Ha la sigla WMWDTGA 034 e portera' il loro progetto alla portata di chi ama Heroes del Silencio, Ac/dc, Baron Rojo, Grand Funk Railroad, P.F.M. e Ritchie Blackmore. Alle lezioni di questi grandi, aggiungono la loro fantasia compositiva!

Lunedi' 31 Maggio inizia una nuova stagione per la musica italiana: irrompono nell'asfittico panorama discografico i Sun King, emuli di un hard rock che nessuna etichetta discografica di casa nostra si sognerebbe di produrre nel terzo millennio! Discorso valido per il 99% dei discografici, ma non per la nostra U.d.U. Records che si fa portavoce di battaglie che altri non vorrebbero nemmeno pensare di iniziare...Ho sempre seguito con interesse i Sun King sin dagli esordi - dice il nostro diretur Giancarlo Passarella - ... e mi sono innamorato di un brano come Hippogriff: ho dato loro una serie di banali consigli e li hanno seguiti, ottimizzando cosi' tutto il loro mondo musicale, comunicazione compresa!

Prisoners of Rock – Sun King (Ululati dall'Underground Records WMWDTGA 034)
Nel 2005 si incontrano due ragazzi nel medesimo gruppo rock (un bassista ed un chitarrista ritmico) che non si erano mai conosciuti prima. Così nasce il nucleo dei Sun King. Poi maturandosi le cose, dalla lenta e costante volontà dell’uno e dalla furia compositiva dell’altro, accompagnate da 3 anni or sono dall’innesto proficuo di un altro chitarrista, nascono quasi tutte le perle contenute nei 2 cd PROJECT CZAR: IVAN (2008) e I.D.J.S. (2009) costituenti la discografia dei Sun King. Finora il posto dietro i fusti in legno è stato un po’ ballerino ma poco importa. La strada del rock per i quattro del Re Sole è segnata: rock duro e soprattutto energico, che si intreccia con storie personali, reali o immaginarie e sogni, porta impervia lontano, se la si vuol percorrere fino in fondo. Ma non è questo il cruccio di Ivan, Daniele, Giacomo e Roberto; la volontà è quella di suonare divertendosi e di condividere, con gli amanti del genere, questa passione viscerale. Il disco Prisoners of rock si apre con la potente Turn me on ed arriva a toccare il climax con la ballad A Sign, dal testo vagamente mistico, introdotta da un duo di chitarre acustiche e voce che fa eco a certe sonorità americane, ma essendo i nostri di matrice indoeuropea, solo di eco si tratta. Seguono brani di hard rock ed arie piu' sanguigne, facendo proprie le positive recensioni uscite per i cd precedenti I.D.J.S. e PROJECT CZAR: IVAN. Il tutto per far conoscere, grazie alla U.D.U. Records, l’espressione artistica del combo marchigiano: chiudete gli occhi e segnate di essere in qualche arena americana o nella plaza de toros monumental di qualche citta' spagnola ....

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