma forse, e credo che questa sia la cosa più interessante, potrebbe in qualche modo suggerirci di produrre addirittura noi degli spettacoli e poi mandarli in un decentramento e in altri teatri, quindi Fonopoli essenzialmente per avere successo deve produrre, non deve andare a prendere l’artista di grido e offrirgli un cachet voluminoso solo per averlo lì, bisognerebbe poi riuscire a stimolare questa curiosità e la naturale voglia di collaborare di questi artisti, e succede spesso anche all’Olympia di Parigi così come al Sistina di Roma, perché è anche importante che un teatro faccia la differenza e suggerisca agli artisti di prendere quella direzione, a questo proposito a Roma c’è l’esempio significativo di Gigi Proietti che riesce a coinvolgere un bel numero di colleghi, ad avere delle locandine di qualità e credo che poi i conti gli diano pure ragione perché il teatro di Proietti incassa sufficientemente per coprire tutte le spese e gli ammortamenti, quindi auguriamoci che non cambi questa buona proporzione tra la qualità e i risultati...
Non si può dire che Fonopoli strizzi l’occhio più alla musica leggera piuttosto che al jazz o ad altri stili musicali, così come la danza e la prosa hanno pieno diritto di essere in qualche modo presi in considerazione in un palinsesto a 360 gradi, non mancheranno anche delle miscelanze che credo siano importanti, nella stessa sera potremo magari assistere a un quartetto d’archi che fa musica da camera, a un comico e magari a un attore che recita un monologo, soprattutto spiazzare quelle che sono le tendenze e proporre magari a un ragazzino di 17 anni Vivaldi una sera mentre lui va a vedere Ligabue, questo lo trovo interessante e accattivante, mi è capitato di assistere a certi concerti imprevisti e ho trovato dei ragazzini che venivano catapultati in un auditorium ad ascoltare Mozart ed erano rapiti, non vorrei dimenticare ad esempio la grande presenza di Bernstein che dava lezioni alla Carnagie Hall di New York a tutti questi ragazzini parlandogli degli strumenti e facendogli conoscere la funzione di ogni singolo strumento, fare queste cose di mattina a Fonopoli è quanto di più auspicabile possa accadere, perché non dimentichiamoci che Fonopoli è anche dialogo, trasmissione di pensiero, di azione, di volontà, e quindi tutto questo sarà nostra premura metterlo in atto...».
WALTER VELTRONI: «mi fa piacere che Renato abbia detto questo perché vorrei ricordare che il Brancaccio fino a 4 anni fa era un luogo abbandonato, poi è stato rimesso in sesto e affidato alla guida di Gigi Proietti e ora è il teatro italiano che vende più biglietti, Serena Dandini fa un ottimo lavoro all’Ambra Jovinelli, sono pezzi della città in luoghi importanti della città come il quartiere Esquilino, così come avere alla Magliana una struttura che faccia spettacolo, cultura, sport e anche una parte sociale perché solo per fare un asilo nido spendiamo in genere un milione di euro, e quindi il fatto che l’asilo nido sia qui dentro ci fa risparmiare questa cifra, però è l’idea che la cultura non è solo partecipare ad un evento, la cultura è permanenza, effetto stabile, lo so che dà fastidio a molti ma noi a Roma siamo in controtendenza, a Roma il turismo va bene e produce occupazione e ricchezza per le famiglie ed energia per la città (e di tutto quello che i turisti spendono qui il Comune non vede un centesimo, i soldi vanno tutti allo Stato), e questo succede perché ci sono tanti eventi, è per questo che Roma cresce in termini di prodotto interno lordo il doppio del resto del paese, ma invece di essere vissuta con la bile questa cosa dovrebbe essere considerata una buona notizia, perché se è così a Roma può essere così anche nel resto del paese, basta crederci e avere voglia di faticare, occuparsi delle piccole cose che sono importanti come le grandi cose, basta sapere che la società non è fatta come la raccontano le sue rappresentazioni, la città è fatta di persone in carne e ossa, che guadagna 500 o 1000 euro al mese, di gente che non vive nelle case dei centri storici, di ragazzi che hanno il diritto di vivere la loro vita, di divertirsi e di avere speranza...perché questa è la città ».
Le ultime domande riguardano le strutture previste per i portatori di handicap, la viabilità, i costi e tempi definitivi del progetto e la superficie interessata....
CLAUDIO MINELLI: «il tempo totale di attuazione dovrebbe essere di circa 2 anni e mezzo, i 15 milioni di euro riguardano la prima fase attuativa per un teatro dai 4000 ai 4500 posti, e questa oscillazione dipende dal fatto che noi ovviamente realizzando la prima fase dobbiamo mettere dei servizi (ristorante, ecc.) che devono stare necessariamente dentro la stessa struttura, ma rimane di un livello ideale perché va a occupare un vuoto degli spazi teatrali e musicali per quella dimensione nella nostra città ».
TOMMASO VALLE: «per i portatori di handicap è rispettata tutta la normativa vigente e quindi non ci dovrebbero essere problemi, poi durante lo svolgimento del progetto possiamo sempre pensare di inserire qualcosa oltre la normativa, la superficie è di 8500 metri quadrati circa, una viabilità carrabile di servizio seguirà tutto il perimetro esterno del costrutto permettendo un agevole ingresso agli automezzi di soccorso».
RENATO ZERO: «volevo concludere dicendo che la nostra Associazione Culturale Fonopoli rimane un’associazione non a scopo di lucro e che tutte le attività che verranno svolte all’interno della struttura Fonopoli saranno rigorosamente improntate al fabbisogno della struttura medesima e gli eventuali ricavati andranno ripartiti per urgenze di qualunque tipo ed entità sul territorio romano, questo per ribadire la nostra funzione di grande allegria, questa cosa si fa per allegria perchè comunque Renato Zero ha il suo lavoro, i suoi impegni e la sua bella musica, mentre Renato Fiacchini ha voglia di massacrarsi, di stare con la gente e di sperimentare ancora, grazie di esserci stati».
E se Renato Zero nel 1991 scriveva in un suo disco “non ringrazio i politici e chi canta per loro”, oggi continua a non cantare per nessun partito e nessun politico ma bisogna dire che un ringraziamento a Veltroni e al Comune di Roma è stato doveroso farlo perchè altrimenti Fonopoli non si sarebbe mai realizzata.
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