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Recensioni
Pubblicato il 20/05/2010 alle 10:30:38
The King of Silence - Il sogno di Andy (autoproduzione 2010), tra un sogno prog rock ed un folle sonno potentino
di Giancarlo Passarella
Quasi perfetto! Il disco e' una suite di 12 brani (tra Porcupine Tree e PFM), confezionati in modo elegante: anche la grafica e' professionale, ma la mancanza di produttore artistico si sente, anche se questo cd e' meglio di tanti ufficiali!

Quasi perfetto! Il disco e' una suite di 12 brani (tra Porcupine Tree e PFM), confezionati in modo elegante: anche la grafica e' professionale, ma la mancanza di produttore artistico si sente, anche se questo cd e' meglio di tanti ufficiali!

L'inizio e' con il botto. Una busta non imbottita mi lascia sempre spiazzato: possibile che ci siano ancora dei gruppi che spediscono il loro disco in modo non sufficientemente protetto? Solo per caso, ho quindi aperto la busta (assai danneggiata dalle Poste Italiane), forse per evitare che il cd uscisse del tutto dal suo insufficiente contenitore. Ne e' uscito un cd che riprende la mitica 50 lire e ne fa' un elaborato del tutto personale: assai bello... lo apro' e con il cellophane se ne va anche il bollino Siae, messo percio' nel posto sbagliato. Rimango di nuovo spiazzato da questa ennesima gaffes e guardo incuriosito l'indirizzo: Potenza? La mia Potenza?

Fatti i complimenti a Leo Micca per l'ottimo lavoro grafico, il disco riparte con il botto, ma questo volta in campo artistico: un brano come <>Il re dei folli e' un pamphlet preciso e dettagliato del progetto della band, unendo tradizione prog ad un crossover da nuovo millennio, dove la metrica lirica si sposa bene con il tappeto sonoro. Il cantato e' appoggiato a questa impalcatura, ma a volte si permette anche di enfatizzare alcuni momenti topici. Davvero bello come brano ed allora il loro motto (...tutti noi siamo stelle, stiamo sbiadendo... cerca solo di non preoccuparti, un giorno ci vedrai... ma adesso, prendi solo quello che ti serve e continua per la tua strada, continua a guardare avanti e smettila di piangere!) mi sembra ancora piu' vero e me li fa sentire vicini. Mi aspetto con ansia i nuovi brani, avvinto ormai da un progetto prog rock che intuisco originale: non vengo del tutto soddisfatto dai brani che seguono, sicuramente non all'altezza dell'incipit Il re dei folli... il resto scricchiola in piu' punti, spesso dimostrando che stare in studio un po' di piu', forse avrebbe giovato all'intero concept. Ma io parlo bene, ma i The King of Silence questo disco l'hanno concepito tra mille sforzi (economici e non), basandosi su una strumentazione personale e non in un mega studios..! Ed allora il disco riassume il ruolo di bella produzione, ma a me piace pensarlo piu' come biglietto da visita di una band che come elaborato finale: mi immagino anche cosa si sarebbe potuto fare, facendosi aiutare da un produttore artistico o da un altro tipo di vecchia volpe da studio, come un arrangiatore (o un fonico) che abbiano frequentato anche la fine degli anni'70 ovvero sia l'humus su cui (non per eta', ma per gusti musicali) i The King of Silence ambirebbero correre liberi e leggiadri...

Alcuni passaggi infatti sembrano figli della lezione di Chocolate Kings (della P.F.M.) o dei piu' recenti Porcupine Tree, anche se il merito dei The King of Silence e' quello di rimanere capatosta e cercare un proprio percorso artistico. Attuale line-up della band:
- Enrico Condelli tastiere e synth
- Mario Pepe batteria
- Donato Modrone chitarra
- Giovanni Castelli voce
- Vito Armandi basso

The King of Silence - Il sogno di Andy
- Il re dei folli
- Il sonno di Andy
- Il sogno di Andy
- Fly
- Sinfonia della guerra
- Jazz 037
- Incancell_abile
- Il vecchio clown
- Dea nera
- La tempesta - atto I
- La tempesta - atto II
- Isterico benessere


... Nel 2008 la voglia e la passione di un gruppo di amici aspiranti musicisti si concretizza nella costituzione di una giovane cover/band che muove i suoi primi passi in una delle migliori sale prove della città di Potenza, presso la scuola di musica TUMBAO.La ricerca di uno stile proprio,di un palinsesto artistico diverso, sicuramente impegnativo,ma raramente ascoltato in giro, che non scadesse nel banale, faceva già presagire l'intenzione di sfruttare le motivazioni della cover come ponte guida per arrivare alla produzione di un lavoro prorpio. Il primo passo nasce dal bisogno che l'intero gruppo ha di riconoscersi in un luogo,in un ambiente che sia come una seconda casa,dove si possa di giorno e di notte,senza orari, poter suonare, studiare, comporre e vivere di musica senza subire il peso di spese eccessive,orari e tanti altri disguidi. La ricerca non facile,per ovvi motivi (chi ospiterebbe mai una band di pazzi di giorno e di notte co il rischio di una bella denuncia per disturbo della quiete pubblica?) ci porta in un locale/garage del parcheggio 3 di Potenza,che nonostante sia completamente invivibile lascia in noi un qualche cosa di indelebile. Oggi dopo tanti sforzi economici e fisici... è il nostro covo,la nostra tana, il nostro LAB18 dove viviamo i 3/4 della giornata solo ed esclusivamente per la musica.Oltre ad un valore strettamente concreto quel buco per noi rappresente tanto a livello affettivo. Non dimenticheremo mai le nottate passate a lavorarci dentro fra polvere e pittura,pittura e polvere con amici vicini e lontani e con il grande BRAUX, chitarrista eclettico nonchè componente e fondatore del gruppo oggi trasferitosi a ROMA per lavoro. Nei mesi successivi e per circa un anno gli ECO18 in nuova formazione con la new entry (ZIO MODRONE) vivranno l'esperienza del live,in giro nei locali e nelle piazze piu'conosciuti/e della città tirando via volta per volta con il crescere delle motivazioni e dell'affiatamento sempre piu' importanti performance....

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