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Interviste |
Pubblicato il 25/05/2005 alle 17:28:06 | |
Adolfo Galli, un promoter con la Gibson Roy Smack da suonare
Difficile trovarlo, difficilissimo che ti conceda qualche minuto, perche' c'e' sempre un tour da organizzare ed un aereo da prenotare. Quando ti riesce, hai la fortuna di conoscere un bresciano massiccio. Ora andra' in tour con Mark Knopfler ...
Difficile trovarlo, difficilissimo che ti conceda qualche minuto, perche' c'e' sempre un tour da organizzare ed un aereo da prenotare. Quando ti riesce, hai la fortuna di conoscere un bresciano massiccio, ma dal cuore da passionale della musica. Ora andra' in tour con Mark Knopfler ...
Qui Adolfo Galli in veste di guitarman (.... ma quei fiori sul palco, sono forse quelli del Festival Di Sanremo?...), scatto gentilmente concessoci da Rolando Giambelli, tra l'altro Presidente dei Beatlesiani d'Italia Associati ed organizzatore del Beatles Day
* Buongiorno ad Adolfo Galli della D&G, management a meta' tra Brescia e Viareggio: come mai questa apparente dicotomia?
Per il semplice fatto che io sono di Brescia e Mimmo il mio socio di Viareggio; io pur amando la Versilia non ho mai preso la decisione di spostarmi quindi la naturale conseguenza di due uffici.
* Possiamo affermare che la tua attivita' di musicmaker e local promoter si avvicina al quarto di secolo?
Si ho iniziato nei primi anni 80, quindi ci sono molto vicino.
* Da ragazzo invece cosa sognavi di fare?
Quand'ero giovane volevo fare l'ingegnere elettronico.......anche se la passione per la musica e’ sempre stata grande.
* Facciamo i nomi ed un po' di cifre: quali artisti famosi hai contributo a fare esibire in Italia e quali numericamente ti hanno dato piu' soddisfazioni?
PAUL MC CARTNEY - DIRE STRAITS - EAGLES - EURYTHMICS - ROGER WATERS - TINA TURNER - ELTON JOHN - ROD STEWART - SIMON & GARFUNKEL - ERIC CLAPTON - SANTANA - CELINE DION - WHITNEY HOUSTON - JANET JACKSON - SADE - BRITNEY SPEARS - LIONEL RICHIE - JAMES TAYLOR e tantissimi altri, oltre alle tournee italiane di GIORGIA - ZUCCHERO del 93 e 95/6- RENATO ZERO del 2002 di PINO DANIELE nel primi anni 90.
E’ pero’ molto difficile dire quale ti ha dato piu’ soddisfazione: per ognuno di loro c’e’ qualcosa di particolare, qualcosa e non sempre nello stesso modo. La tournee’ dei DIRE STRAITS del 92 resta una tournee per numero di spettatori di un gruppo internazionale fra le piu’ seguite in Italia con oltre 160.000 presenze: si contano su una mano i gruppi internazionali che in Italia abbiamo fatto questi numeri U2, PINK FLOYD, MADONNA e ROLLING STONE
* Parliamo del Summer Festival a Lucca, una manifestazione ormai diventata un appuntamento prestigioso ....
Questa e’ una idea partita da Mimmo, lui vivendo in Toscana e’ molto piu’ coinvolto di me nella produzione esecutiva mentre io sono piu’ impegnato sul cast artistico. Negli anni siamo riusciti a far crescere questo festival con grande dedizione e passione ed e’ diventato un appuntamento fra i piu’ prestigiosi del panorama musicale italiano. La cosa difficile ora e’ continuare a mantenere questo profilo, perche’ la gente si aspetta sempre grandi nomi da noi.
* Quali artisti hai amato e con quali avresti voluto lavorare?
Ho avuto la fortuna di lavorare con tanti musicisti e artisti che ho amato sin da quando ero ragazzo, ma ci sono 2/3 artisti con cui avrei voluto lavorare: una e’ Joni Mitchell e l'altra e’ Aretha Franklin e l'ultimo e’ Stevie Wonder … ma sai la speranza e’ sempre l'ultima a morire.....
* Suoni ancora la tua chitarra? Era una Fender?
Si suono ancora quando trovo il tempo per farlo, mi manca molto poter suonare ma il tempo e’ quello che e’ . Comunque ho una chitarra acustica Gibson Roy Smack che mi ha regalato Jackson Browne che io adoro.
* Riesci a condurre una normale vita ed avere una famiglia? I tuoi ritmi lavorativi sono difficilmente immaginabili....
I ritmi di lavoro sono molto alti e spesso si deve sacrificare tempo per la famiglia, ma negl'anni sono riuscito a trovare un giusto equilibrio, e il fatto di avere un socio aiuta.
* Mi sembra logico parlare a questo punto di Mark Knopfler, con o senza i Dire Straits: tira fuori dai tuoi ricordi un aneddoto o un aspetto poco visibile di Sir Knopfler ...
Una cosa che mi era rimasta impressa, alla fine del concerto di Brescia in Piazza duomo nel 2001, e’ stato fino alle 2 del mattino in piazza a godersi la serata con i fans che gli facevano domande etc, senza sicurezza, proprio come se nulla fosse.
Questa e’ una che ho apprezzato molto. E poi c’eri anche tu che ti sei fatto un sacco di foto con lui …
* Me lo ricordo, ma non lo dire troppo in giro. Nel ringraziarti, posso propormi come tuo biografo? Tu ti metti comodo su una amaca e cominci a raccontare .....
….. Affare fatto ….!
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Qualche anno fa Adolfo Galli ha rilasciato una intervista al Giornale di Brescia, dal quale estraiamo queste frasi...
«Io credo che i numeri li cambi se metti i prezzi a 10 euro, allora sì fai una politica dei prezzi ma dev’esser sostenibile. Mi preme dire che abbiamo proposto produzioni di qualità. Rod Stewart costa mezzo miliardo e il prezzo medio europeo andava dai 35 agli 80 dollari, noi a Brescia abbiamo fatto 32 euro, quindi il prezzo più basso a livello europeo del suo tour. È sbagliato pensare che i biglietti di tutti i concerti devono costare uguale: se un concerto ha una produzione che costa 20 milioni di lire, il prezzo del biglietto può essere di 15 euro; ma se costa mezzo miliardo, il biglietto non può avere quel prezzo. E la gente vede la differenza tra le due produzioni quando viene al concerto: chi è venuto a vedere Rod Stewart, Renato Zero, quando ha visto, ha capito perchè il biglietto costava quei soldi, perchè si è trovato davanti produzioni che li valevano. Io non voglio che capiti, come capita in altri casi, che la gente dica: cavolo, ho speso 30 euro per avere un palco da oratorio... Con Renato Zero c’era un palco di 40 metri di larghezza, alto 16 metri e la gente che se l’è goduto uno show così. Idem con Paul Simon che mica era lì con una chitarrina da solo. E anche con Rod Stewart e il Quartetto». - Che cosa cambieresti se potessi tornare indietro? «Mah, Quest’anno il Summer Festival non è stato supportato dal Comune in modo adeguato alle aspettative che il successo del 2001 imponeva. Quando ho saputo dei tagli dei fondi a causa della Finanziaria, ormai le scelte con artisti di quel calibro erano fatte». - E adesso? «Adesso bisogna ragionare con calma. Se l’Amministrazione comunale è convinta che questa è una cosa importante per la città e dunque va sostenuta, lo deve fare adeguatamente. Io ho l’esperienza di Lucca, dove la cosa funziona da tempo. I prezzi di Keith Jarrett, che a Roma e Milano erano, nel primo settore, a 120 euro, a Lucca li abbiamo dati a soli 60 euro perchè là c’è un contributo adeguato. Quest’anno a Brescia il Comune ha fatto scelte diverse, ha scelto di sostenere altre cose e non la musica rock. Non può bastare garantire corrente elettrica, piazza e transenne. Allora il ragionamento sul futuro è semplice: se le istituzioni credono nel Brescia Summer Festival devono sostenerlo. Io credo che l’anno scorso abbiamo dimostrato che il nome di Brescia può circolare, attirare attenzione nazionale, e anche ottenere un indotto dal movimento. E questo festival l’ho sempre inteso come un evento con più appuntamenti e grandi nomi, capace di far rumore: con ambizioni minori non ha senso, diventa la solita rassegna da città di provincia. L’anno scorso il Comune ci aveva dato un contributo che ci aveva aiutati a fare proposte vincenti. Sono bresciano e ci tengo a far fare bella figura alla città; l’ho dimostrato anche grazie all’aiuto dell’Editoriale Bresciana, oltre che del Comune: da David Bowie a Elton John, al Summer Festival 2001. Quest’anno è stata dura, ma avevamo già dimostrato che si può fare di Brescia una capitale del rock di qualità. Basta che ci sia la piena convinzione nel progetto»
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