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Interviste |
Pubblicato il 15/07/2008 alle 15:37:00 | |
Banco Del Mutuo Soccorso: e via in concerto!
L’attività concertistica del Banco Del Mutuo Soccorso continua anche in questa estate 2008, con eventi più mirati, ma sempre imperdibili, i prossimi live saranno a Milano e a Mantova. Ne abbiamo parlato con Francesco Di Giacomo e Rodolfo Maltese.
L’attività concertistica del Banco Del Mutuo Soccorso continua anche in questa estate 2008, con eventi più mirati, ma sempre imperdibili per chi segue questa storica band, nata grazie ai fratelli tastieristi Gianni e Vittorio Nocenzi nel ‘69, autori di tre dischi cardine del rock 70’s, "BMS", "Darwin!" e "Io sono Nato Libero" e di altre cose rilevanti. Un gruppo familiare per chi è cresciuto con la loro musica, li ha visti decine di volte dal vivo, li ha seguiti con la band principale o con le attività soliste collegate. Il Banco è tornato il 20 giugno scorso al Near Fest di Bethlehem (Pennsylvania), rinomato festival prog di tre giorni che quest’anno includeva anche Peter Hammill, Fish e Liquid Tension Exp. Abbiamo incontrato di persona Francesco Di Giacomo e Rodolfo Maltese, per tastare il polso dei prossimi live, Vittorio Nocenzi si è pienamente ristabilito dopo un piccolo problema di salute, che includono l’Idroscalo a Milano il 18 luglio (Area Tribune, ingr. gratuito), il Palazzo Te a Mantova il 21 luglio (con i New Trolls) mentre il 13 settembre voleranno a Montreal per il Festival FMPM (www.fmpm.net). Non dite che non ve l'abbiamo detto!
Parliamo del Near Fest in Pennsylvania, dove avete già suonato sei anni fa. Com’è la sala
in cui si svolgono i concerti?
FDG Diciamo che suoni in una sala che sembra di stare all’Auditorium di Santa Cecilia, in una cittadina di 80 mila abitanti, a 30 km da Pittsburgh, e a 150 da New York, dove l’evento viene organizzato sei mesi prima e quindi sai che non troverai il teatro vuoto ma stracolmo. Infatti, c’erano una ventina di persone in piedi, anche se lì non è possibile farlo. Dopo il concerto, o prima, ti capita di incontrare personaggi come Peter Hammil, Tony Levin, Dream Theater o Roger Dean (suo il logo del fest n.d.r) e tanti altri.
RM C’è un punto di ritrovo nel bar dove molti di loro venivano la sera e nonostante non capissero i testi in italiano, alcuni erano addirittura commossi dai nostri brani. E’ venuto a trovarci anche Gary Green dei Gentle Giant, a cui facemmo da spalla. Dobbiamo ringraziare per la riuscita dell'evento l'organizzatore del Near Fest, Rob LaDuca, che è di origine italiana.
Ditemi meglio come è strutturato il Festival? Avete chiuso la tre giorni.
FDG Fanno concerti di tre giorni, la mattina, il pomeriggio e la sera. Il concerto pomeridiano inizia alle 16, 30 e finisce dopo le 18. Sistemano il palco e prepari il soundcheck. Hai a disposizione un suono perfetto, luci fatte bene, come le vuoi e, diciamolo pure, un catering abbandonate. C’è una forma di rispetto che ti gratifica. Il pubblico ha la stessa attenzione di quello che va alla classica, il silenzio nei momenti di calma e poi l’applauso fragoroso, fatto con vera partecipazione. Su quindici pezzi avremmo avuto tredici standing ovation, alla fine diventa quasi imbarazzante.
Che mi dite dei vostri progetti collaterali, quello di fado con Marco Poeta, uno dei pochi suonatori di guitarra portuguese in Italia, e con i Beatless.
FDG Proprio per il progetto di fado con Marco Poeta ho tenuto in pausa la situazione dal vivo del Banco in questi mesi. Sono concerti che vanno molto bene. Il 4 luglio a Bra, vicino Torino, c’è stata una serata chiamata "Da Vincenzo Cerami a Francesco Di Giacomo", mi dispiace per Cerami, con una serie di letture sul Portogallo accompagnate dalla parte musicale, una bella esperienza.
RM Con i Beatless insieme a Francesco e il chitarrista Maurizio Pizzardi dei Tetes De Bois, siamo per ora fermi ma c’è l’intenzione di riprendere in autunno.
Tra i molti dischi incisi dal Banco ce n’è qualcuno che ti soddisfa di meno, forse negli 80’s.
FDG Certo, su tanti dischi capita che ci sia qualche brano che non ti piaccia. Ad esempio "Il 13", a parte un paio di momenti, non mi piace. Lo stesso con "E via!", non mi dice nulla. Abbiamo cercato il rinnovamento su cose che non erano necessarie. Per me fare la promozione a Domenica In era fuori target, termine orribile ma vero, perché ti esibisci davanti a chi non interessi e magari dai anche fastidio. L’unica cosa che mi porta ancora sul palco è la credibilità, avere la capacità di dire certe cose perchè ci credi, senza nessuna strategia. E’ giusto ammetterlo, con una doverosa onestà intellettuale. Alla fine sei sempre tu che decidi di cambiare marcia, ti prendi i tuoi meriti o i demeriti.
Riguardo a un disco nuovo in studio immagino ci pensiate da tempo.
FDG Ci pensiamo almeno ogni mese. Dobbiamo trovare il tempo giusto di discuterne. Personalmente sono in una fase di scrittura che non so quanto possa interessare al Banco. Mi piacerebbe cantare un pezzo unico con una sola parola fino a che non ne puoi più. Una nota sola, che fosse come un respingente che ti schiaccia contro una parete, come una zanzara!
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